Trattamento (Biorigenerazione) di una doppia perimplantite nella mandibola posteriore con “Collagen-Ring Technique” e gel a base di polinucleotidi e acido ialuronico

La perimplantite colpisce circa il 10% dei pazienti portatori di impianti³. L’obiettivo primario del trattamento è la risoluzione dell’infiammazione dei tessuti molli e, di conseguenza, la prevenzione di un’ulteriore perdita ossea marginale. Oltre alla risoluzione della lesione perimplantare, un risultato auspicabile è la rigenerazione dei tessuti di supporto persi durante la progressione della malattia. La fattibilità di un approccio chirurgico è stata ampiamente dimostrata nella ricerca pre-clinica^4-6, e l’efficacia clinica è stata documentata in studi con follow-up a lungo termine^7-9. Un approccio rigenerativo nel trattamento dei difetti associati alla perimplantite può essere rilevante non solo per la longevità dell’impianto, ma anche per l’aspetto estetico post-terapia.

Obiettivi
Lo scopo del seguente caso clinico è quello di descrivere/presentare una nuova tecnica rigenerativa, la “Collagen-Ring Technique”, basata sull’uso di una matrice in collagene volumetricamente stabile (Geistlich Fibro-Gide, Geistlich Pharma) in associazione con un gel viscoelastico a base di polinucleotidi e acido ialuronico (REGENFAST, Officine Biofarmaceutiche Mastelli, Sanremo, Italia), per il trattamento di una doppia perimplantite nella mandibola.

Descrizione del caso
Un paziente di 47 anni, non fumatore e in buono stato di salute, all’esame clinico presenta una perimplantite diagnosticata dopo 7 anni di carico a livello degli impianti 3.5 e 3.6, con un sondaggio di 8 mm sull’aspetto mesiale dell’impianto 3.5 e di 4,5 mm sull’aspetto distale del 3.6. La radiografia conferma la perdita ossea attorno all’impianto distale e ancora più evidente a livello dell’impianto mesiale (Fig. 1). Si decide di trattare il caso chirurgicamente decontaminando la zona affetta, utilizzando il gel REGENFAST per potenziare il trofismo topico e inserendo la matrice Geistlich Fibro-Gide a sostegno dei tessuti molli coronali. Si procede con il trattamento chirurgico, esponendo il difetto per rimuovere il tessuto di granulazione (Fig. 2). La superficie implantare esposta è ulteriormente ripulita con ultrasuoni, spazzolino in titanio, passando all’interno delle spire e risciacquando con soluzione fisiologica e garze sterili (Fig. 3). Successivamente, il gel REGENFAST è dosato e posizionato direttamente all’interno del difetto perimplantare mediante spatolina o puntale (Fig. 4). La matrice Geistlich Fibro-Gide è ritagliata in modalità “Collagen-Ring” affinché possa essere posizionata attorno al collare implantare, sostenendo i tessuti molli che non collasseranno all’interno del difetto (Fig. 5). La matrice, grazie all’elevata porosità è completamente permeata di sangue permettendo la stabilizzazione del coagulo. La matrice viene ulteriormente imbevuta di gel REGENFAST così da potenziare i fisiologici processi rigenerativi (Fig. 6).

Risultati
Dopo 3 mesi i tessuti molli appaiono sani e senza segni di infiammazione, con un adeguato tragitto transmucoso (Figg. 7, 8). Alla visita di follow-up a 1 anno il paziente presenta una risoluzione della malattia perimplantare e l’esame radiografico conferma il riempimento del difetto angolare (Fig. 9).

Conclusioni
La perimplantite è una condizione molto frequente nella popolazione. Una diagnosi precoce e corretta è fondamentale per trattare con successo questa condizione patologica. Il presente caso clinico descrive il trattamento chirurgico di una doppia perimplantite con “Collagen-Ring Technique” e gel a base di polinucleotidi e acido ialuronico. La “Collagen-Ring Technique” con la matrice Geistlich Fibro-Gide è stata ideata per sostenere i tessuti molli sopracrestali nei siti trattati per la perimplantite, così da evitare il parziale collasso apicale degli stessi. In questo modo si protegge la parte coronale del difetto e si riduce il rischio di ri-contaminazione. L’utilizzo di REGENFAST a sostegno della “Collagen-Ring Technique” ha permesso di Biorigenerare, ovvero di ottimizzare la rigenerazione ossea all’interno del difetto: a distanza di un anno, infatti, si apprezza chiaramente il riempimento del difetto a livello radiografico.

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L'articolo è stato pubblicato su Implant Tribune Italian Edition n. 3/23.

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