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La gestione del caso implantare in area estetica rappresenta una sfida per l’odontoiatria moderna. I pazienti sono sempre meno disposti ad accettare i lunghi e dolorosi tempi della riabilitazione post-operatoria. L’esigenza di una soluzione estetica, funzionale e rapida diventa quindi preponderante.
Se la sopravvivenza implantare a 5 anni supera attualmente il 90%, al contrario non è chiaro quale sia la percentuale di fallimento dell’estetica connessa al trattamento implantare. Per insuccesso estetico sono da intendere due casi: il primo, più frequente, è legato all’aspetto dei tessuti molli e comprende recessioni, asimmetrie e assenza di papilla; il secondo caso riguarda la protesi, che può apparire incongrua per forma, colore e integrazione nel cavo orale1.
Per ogni paziente con necessità estetiche l’odontoiatra deve considerare tutti i fattori di rischio che potrebbero inficiare l’esito del trattamento. Un’attenta valutazione dell’anamnesi, dell’igiene e delle condizioni dei tessuti duri e molli permette di scegliere la procedura chirurgica-protesica più sicura e predicibile2.
Oggi questo compito è facilitato dall’evoluzione delle tecniche e dei materiali a disposizione.
Il bisturi piezoelettrico, ad esempio, disponendo di un’azione di taglio selettiva sui tessuti duri grazie a vibrazioni ultrasoniche a frequenza specifica (25-30 kHz), si rivela la prima scelta nel caso di interventi con rischio di compromissione dei tessuti molli, gengivali o nervosi3,4.
La piezochirurgia può essere utilizzata anche per la preparazione del sito implantare. Riduce il sanguinamento, migliora la visibilità, garantisce un’elevata precisione di taglio e una migliore e più rapida guarigione ossea. Un requisito, quest’ultimo, fondamentale nei casi di riabilitazioni protesiche implanto-supportate a carico immediato.
La protesizzazione provvisoria immediata rappresenta una possibilità terapeutica da valutare al fine di assicurare un buon risultato nel minor tempo possibile, con la riduzione del numero di interventi e una bassa morbilità5. Una delle condizioni che ne permettono l’utilizzo è il raggiungimento di un’elevata stabilità primaria e secondaria, garantita dallo stretto contatto dell’impianto con l’osso. La letteratura dimostra che questo tipo di protesizzazione favorisce il mantenimento dell’osso marginale negli anni6, e la sua validità si è recentemente estesa anche agli impianti corti7.
La protesi provvisoria nel carico immediato sarà fondamentale per il condizionamento mucoso e il corretto ripristino dell’estetica orale8.
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