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Richiesta di “ritoccare” gli Studi di Settore a causa della crisi

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lun. 24 maggio 2010

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Nonostante le molte istanze formulate dalla maggioranza e dall’opposizione per “sospendere” gli Studi di Settore a seguito della grave crisi economica che ha colpito i professionisti italiani, lo strumento verrà applicato anche per l’anno di imposta 2009.

Andi si è attivata affinché la ricaduta dell’applicazione sia il meno negativa possibile per gli odontoiatri. Un incontro si è tenuto con Giampiero Malagnino, coordinatore delle professioni sanitarie nella “Commissione degli esperti degli Studi di Settore” al Ministero dell’Economia e delle Finanze, e i responsabili per le tematiche fiscali dei medici, veterinari, psicologi e ostetriche. A seguito di tale riunione è stata elaborata una richiesta comune presentata a Giampiero Brunello, Amministratore Delegato della Società per gli Studi di Settore (Sose) nell’incontro del 18 marzo per far applicare un correttivo individuale che tenga conto della riduzione di incassi rispetto agli anni 2007 e 2008 (sono stati anche consegnati sondaggi tra i Soci, con risultati sovrapponibili a quelli raccolti dalle altre categorie sanitarie), della difficoltà a incassare i crediti dai pazienti, della riduzione dei dipendenti (con applicazione anche della cassa integrazione negli studi professionali).
Il 31 marzo sono stati approvati dalla Commissione degli esperti i nuovi correttivi anticrisi per adeguare gli studi di settore alla particolare congiuntura economica registrata nel 2009 e che ha interessato, in diversa misura, tutti i comparti economici. Gli interventi sono stati diversificati in base alle specificità dei diversi settori e delle realtà territoriali e prevedono: rimodulazione dell’analisi di “normalità economica”, “correttivi congiunturali di settore” e, infine, “correttivi congiunturali individuali”, che interessano la totalità dei soggetti che presentano una condizione di significativo, sistematico declino dei ricavi/compensi dichiarati.
I correttivi sono il frutto di un accurato monitoraggio dell’impatto della crisi, basato sulla raccolta delle informazioni fornite dalle associazioni di categoria (circa 200.000 esempi riguardanti la totalità dei settori economici), a loro volta incrociate con i risultati delle analisi dei settori svolte da Banca d’Italia, Istat, Prometeia e altri istituti di ricerca di primaria importanza in campo economico aziendale.

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