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Possiamo usare la parola “permanente” quando si tratta di ciò che facciamo in odontoiatria?

Le tecnologie digitali hanno flussi di lavoro avanzati nello studio dentistico rispetto al passato. (Immagine: anatoliy_gleb/Shutterstock)

mer. 19 maggio 2021

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Come tutti sappiamo, l’odontoiatria si dedica alla comprensione del funzionamento del cavo orale, del rapporto mascellare e mandibolare, della cura delle carie, della ricostruzione parziale o totale dei denti fratturati, della sostituzione dei denti mancanti, dell’estetica, del design del sorriso, del corretto allineamento dei denti, della correzione dei problemi del morso e molto altro ancora.

Indipendentemente da ciò che noi clinici facciamo per i nostri pazienti, esistono soluzioni che dovrebbero essere necessariamente considerate permanenti? Siamo tutti consapevoli che il cavo orale è costantemente sotto l’attacco dei cibi che mangiamo, dei liquidi che beviamo, degli spazzolini abrasivi, delle abitudini parafunzionali, dei traumi accidentali etc… e come risultato di questi attacchi costanti, i denti possono rompersi, possono formarsi carie e si possono perdere i denti.

Se si fa una corona su un secondo morale, quanto dovrebbe durare? E a proposito di una protesi? Bonding cosmetico o faccette in porcellana? E un impianto dentale? Quanto dovrebbero durare queste soluzioni? Se si leggono gli annunci sui servizi offerti dall’odontoiatria, se si ascolta la radio, si leggono i giornali o si guarda la TV, la parola “permanente” viene spesso applicata a ciò che noi dentisti facciamo per i nostri pazienti. Pertanto perché spesso incappiamo in professionisti del settore dentale che pubblicizzano i loro servizi come permanenti?

Nel mondo degli impianti dentali, per esempio, il concetto che siano un sostituto permanente dei denti mancanti è stato veicolato dalla stampa, dai social media, dai siti web e dalla pubblicità in radio. Una semplice ricerca online su Google riguardante gli impianti dentali utilizzando la parola “permanente” rivelerà un elenco quasi infinito di soggetti che promuovono questo concetto. Eppure sappiamo che, sebbene gli impianti siano forse la soluzione in medicina più prevedibile di sostituzione biologica, non si tratta di sostituzioni veramente permanenti.

Nel mondo odierno della disinformazione, l’industria dentale è prudente nel promuovere servizi permanenti? Questo è uno spunto di riflessione. L’uso della tecnologia e il nostro flusso di lavoro digitale hanno creato metodi che possono aiutare i medici a fornire timeline estese ai loro pazienti durante le cure. Le protesi digitali sono un esempio. Una volta che è stato progettato e finalizzato il file STL digitale, può essere memorizzato su un computer server locale o remoto per la realizzazione della protesi definitiva che verrà consegnata al paziente. In passato avremmo dovuto ricominciare tutto da capo se il paziente avesse fatto cadere accidentalmente la protesi e si fosse fratturata o persa, perché in passato si usava eliminare il modello utilizzato nella creazione della protesi.

Con il flusso di lavoro digitale, oggi, possiamo recuperare il file STL e realizzare una nuova protesi senza la necessità di ulteriori impronte o molte sedute in studio. Lo stesso si può dire per i restauri e gli impianti realizzati con uno scanner intraorale e progettati utilizzando software CAD e fresati con la tecnologia CAM. Se possiamo fare affidamento ai file quando si verificano eventi imprevisti, possiamo ricreare la corona di un impianto con un semplice click del mouse anziché molte visite in studio del paziente. Pertanto, poiché l’odontoiatria ha avuto molto successo come professione nel fornire trattamenti e soluzioni di lunga durata ai pazienti, il flusso di lavoro digitale ha portato nuove ed entusiasmanti opportunità risparmiando tempo e denaro sia per l’odontoiatra che per il paziente. Sebbene non sia ancora permanente, la tecnologia digitale ci offre soluzione aggiuntive e importanti per la potenziale durata delle cure dei nostri pazienti.

Nota editoriale: Ganz è il caporedattore della rivista internazionale digital international magazine of digital dentistry e ha trattato questo argomento nell’uscita più recente della rivista.

 

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