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Il Botulino in Italia, un mercato in crescita: +18% dove il paziente tipo è donna tra i 35 ed 55 anni

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Ufficio Stampa AITEB

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lun. 17 novembre 2014

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AITEB - Associazione Terapia Estetica Botulino - scatta la fotografia sull’uso della tossina botulinica nel nostro Paese: un mercato da quasi 18 milioni di euro. Importanti novità per il futuro: sempre più sinergia botulino-filler in Medicina estetica e l’arrivo del nuovo botulino “liquido”.

Crescita a doppia cifra per il botulino in Italia. Lo rivelano i dati dell’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino AITEB che, in occasione del primo congresso nazionale in tenutosi a Torino venerdì 14 novembre, fa il punto sulla situazione della tossina nel nostro Paese. Anche se in Italia vengono preferiti i filler alla tossina botulinica, il mercato di quest’ultima è in recupero e interessa prevalentemente un pubblico femminile compreso tra i 35 ed i 55 anni. «L’uso della tossina botulinica nei trattamenti estetici è stato lentamente sdoganato nella mentalità collettiva», afferma Massimo Signorini, presidente di AITEB. «Gli elevati profili di sicurezza, sanciti anche dai più recenti studi clinici, fanno della tossina botulinica una delle principali sostanze per il ringiovanimento del volto». L’inglese Indipendent Healthcare Advisory Service (HIAS) ha rilevato che le complicanze mediche a seguito di trattamenti con botulino sono state pari allo 0,13%; con filler si sono registrate complicanze nello 0,25% dei casi.

I dati
A 10 anni dall’approvazione in Italia per i trattamenti estetici, la tossina botulinica registra crescite a doppia cifra: nel periodo 2011-2013 il mercato della tossina botulinica è cresciuto del 18% passando da 15 milioni di euro a oltre 17,7 milioni; solamente nel periodo 2012-2013 è aumentato del 13%. Il trend di crescita viene confermato anche nel primo trimestre del 2014: +11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Italia si conferma il quarto mercato in Europa alle spalle di Regno Unito, Germania e Francia, e davanti alla Spagna (fonte: ricerca MR:E&Y consortium data, commissionata da Allergan).I trattamenti con scopi estetici effettuati nell’ultimo anno in Italia vengono stimati intorno ai 250.000, interessando oltre 100.000 pazienti. Un dato in crescita come confermato dall’indagine condotta da AITEB.
Nel campo della medicina estetica, i filler si confermano più amati dagli italiani, anche se il loro mercato ha avuto un andamento altalenante negli ultimi tre anni passando da 31 milioni 350mila euro a 27,7 e a 31,2. Il rapporto con il botulino è passato da 1 a 2 nel 2011 ad 1 a 1,7 nel 2013, rappresentando un leggero cambio di trend. La stessa tendenza viene confermata anche nel primo trimestre 2014. In Europa, l’Italia si conferma il secondo mercato per i filler alle spalle della Francia, davanti a Germania, Regno Unito e Spagna. L’Europa continentale preferisce i filler alla tossina botulinica; non così nei paesi anglosassoni come il Regno Unito dove il rapporto è di 3 a 4 in favore della tossina (eclatante il dato USA dove il botulino rappresenta il doppio dei filler).

L’identikit del paziente
Dall’indagine che AITEB ha condotto tra i medici (medici estetici, chirurgi plastici, dermatologi) che utilizzano la tossina botulinica è emerso un quadro delle persone che fanno ricorso al botulino. Il paziente tipo è prevalentemente donna (93-95%) e ha un’età che va dai 46 ai 55 anni (60%). Si reca dal chirurgo plastico periodicamente per i trattamenti, che durano in media da 4 a 6 mesi. Gli uomini rappresentano una quota piuttosto ridotta (5-7%) e hanno in media 50 anni. Tendenzialmente il ricorso alla tossina inizia intorno ai 35 anni. Decisamente elevata la soddisfazione dichiarata dai pazienti sottoposti a trattamento estetico con tossina botulinica: nel 72% dei casi viene indicata come “soddisfazione alta”, nel 26% la soddisfazione è “estremamente alta”. Anche sul fronte dei medici che praticano il trattamento, la soddisfazione del risultato viene indicata come “alta” nel 68% dei casi, “estremamente alta” nel 17% e “media” nel 14%.
Spesso il trattamento con botulino è il primo approccio che il paziente ha con il settore della medicina e della chirurgia estetica. Dai primi trattamenti, si passa negli anni successivi ai filler o alla chirurgia plastica. Dall’indagine è emerso infatti che i pazienti che vengono trattati con tossina botulinica per la prima volta tornano a sottoporsi a trattamenti di tossina botulinica nell’87% dei casi. Il botulino è anche un traino per altri interventi, sia di medicina sia di chirurgia plastica nell’85% dei casi. Secondo il 90% degli intervistati, il numero di pazienti che utilizzando la tossina è aumentato negli ultimi anni. Il botulino viene prevalentemente utilizzato nella correzione delle zampe di galline, delle rughe glabellari e per attenuare le rughe della fronte. Più rari gli usi nella zona periorale, nella regione del naso, del mento e del collo. La zona d’elezione per il trattamento di botulino resta il terzo superiore del volto.
Il futuro
Le proiezioni sul medio periodo, vedono il mercato della tossina botulinica in Italia tendenzialmente in crescita. Tre le novità che arrivano per la medicina estetica: innanzitutto una sempre maggiore sinergia tra il botulino ed i filler. Non certo seconde, le recenti evidenze della ricerca che illustrano il potenziale anti-photoaging del botulino sulla cute. Infine dall’industria arrivano importanti novità di prodotto che presto saranno immesse sul mercato.
Per quanto riguarda il primo aspetto, «è importante sottolineare che tossina botulinica e filler stanno trovando un sempre maggiore utilizzo sinergico nell’ottica di avere migliori risultati e più duraturi», spiega Giuseppe Sito, vicepresidente di AITEB. L’utilizzo combinato riguarda in particolare le rughe cosiddette con “memoria”, ovvero «quelle che risultano non solamente più profonde e marcate, ma più difficili anche solo da attenuare che riguardano la zona perioculare e della glabella. In questi casi - prosegue Sito - la ricerca continua ha portato allo sviluppo di un utilizzo sinergico di tossina botulinica e filler. Si procede con un trattamento con botulino e a distanza di un paio di settimane, quando l’effetto della tossina è consolidato, si interviene con un filler. Grazie agli effetti differenti che queste sostanze hanno, il risultato è migliore e più duraturo».
In un contesto di continue evoluzioni, la ricerca sulla tossina botulinica sta aprendo nuove frontiere. Spiega Massimo Signorini, presidente di AITEB. «Recenti evidenze dell’azione del botulino sulla cute fanno emergere un nuovo potenziale anti-photoaging del farmaco, che potrebbe risultare estremamente interessante. Non più un effetto specifico sui muscoli dell’espressione, ma un effetto specifico sulla cute, capace di limitare i danni da esposizione ai raggi ultravioletti. Inoltre, sono in fase di sviluppo nuove formulazioni di tossina botulinica, che in futuro sarà disponibile in forma liquida, pronta all’uso, e in formulazione per uso topico, da applicarsi direttamente sulla cute evitando l’uso degli aghi. Quest’ultima formulazione, in particolare, troverà impiego prevalentemente per le zampe di gallina e per le iperidrosi».
AITEB (www.aiteb.it). L'Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino è il primo sodalizio di medici chirurghi nato con lo specifico obiettivo di sviluppare le conoscenze in merito all'uso della tossina botulinica in medicina estetica. Scopo di AITEB è coinvolgere tutti i medici italiani interessati allo sviluppo delle metodiche riguardanti la tossina botulinica in estetica e di diventare un punto di riferimento imprescindibile per i pazienti, la stampa e le autorità sanitarie interessate a questi temi. AITEB vuole favorire la divulgazione delle conoscenze sulla tossina per uso estetico; sostenere e incrementarne il livello qualitativo a beneficio ultimo dei pazienti e dei medici stessi; contribuire alla ricerca e allo sviluppo tecnico e scientifico dell'uso e della terapia con la tossina botulinica; promuovere attività formative, gruppi di studio e di ricerca sul suo utilizzo in ambito estetico, a favore degli operatori del settore; informare su rischi e benefici della terapia con essa.

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