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Washington, Stati Uniti – Anche se gli studi odontoiatrica statunitensi utilizzano generalmente un sistema di lavaggio per ridurre al minimo l’esposizione al protossido, in molti non eseguono i passaggi di controllo consigliati – ad esempio la verifica di perdite dei macchinari – nell’attuare i previsti protocolli. Per valutare l’entità dei controlli effettuati e da effettuare l’Istituto nazionale per la sicurezza e la salute (NIOSH) ha fatto un sondaggio tra i membri di Associazioni professionali odontoiatriche, gli igienisti dentali e gli assistenti alla poltrona.
Redatto in forma anonima, il sondaggio è stato realizzato grazie alle risposte di 284 liberi professionisti che nella settimana prima avessero fatto uso di protossido di azoto su adulti o bambini. Quasi universale (con una percentuale di oltre il 93 degli intervistati) è risultato l’utilizzo, nell’uso di protossido di azoto, della maschera nasale o ventilazione locale (LEV) alla bocca del paziente.
Carente in varie misure è risultato invece il rispetto di altre pratiche precauzionali consigliate. Il 51 per cento riferisce di non effettuare alcun controllo su eventuali perdite di gas prima di utilizzarlo su pazienti adulti, mentre il 47 non effettua la verifica prima di operare sui pazienti pediatrici. Il 13 per cento del personale dello studio inoltre attiva il flusso di protossido prima ancora di collocare la maschera sulle vie aeree del paziente e l’8 per cento non lo spegne prima di chiudere il flusso di ossigeno.
Inoltre, il 13 per cento degli studi odontoiatrici non possiede procedure standard per minimizzare l’esposizione al protossido e il 3 per cento segnala la mancanza di formazione sulle procedure di sicurezza da rispettare nella manipolazione e somministrazione del gas.
«Una corretta somministrazioni di protossido di azoto – ammonisce invece la NIOSH – dovrebbe includere maschere nasali, LEV aggiuntive in caso di necessità, un’adeguata ventilazione generale, ispezioni regolari alle attrezzature, attuazione di procedure standard per ridurre al minimo l’esposizione, una formazione periodica e la sorveglianza medica».
Intitolato “Exposure control practices for administering nitrous oxide: A survey of dentists, dental hygienists, and dental assistants” il sondaggio è stato pubblicato nell’edizione di giugno del Journal of Occupational and Environmental Hygiene.
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