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«Può un servizio televisivo fare affermazioni categoriche sulla qualità di un servizio odontoiatrico sulla scorta di dichiarazioni di persone che non hanno alcuna preparazione professionale per farlo?» – è la domanda che si pone il dr Fabio Carboncini, Presidente dell’AIOP (Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica), a seguito del servizio televisivo andato in onda sul programma “Le Iene” lo scorso martedì dal titolo “Curarsi i denti è un lusso?” in cui un giornalista viaggia su un minibus, con marchio aziendale e numero di telefono inquadrati più volte, intervistando persone dirette in Croazia per cure odontoiatriche.
«Che servizio si rende ai cittadini con queste “presunte” denunce? Con che qualifiche e secondo quali parametri – se non il proprio giudizio personale – le persone intervistate possono emettere giudizi sulla qualità comparativa delle cure? La grafica evidenzia e paragona costi completamente decontestualizzati senza spiegare se i piani di cura sono sovrapponibili. Come si può credere che una cura della durata di nove mesi sia la stessa che viene eseguita in una settimana, anche a prescindere dai costi?» – continua Carboncini.
«Si afferma, senza contraddittorio, che le cure odontoiatriche in Italia, sono molto costose perché vengono protratte al solo scopo di aumentare le parcelle, ignorando che gran parte dei costi dei dentisti italiani è da imputare proprio al tempo che i pazienti passano “inutilmente” negli studi? Perché non si parla invece di prevenzione, tempi biologici da rispettare, assistenza durante e dopo le terapie, mantenimento, tutte cose che richiedono tempo? Al contrario chi riduce l’odontoiatria ad attività meramente economica, ha interesse a proporre soluzioni rapide a prezzi bassi: più veloce è la cura, più pazienti anzi “clienti”, si soddisfano, più aumenta il fatturato. Ma aumenta anche il cosiddetto costo biologico: quanti denti non vengono curati perché si fa prima a cambiarli? Tra l’altro non è nemmeno più necessario andare all’estero per risparmiare su costi e tempi perché questa “filosofia” (fast teeth –low cost) sta prendendo campo anche in Italia, dove gli esempi sono sotto gli occhi di tutti proprio in questi giorni e, se proprio si decide di voler spendere il meno possibile, conviene farlo nel nostro Paese, dove almeno ci sono delle tutele medico-legali. Quando parliamo di salute, affermare che risparmiando su tempi e costi si “guadagna” sulla qualità, è tendenzioso perché il paziente non ha la possibilità di giudicare nell’immediato il valore reale di una prestazione (o di una protesi) perché quello che conta è il “tempo” inteso come ciò che resta nella bocca del paziente senza creare problemi, non quello impiegato per la cura» conclude il dr Carboncini.
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