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I numeri del diabete in Italia e nel mondo

Alessandro Genitori

Alessandro Genitori

mer. 12 dicembre 2018

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Nell’arco degli ultimi vent’anni la prevalenza del diabete, stando all’ultimo rapporto Arno Diabete (2017) è quasi raddoppiata e attualmente è del 6,34 per cento su scala nazionale. Gli esperti stimano tuttavia che i casi di diabete non riconosciuto rappresentino il 20 per cento del totale (in pratica un caso di diabete su 5 sarebbe non diagnosticato e non riconosciuto) e questo porta le stime di prevalenza di questa condizione nel nostro Paese all’8 per cento circa. Il che, tradotto in cifre, equivale ad una popolazione di 4 milioni di persone con diabete in Italia ai quali aggiungere 1 milione di diabetici che ignorano la loro condizione.

In questo contesto diventa fondamentale l’impegno di tutti, al fine di creare una vera rete di sentinelle che possano intercettare la patologia. Una mission che vede gli odontoiatri coinvolti in prima persona. Ad essere interessata dal diabete sarebbe una persona su undici nel mondo, ma in un caso su due (su scala mondiale) questa condizione non è diagnosticata. Oltre 1 milione di bambini e adolescenti sono affetti da diabete di tipo 1. Due persone su tre di quelle con diabete vivono nelle città (279 milioni).

In Italia, tra le persone con diabete il tasso di ricoveri è il doppio di quelle non affette da questa condizione e la degenza media per una persona di diabete è in media di un giorno più lunga rispetto ai pazienti non diabetici. Il costo complessivo per il monitoraggio e la cura di queste persone è il doppio dei soggetti non diabetici (in media 2.900 euro contro 1.300 euro) e la spesa è generata per almeno metà dai ricoveri; solo il 7 per cento è assorbita dai farmaci anti-diabete e il 4 per cento dai dispositivi. In generale il costo attribuibile alle complicanze e alle patologie concomitanti, diverse dal diabete, rappresenta il 90 per cento della spesa complessiva, mentre solo il 10 per cento è generato dalla gestione dal diabete di per sé.

Il 26 per cento circa dei pazienti con diabete è in trattamento con insulina (da sola o in associazione con altri farmaci); un altro 26 per cento dei pazienti è in trattamento con i nuovi farmaci anti-diabete (inibitori di DPP-4, inibitori di SGLT2, analoghi di GLP-1). La metformina, da sola o in associazione con altri farmaci è il farmaco più utilizzato (80 per cento dei pazienti). Un punto di riflessione dovrebbe venire però dal fatto che le “vecchie” sulfoniluree sono ancora utilizzate in un paziente su quattro e le glinidi nel 9 per cento dei pazienti. Le nuove edizioni delle linee guida, sia italiane che internazionali, alla luce dei rischi di ipoglicemia comportati da queste terapie, soprattutto nel paziente anziano, fragile e con pluripatologie, consigliano di non ricorrere in prima battuta a questi farmaci, ma di utilizzare preferibilmente le nuove terapie (inibitori di DPP-4, inibitori di SGLT2, analoghi di GLP-1) che sono efficaci e più sicure.

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