Nel mondo dell’odontoiatria, l’approccio al paziente è spesso limitato dalla formazione verticale dei singoli professionisti. Ma cosa succederebbe se ogni paziente potesse essere inquadrato da un sistema intelligente, capace di guidare lo studio verso il miglior piano di cura possibile, multidisciplinare e realmente personalizzato? Ne abbiamo parlato con Andrea Piantoni, CEO di IDI Evolution, creatore della piattaforma ALFRED, un gestionale cloud che promette di cambiare radicalmente il modo in cui gli studi odontoiatrici operano ogni giorno e curano i loro pazienti.
Dott. Piantoni, partiamo da una domanda semplice: perché oggi non tutti i pazienti ricevono il trattamento migliore possibile?
Perché il trattamento migliore non sempre coincide con quello che il singolo professionista sa offrire. L’odontoiatria è un mondo vasto e complesso: ortodonzia, parodontologia, implantologia, gnatologia, endodonzia… è raro trovare un clinico che padroneggi tutto. Quindi spesso, magari anche inconsciamente, si tende a proporre al paziente solo ciò che si conosce, tralasciando competenze che richiederebbero il supporto di altri specialisti. Questo però non è sempre nel miglior interesse del paziente.
È una questione di formazione o anche di organizzazione dello studio?
Entrambe. Ma l’organizzazione è il vero collo di bottiglia. Anche un dentista ben formato, se lavora in uno studio privo di strumenti digitali evoluti, rischia di dimenticare o di non avere il tempo per valutare ogni sfumatura. Lavorare in modo interdisciplinare e multidisciplinare richiede coordinamento, comunicazione tra colleghi, una visione d’insieme del caso clinico. Tutto questo è difficile da ottenere se non si ha un sistema centralizzato che aiuta il team a non perdersi nei dettagli quotidiani.
E qui entra in gioco ALFRED, giusto? Cosa fa di diverso rispetto a un normale software gestionale?
ALFRED non è un semplice gestionale: è un cervello centrale per lo studio. È un sistema in cloud che non si limita a gestire l’agenda o le fatture, ma accompagna il team clinico passo dopo passo nella creazione del piano di cura. Fin dalla prima visita, ALFRED raccoglie informazioni strategiche, guida l’odontoiatra nel corretto inquadramento diagnostico e suggerisce le aree cliniche da esplorare. Non sostituisce il medico, ma lo supporta nel non dimenticare nulla di importante.
Può farci un esempio concreto di come questo cambia la vita al paziente?
Certo. Immaginiamo un paziente che arriva per un dolore al molare. Il dentista “tradizionale” interviene sull’urgenza, magari devitalizza, sistema e saluta. Con ALFRED, invece, lo studio è guidato ad approfondire: com’è l’occlusione del paziente? Ci sono segni di bruxismo? Come stanno le gengive? Ci sono problematiche ortodontiche non esplicitate? Così si apre la possibilità di costruire un piano di cura completo, magari con il supporto di altri specialisti dello studio, migliorando radicalmente il risultato clinico e la soddisfazione del paziente.
Questo approccio però richiede più tempo, no? Come reagiscono i dentisti che usano ALFRED?
In realtà è il contrario. Una volta che il team si abitua, ALFRED fa risparmiare tempo perché riduce gli errori, evita dimenticanze, e rende più fluidi i processi. Ma soprattutto aumenta la conversione dei piani di cura: perché il paziente percepisce di essere al centro di un percorso studiato su misura, non semplicemente una “carie da curare”. ALFRED aiuta anche nella comunicazione del piano e nella parte economica, supportando la vendita del trattamento in modo etico e trasparente.
Parliamo di mini invasività: come la tecnologia può aiutare a offrire cure meno traumatiche per il paziente?
La mini invasività non è solo tecnica chirurgica, è un approccio. Quando hai un sistema che ti permette di avere una diagnosi completa fin dall’inizio, puoi pianificare meglio e spesso evitare trattamenti inutili o troppo aggressivi. Inoltre, ALFRED si integra con la diagnostica digitale, CBCT, scanner intraorali, workflow CAD/CAM… tutte tecnologie che rendono le cure più precise, più rapide e meno invasive. Un esempio? Programmare un impianto guidato fin dalla prima visita, con una protesi temporanea già pronta, riduce enormemente i tempi e lo stress per il paziente.
Quindi possiamo dire che ALFRED non serve solo ai dentisti, ma anche e soprattutto ai pazienti?
Esattamente. Il nostro obiettivo è ribaltare la prospettiva. Troppe volte il paziente si affida a un professionista sperando che faccia tutto il possibile, ma senza strumenti evoluti non è garantito. ALFRED vuole democratizzare l’accesso a un’odontoiatria moderna, multidisciplinare e centrata sul benessere a lungo termine. Vogliamo che ogni paziente, in ogni studio, possa ricevere un piano di cura ideale, costruito con intelligenza clinica, tecnologia e visione d’insieme. E proprio per questo invitiamo tutti i clinici a visitare il nostro stand a EXPODENTAL (Rimini, 15–17 maggio), dove sarà possibile provare ALFRED con una demo completa. È l’occasione perfetta per vedere dal vivo come questa piattaforma può cambiare il modo di lavorare e offrire ai pazienti ciò che davvero meritano: cure migliori, più complete e meno invasive.
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