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Scuole di Specializzazione in Odontoiatria. Parla Gherlone, Presidente del Collegio Docenti

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Enrico Gherlone
Dental Tribune Italy

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mer. 8 giugno 2016

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All’indomani della riapertura delle Scuole di Specialità per Odontoiatria, Dental Tribune ha raccolto le dichiarazioni in merito, di Enrico Gherlone, Presidente del Collegio Docenti.

Come ha accolto lei personalmente e il Collegio la notizia dell'apertura delle Scuola specialità?
Risposta ovvia! In maniera decisamente favorevole. Per inciso durante la mia attività in seno al Consiglio Superiore Sanità fui attore e fautore della loro approvazione ritenendole fondamentali soprattutto per ciò che riguarda la legislazione italiana in merito.

Da quanto tempo ci si è battuti col Governo perché provvedesse in proposito?
Più che battuti il vero problema ha riguardato la cronica mancanza di fondi che non ha concesso al momento di potere partire con le borse ed ha portato al rischio chiusura. Cosa intollerabile per diversi motivi, il principale dei quali quello che senza specialità in Italia non si può accedere a concorsi pubblici.

Com’è la situazione dei corsi di specialità all'estero?
A macchia di leopardo. In alcune nazioni europee esiste, in altre no ed è sostituita dai Master. Come già detto è questione legata ad un obiettivo oggettivo. Se le si considera una porta di ingresso ai concorsi è una cosa, se le si vede da un punto di vista di crescita culturale, è un'altra.

Le Scuole di Specialità odontoiatrica sono solo tre. Sono sufficienti oltreché necessarie?
Ripeto per il SSN certamente si, anche se avrei preferito fosse rimasta anche la quarta in Odontoiatria generale con i vari indirizzi specialistici, dopo una piattaforma culturale iniziale. Io preferirei che ai Master si affiancassero anche le specialità nelle varie branche odontoiatriche, come peraltro avviene già in alcuni Paesi. Ma questa è solo una mia considerazione personale.

A cosa attribuisce il successo? Tempi maturi, pressing della categoria, nuova sensibilità ministeriale?
Il successo non lo attribuisco, è multifattoriale: esigenze legislative, sbocco per i neolaureati in odontoiatria e per affinare comunque le loro competenze, tempi maturi nel senso che se si continuava così rischiavano la chiusura. Inoltre rettori che resisi conto del problema con una mozione specifica hanno dato una mano. La riunione è avvenuta in marzo tra la Giunta di presidenza allargata ed i tre coordinatori nazionali delle Scuole. Si decise

  1. in primo luogo di portare avanti il “discorso borse” tra le Specialità mediche con il relativo nuovo ordinamento;
  2. di ritornare a quelle senza borsa (se momentaneamente non ci si riusciva) mantenendo però requisiti di docenza struttura e prestazioni. Ce lo richiese il rettore della CRUI quando sollecitò la nostra mozione e che io trasmisi ai ministri competenti come Presidente del collegio.

Va ringraziata anche la CAO nella persona del suo Presidente che ci è stata vicina ed ha agito secondo le vie concordate. Oltre ai tre Coordinatori delle scuole, inoltre, molti colleghi facenti parte del Collegio in varie forme hanno dato o cercato di dare il loro contributo e questo mi ha fatto molto piacere dimostrando, mai ce ne fosse stato bisogno, grande unità.

Questo nuovo avvio confermerà la fama di eccellenza dell’Odontoiatria italiana nel mondo?
L’Odontoiatria italiana non necessita di conferme… È tra le prime se non la prima anche senza le Scuole. I nostri relatori sono invidiati e chiamati dovunque, accademici e non. Questa era e resta un esigenza formativa. Speriamo che in tempi brevi si riesca a implementare il progetto facendo arrivare le borse e riportando il tutto in area medica.

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