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Terapia parodontale non chirurgica: efficacia degli strumenti manuali, ultrasonici e delle terapie aggiuntive

Photocreo Bednarek/AdobeStock.
S. Sabatini, C. Maiorani, A. Butera

S. Sabatini, C. Maiorani, A. Butera

lun. 9 settembre 2024

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La malattia parodontale è una patologia cronica che colpisce i tessuti di supporto dei denti ed è caratterizzata da infiammazione, sanguinamento gengivale e perdita di attacco clinico (CAL). La terapia parodontale non chirurgica rappresenta un approccio fondamentale per la gestione di questa condizione, mirato alla rimozione del biofilm batterico sopragengivale e sottogengivale. Questo articolo revisiona sistematicamente l’efficacia clinica degli strumenti manuali e ultrasonici nella terapia parodontale non chirurgica e valuta l’efficacia di terapie aggiuntive.

Introduzione
La malattia parodontale è una condizione infiammatoria cronica che può portare alla distruzione dei tessuti di supporto del dente, incluse gengive, legamento parodontale e osso alveolare. Se non trattata, può evolvere e degenerare fino alla perdita degli elementi colpiti1. La terapia parodontale non chirurgica (SRP - scaling and root planing) rappresenta il trattamento di prima scelta per ridurre l’infiammazione, il sanguinamento al sondaggio (BoP) e la profondità di sondaggio parodontale (PPD)2. Gli strumenti utilizzati per la SRP possono essere manuali o ultrasonici. Questo studio analizza l’efficacia di entrambi gli strumenti, nonché l’efficacia di terapie aggiuntive come laser, ozono, airpolishing con glicina ed eritritolo.

Metodi
La revisione sistematica è stata condotta utilizzando come database PubMed/MEDLINE, Scopus e Google Scholar per individuare studi pubblicati tra il 2013 e il 2023. Sono stati inclusi studi clinici randomizzati (RCT), studi caso-controllo, trasversali e di coorte che valutavano l’efficacia degli strumenti manuali e ultrasonici nella SRP. I parametri clinici considerati includevano la profondità di sondaggio (PPD), la perdita di attacco clinico (CAL) e il sanguinamento al sondaggio (BoP). Sono stati inoltre inclusi studi che esaminavano l’efficacia di terapie aggiuntive rispetto alla SRP convenzionale.

Risultati
La revisione ha incluso 16 studi, con un totale di 827 pazienti. I risultati principali sono stati suddivisi in base agli strumenti utilizzati e alle terapie aggiuntive. Strumenti manuali e ultrasonici Entrambi gli strumenti, manuali e ultrasonici, si sono dimostrati efficaci nel migliorare i parametri clinici della parodontite. Tuttavia, non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra i due approcci per quanto riguarda la riduzione di PPD, il miglioramento di CAL e la riduzione di BoP. Gli strumenti ultrasonici, grazie all’effetto cavitazione generato durante l’uso, possono avere un effetto disgregante sul biofilm batterico. Alcuni studi hanno suggerito che gli strumenti ultrasonici possono essere più confortevoli per i pazienti, riducendo il dolore post-operatorio rispetto agli strumenti manuali. Terapie aggiuntive Laser: Sono stati esaminati 570 pazienti. L’uso del laser come terapia aggiuntiva alla SRP convenzionale ha mostrato miglioramenti significativi nei parametri clinici nel 65% dei casi, riducendo ulteriormente la PPD e il BoP rispetto alla sola SRP. Ozono: Sono stati inclusi 317 pazienti. Gli studi hanno riportato risultati contrastanti, con il 50% che ha evidenziato miglioramenti clinici significativi nell’uso dell’ozono come terapia aggiuntiva. L’ozono, grazie alle sue proprietà antimicrobiche e ossidative, può contribuire alla riduzione del biofilm batterico. Glicina/Eritritolo: Studi su 343 pazienti hanno dimostrato che l’uso di polveri di glicina o eritritolo durante la SRP può migliorare significativamente i parametri clinici nel 83% dei casi. Queste polveri a bassa granulometria sono poco abrasive e possono essere utilizzate in aree difficili da raggiungere con gli strumenti convenzionali.

Discussione
L’analisi dei dati conferma che sia gli strumenti manuali che quelli ultrasonici sono efficaci nel trattamento non chirurgico della parodontite. Gli strumenti ultrasonici offrono vantaggi in termini di riduzione del dolore e del disagio per il paziente, probabilmente grazie alla loro capacità di disgregare il biofilm batterico in maniera più efficiente. Tuttavia, la combinazione di entrambi gli strumenti sembra essere la soluzione più efficace per evitare overtreatments e per raggiungere risultati clinici ottimali3. Le terapie aggiuntive, sebbene promettenti, necessitano di ulteriori studi per stabilire protocolli standardizzati e per valutare appieno i rischi e i benefici associati. L’uso del laser, ad esempio, ha mostrato risultati promettenti, ma la variabilità nei tipi di laser e nei protocolli utilizzati rende difficile un confronto diretto tra gli studi4. Analogamente, l’efficacia dell’ozono è ancora dibattuta, con alcuni studi che ne evidenziano i benefici e altri che non riscontrano differenze significative rispetto alla SRP convenzionale5. Le polveri di glicina ed eritritolo rappresentano una terapia aggiuntiva interessante, soprattutto per il loro profilo di sicurezza e per la loro capacità di raggiungere aree difficili. La loro applicazione durante la SRP può migliorare significativamente i parametri clinici, rendendole una valida opzione aggiuntiva nella terapia parodontale non chirurgica6.

Conclusioni
In conclusione, sia gli strumenti manuali che quelli ultrasonici sono efficaci nel migliorare i parametri clinici della parodontite. Le terapie aggiuntive come il laser, l’ozono e le polveri di glicina/eritritolo possono offrire ulteriori benefici, sebbene siano necessari ulteriori studi per standardizzare i campioni e per valutare in modo completo i rischi e i benefici associati a queste terapie. La scelta degli strumenti e delle terapie aggiuntive dovrebbe essere personalizzata in base alle specifiche esigenze del paziente, considerando la gravità della malattia parodontale, la risposta individuale al trattamento e le preferenze del paziente. La combinazione di strumenti manuali e ultrasonici, insieme a terapie aggiuntive mirate, rappresenta l’approccio più promettente per la gestione efficace della parodontite3.

Bibliografia

  1.  Relvas, M.; López-Jarana, P.; Monteiro, L.; Pacheco, J.J.; Braga, A.C.; Salazar, F. Study of Prevalence, Severity and Risk Factors of Periodontal Disease in a Portuguese Population. J. Clin. Med. 2022, 11, 3728.
  2. Aimetti, M. Nonsurgical periodontal treatment. Int. J. Esthet. Dent. 2014, 9, 251–267.
  3. Sabatini, S.; Maiorani, C.; Bassignani, J.; Cotellessa, S.; Di Trani, G.; Fulgenzi, E.; Iacono, R.; Mercogliano, I.; Butera, A. Effectiveness of Ultrasonic and Manual Instrumentation in Nonsurgical Periodontal Therapy: Are Additional Therapies More Effective? A Systematic Review. Appl. Sci. 2024, 14, 1950.
  4. Salvi, G.E.; Stähli, A.; Schmidt, J.C.; Ramseier, C.A.; Sculean, A.; Walter, C. Adjunctive laser or antimicrobial photodynamic therapy to non-surgical mechanical instrumentation in patients with untreated periodontitis: A systematic review and meta-analysis. J. Clin. Periodontol. 2020, 22, 176–198.
  5. Moraschini, V.; Kischinhevsky, I.C.C.; Calasans-Maia, M.D.; Shibli, J.A.; Sartoretto, S.C.; Figueredo, C.M.; Granjeiro, J.M. Ineffectiveness of ozone therapy in nonsurgical periodontal treatment: A systematic review and metaanalysis of randomized clinical trials. Clin. Oral Investig. 2020, 24, 1877–1888.
  6. Onisor, F.; Mester, A.; Mancini, L.; Voina-Tonea, A. Effectiveness and Clinical Performance of Erythritol Air-Polishing in Non-Surgical Periodontal Therapy: A Systematic Review of Randomized Clinical Trials. Medicina 2022, 58, 866.

L'articolo è stato pubblicato sul Perio Tribune 2/24.

Nota editoriale:

Hanno collaborato alla revisione: Jessica Bassignani, Alessandro Chiesa, Massimiliano Ciribè, Erika Cirillo, Silvia Cotellessa, Giuseppe Di Trani, Giulia Fermanelli, Elisa Fulgenzi, Roberta Iacono, Martina Mammone, Maria Paola Martino, Ilaria Mercogliano, Ilaria Oliva, Sofia Pezzullo, Gaia Picchi, Alessandra Pocecco, Silvia Pulice, Giada Rezzano, Martina Romano, Benedetto Trapani.

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