L’evento organizzato dal Ministero della Salute il 20 febbraio 2025 ha celebrato la V “Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale socioassistenziale e del volontariato 2025 – Rinnovamento delle professioni per una nuova sanità”, presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia, a Roma. Una mattinata ricca di interventi istituzionali e professionali con la collaborazione delle Federazioni e dei Consigli Nazionali delle Professioni Sanitarie, che ha visto la Federazione degli Ordini dei Farmacisti come referente amministrativo.
Il ministro Orazio Schillaci ha aperto i lavori alle 10.30 con queste parole: «Oggi celebriamo tutte le donne e gli uomini che, ogni giorno, contribuiscono a garantire la salute degli italiani e lo facciamo insieme alle Federazioni e ai consigli Nazionali degli Ordini che ringrazio per il loro contributo costruttivo. Questa giornata è anche l’occasione per confrontarci sulla necessità di innovarsi. Questo governo ha fatto della salute dei cittadini una priorità del proprio operato e lavoriamo per una forza lavoro in numero adeguato e con competenze moderne e aggiornate. Valorizzare il personale, infatti, vuol dire migliorare il Servizio Sanitario Nazionale».
Di seguito i saluti istituzionali di Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, di Francesco Zaffini, Presidente della Commissione Salute del Senato, di Ugo Cappellacci, Presidente della Commissione Salute della Camera, e di Marcello Gemmato, Sottosegretario al Ministero della Salute. «Oggi ci troviamo a riflettere sul destino del Sistema Sanitario Nazionale. Il suo destino passa attraverso i professionisti sanitari. Chi ha pensato al PNNR prima di noi non ha pensato ai medici, ma oggi stiamo provando a rimediare. La carenza di professionisti sanitari deriva da scelte sbagliate del passato».
“Rinnovamento delle professioni per una nuova sanità” è il tema al centro del dibattito con gli interventi dei rappresentanti dei professionisti, vere colonne portanti del nostro Sistema Salute: medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri, veterinari, ostetriche, fisioterapisti, psicologi, biologi, chimici, fisici, professionisti sanitari dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, assistenti sociali, operatori del volontariato. Giovanni Leoni, Vice Presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), in sostituzione del presidente Filippo Anelli assente perché colpito da un grave lutto e, in rappresentanza del Comitato Centrale FNOMCeO, Guido Giustetto, presidente OMCeO Torino, che è entrato nel cuore della giornata con queste parole: «Il significato della manifestazione di oggi è il riconoscimento da parte delle istituzioni del valore delle professioni sanitarie, soprattutto per quanto è stato fatto in passato, ma anche per le sfide che dobbiamo affrontare oggi. Oggi dobbiamo affrontare problemi molto gravi, quali la carenza di personale e la necessità di soddisfare le crescenti esigenze della popolazione con competenze da adeguare ai tempi. Questi sono i due problemi principali che dobbiamo affrontare. Gli investimenti che vengono fatti dal Ministero e dalle Istituzioni in questo momento sono stati principalmente indirizzati, per esempio, al PNRR sull’edilizia. Noi riteniamo invece che l’investimento principale sia proprio sulle professioni».
Significativo l’intervento di David Lazzari, Presidente Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP): «Oggi di fronte a questa necessità, documentata dalla scienza e avvertita sempre più dalla popolazione, amplificata dal dilagare dei problemi psicologici, il sistema sanitario è sostanzialmente disarmato e arretrato, mi dispiace dirlo visto che amo il SSN e ho lavorato sempre in un ospedale pubblico. È necessario incrementare ed integrare competenze psicologiche ai diversi livelli, di metterle a leva in modo organico, dall’assistenza di base all’ospedale per realizzare quel modello integrato e multidisciplinare che serve e nel quale crediamo, dalla definizione di modelli organizzativi di presa in carico all’offerta di servizi flessibili, fruibili e di prossimità».
A conclusione del dibattito, dopo aver ascoltato le conclusioni dei Presidenti e dei rappresentanti delle Federazioni, sul palco è tornato il Ministro della Salute Orazio Schillaci: «Gli interventi delle Federazioni hanno ripreso proposte sulle quali già abbiamo iniziato a lavorare. Oggi credo che per voi e noi la parola chiave è cambiamento. Un processo che richiede la partecipazione di tutti. Il Sistema Sanitario Nazionale deve ritrovare parte della sua operatività. Fare una riflessione sulla questione retributiva. Affrontare carenze per disomogeneità territoriali. Ricordo che stiamo lavorando a un insieme di interventi per riordinare le professioni. Vogliamo mantenere altissimo il livello dei nostri professionisti. Va per questo assicurato un aggiornamento continuo. Quello delle competenze è un elemento fondamentale. Il progresso tecnologico corre. Cambiano le esigenze, stiamo investendo sulla digitalizzazione. Siamo impegnati nella Legge 3/2018, dobbiamo superare le criticità. Il nostro è un impegno a 360° che si tradurrà entro la fine dell’anno in un provvedimento di riforma organica sul quale stiamo lavorando».
Tutti noi, pazienti e operatori sanitari, ci auguriamo che a questa doverosa celebrazione, che peraltro non dimentica gli sforzi immani del periodo Covid da parte di tutti gli operatori sanitari, possa indicare la strada per arrivare a risolvere, se non del tutto almeno in gran parte, le crescenti criticità del Sistema Salute, a cominciare da quello Pubblico fino a quello Privato, tra cui le lunghe liste d’attesa, l’inefficienza e gli sprechi nelle procedure, la inarrestabile fuga dei medici dal SSN verso il settore privato, gli stipendi ancora fermi ed equiparabili a quelli dell’Est Europa, la prevenzione delle gravi patologie sistemiche, l’odontoiatria pubblica insufficiente per curare i fragili e i bisognosi, la inadeguata programmazione del numero di medici e odontoiatri, con il rischio che i laureati vadano a operare al di fuori dell’Italia, dopo che lo Stato ha investito circa 150.000 euro per ognuno di loro.
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