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Ipoplasia dello smalto in un soggetto proveniente da un sito tardo medievale di Volpiano (To)

Calleri L., Fulcheri E.

Calleri L., Fulcheri E.

mar. 28 febbraio 2012

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 Il reperto proviene dal piccolo Santuario Madonna delle Grazie sito in Volpiano, comune della provincia torinese nord orientale, indagato dal punto di vista archeologico nel corso degli anni 2008 e 2009. 

L’edificio ottocentesco sorge su resti murari riconducibili a due costruzioni religiose di epoche precedenti, alle quali si riferiscono i resti umani rinvenuti: il contesto di scavo ha restituito complessivamente 10 sepolture singole in giacitura primaria, di epoca tardo medievale. A seguito dei lavori di ristrutturazione, il sito è stato restituito al culto dei fedeli.

Il soggetto “T. 8”
La sepoltura “T. 8” è rappresentata dallo scheletro di un soggetto di sesso maschile, adulto giovane: di età compresa tra i 25 e i 35 anni. Lo scheletro è parzialmente incompleto a livello delle estremitá inferiori del corpo: risultano infatti assenti le ossa del piede sinistro e la gamba e il piede destro; lo stato di conservazione generale dei distretti scheletrici preservati è buono. Il cranio si presenta sostanzialmente completo, con perdite limitate al versante nasale dell’orbita; le superfici corticali sono ben leggibili. Le ossa mascellari e la mandibola sono complete e in buono stato di conservazione.

Descrizione del caso
L’analisi dentaria ha evidenziato la presenza di tutti i denti dell’arcata mandibolare e di quella mascellare, fatta eccezione per il primo premolare mascellare destro, perso post mortem. I denti sono completamente erotti e presentano un’usura di grado due su una scala di quattro (classificazione di Brothwell, 1981). Non sono visibili carie. I denti anteriori e posteriori della mandibola presentano un modesto deposito di tartaro (grado uno su una scala di tre secondo Brothwell, 1981) distribuito in minima parte sul lato vestibolare, più marcatamente su quello linguale; tale deposito di tartaro si accompagna a una retrazione alveolare di media entità. La superficie dei processi palatini dell’osso mascellare presenta una diffusa porosità.
Sugli incisivi, sui canini e sui premolari di ambo le arcate è presente una chiara disomogeneità nello spessore dello smalto che si manifesta con evidenti solchi orizzontali paralleli distribuiti sulle facce vestibolari.

Proposta diagnostica
L’aspetto dell’alterazione adamantina permette di effettuare una diagnosi relativamente sicura: si tratta di una ipoplasia lineare dello smalto rappresentata da un deficit quantitativo e non qualitativo; tale lesione è sintomatica di una situazione di stress metabolico/nutrizionale occorsa in età infantile, precedente i 6 anni circa, in grado di causare l’arresto nella deposizione di smalto da parte degli adamantoblasti. Le cause che determinano questo tipo di alterazione sono diverse, ma possono essere ricondotte principalmente a stress metabolici, dovuti a malnutrizione o malattie di tipo infettivo insorte durante la mineralizzazione della corona dentaria. Tali aspetti, nell’epoca storica in cui viene contestualizzato il soggetto, dovettero essere di particolare intensità e per essi non possono essere immaginati interventi terapeutici o correttivi in senso lato.
Date le buone condizioni di conservazione dei resti scheletrici nel loro complesso, l’alterazione patologica dentale deve essere integrata con altri indicatori scheletrici di stress. Con l’impiego di indagini radiografiche in altri distretti dello scheletro postcraniale, vengono infatti ricercate ulteriori alterazioni distrofiche. In particolare sono da tempo studiate le strie di Harris, visibili in special modo a livello tibiale, che in paleopatologia sono ritenute estrememente sensibili e specifiche nel documentare momenti di arresto o rallentamento della crescita e quindi indirettamente segnalare eventi di grande criticità per il soggetto.

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L'articolo è stato pubblicato sul numero 2 di Dental Tribune 2012 Italy

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