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Riabilitazione di una mandibola atrofica con programmazione 3D

R. Fangmann, L. Steinke

R. Fangmann, L. Steinke

lun. 9 febbraio 2015

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I pazienti con protesi fisse sottoforma di ponti estesi spesso desiderano optare per una soluzione fissa, anche quando vengono persi i pilastri distali del ponte. Tuttavia, i protodontisti consigliano un cambiamento di trattamento, preferendo una protesi rimovibile. Ciò è dovuto alla mancanza di conoscenza delle attuali possibilità riguardanti l’aumento osseo e l’implantologia.

Il fatto che i restauri poggianti su impianti (fissi) garantiscano una migliore qualità di vita, gradevolezza estetica e una piena giovinezza, viene spesso ignorato. Per questo motivo, le protesi rimovibili sono solo parzialmente accettate e provocano un’insoddisfazione del paziente a lungo termine. Il desiderio di una riabilitazione permanente comunque rimane. La possibilità di un posizionamento immediato di un impianto e, se necessario, l’aumento della regione posteriore della mandibola per affrontare il suo riassorbimento, vengono dimenticati.

Situazione iniziale
Paziente donna, di 71 anni, non fumatrice, in un buono stato di salute generale e nutrizionale si presenta con molteplici restauri protesici nella zona mascellare, composti da ponti e corone singole posizionate in tempi diversi. La mandibola rivela una tenuta protesica insufficiente. Il dente 43 è stato distrutto, sotto la corona, da una carie e ha subito un trattamento del canale radicolare (Fig. 1). La paziente ha richiesto ora la riabilitazione con una protesi fissa. La conseguenza di anni di utilizzo di protesi rimovibili, ha fatto sì che la mandibola risentisse di un problema di atrofia/riassorbimento di classe V-VI sulla destra e di classe IV-Cawood sulla sinistra1.

 

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