Sempre più frequentemente le richieste dei nostri pazienti mirano ad ottenere delle riabilitazioni che soddisfino parimenti l’aspetto funzionale e quello estetico. Quando poi le ragioni che determinano la necessità di un intervento da parte del clinico, sono da attribuirsi a diverse cause, è chiaro che per poter assolvere appieno al nostro compito, risulta indispensabile un approccio interdisciplinare.
È fondamentale, ripristinare un corretto rapporto tra i tessuti parodontali di supporto e le sostanze dure del dente da trattare, tutte le volte in cui viene violata l’ampiezza biologica. Comparto biologico questo molto raffinato, che presenta delle caratteristiche estremamente particolari: è sempre presente, ha dimensioni variabili, non può esser violato e tende a ripristinarsi autonomamente anche quando la sua integrità viene minata da eventi traumatici, carie o più semplicemente per problematiche iatrogene. Le modalità con cui possiamo risolvere tale condizione patologica sono diverse, si passa da un approccio puramente chirurgico previo lembo spostato apicalmente, a strategie che prevedono l’estrusione ortodontica o altre che invece riguardano entrambe.
Case report
Descrizione
Una giovane paziente di 31 anni, si presenta al mio studio per risolvere l’inestetismo provocato dalla presenza di carie al colletto dell’11, e asimmerie delle parabole. Gli elementi frontali dal 12 al 22 presentavano inoltre diverse carie della corona clinica e contestualmente delle radici trattate in modo incongruo, tanto da provocare delle lesioni endodontiche molto ampie.
Materiali e metodi
Il piano di trattamento preliminare stilato con gli specialisti del mio studio, Dott. Aniello Mollo e Marino Musilli, prevedeva in primis il ritrattamento endodontico per via ortograda, e l’eventuale apicectomia con sigillo retrogrado solo se non si fosse ottenuta la completa “resitutio ad integrum” della lesione successivamente, a guarigione avvenuta, si sarebbe effettuata l’estrusione ortodontica per limitare l’asimmetria delle parabole dell’11, ed effettuare solo a questo punto l’allungamento di corona clinica solo dell’11, per poi effettuare la parte protesica che consisteva nella realizzazione di due faccette in ceramica del 12 e del 22 e due corone monolitiche del 11 e del 21.
La paziente però alla presentazione del progetto, ha sollevato dei problemi in merito al trattamento ortodontico, per cui per poter esporre il tessuto sano dell’11 ed ottenere un’estetica soddisfacente, ci ha costretto ad eseguire un intervento di chirurgia più esteso da 13 a 23, pre finalizzazione protesica.
L'articolo è stato pubblicato su Dental Tribune italian edition, n. 3 2019.
Figg. 1, 2 - Situazione iniziale.
Figg. 1, 2 - Situazione iniziale.
Fig. 3 - Lo stato endodontico iniziale.
Fig. 4 - Il disegno del lembo chirurgico, sollevato solo sull’aspetto buccale.
Fig. 5 - Il rapporto tra lesione cariosa e tessuto osseo di sostegno appena sollevato il lembo.
Fig. 6 - La distanza ottenuta tra lesione cariosa e tessuto osseo di circa 3 mm al termine dell’osteo-plastica e ostectomia in prossimità dell’11, con una leggera riduzione in senso buccale della sporgenza della radice.
Fig. 7 - La sutura al termine dell’intervento.
Fig. 8 - La guarigione a 4 mesi dalla chirurgia.
Figg. 9-11 - Fasi dell’apicectomia eseguita in attesa della completa maturazione dei tessuti parodontali.
Figg. 9-11 - Fasi dell’apicectomia eseguita in attesa della completa maturazione dei tessuti parodontali.
Figg. 9-11 - Fasi dell’apicectomia eseguita in attesa della completa maturazione dei tessuti parodontali.
Fig. 12 - Trascorsi 7 mesi dalla chirurgia e dalla risoluzione del problema endodontico, si è proceduto con la preparazione a butt-joint del 12 e del 22 per ricevere due faccette e delle preparazioni complete a finire su 11 e 21 per le due corone monolitiche in disilicato.
Fig. 13 - Il manufatto protesico ultimato pre cementazione.
Fig. 14-16 - Il caso ultimato.
Fig. 14-16 - Il caso ultimato.
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