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BERLINO (Germania): Nella nostra società moderna, i dati sono diventati una risorsa fondamentale che permette la memorizzazione e l’analisi di informazioni importanti che influenzano le decisioni e le offerte disponibili. Questo approccio si applica anche alle cure sanitarie e dentistiche, in cui i prestatori di cure mirano a fornire cure di qualità elaborando le informazioni generate sui loro pazienti – una tendenza attualmente chiamata “data dentistry”.
In uno studio recente, il Prof. Falk Schwendicke e il Dott. Joachim Krois, del Department of Oral Diagnostics, Digital Health and Health Services Research a Charité – Universitätsmedizin Berlin, hanno indagato su come l’era dei big data stia cambiando l’assistenza clinica e la ricerca.
Secondo gli autori, molte industrie hanno iniziato presto a seguire il paradigma dell’orientamento guidato dai dati e si sono rese conto che la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e le tecnologie basate sui dati plasmeranno il nostro futuro in modi che potremmo non essere ancora in grado di comprendere. Nel settore sanitario, tuttavia, e in particolare in quello odontoiatrico, la consapevolezza che i dati possono contribuire a fornire cure migliori, più sicure, più affidabili e economicamente accessibili ha iniziato solo recentemente a farsi strada.
Schwendicke e Krois hanno sintetizzato tre azioni che contribuiscono a sfruttare appieno il potenziale della “data dentistry” per la comunità odontoiatrica. La prima azione riguarda la disponibilità, il perfezionamento e l’utilizzo dei dati. Gli autori hanno affermato che gli archivi dei dati dentali devono essere scomposti e resi accessibili per l’integrazione e l’utilizzo nella ricerca e nell’assistenza clinica. I dati di routine ottenuti dai pazienti permetteranno di catturare i determinanti socioeconomici, comportamentali o ambientali della salute orale. I ricercatori dovrebbero inoltre mirare a raggiungere risultati altrettanto ampi, prospettici e mirati. In questo modo sarà possibile convalidare e migliorare modelli o simulazioni previsionali. I ricercatori odontoiatrici dovrebbero contribuire allo sviluppo di applicazioni basate sui dati, in quanto hanno la necessaria consapevolezza delle carenze e delle esigenze.
La seconda azione è la dimostrazione del valore e dell’utilità. Schwendicke e Krois dicono che l'assistenza sanitaria basata sui dati sta lentamente permeando l'odontoiatria, anche se ostacoli tecnologici come i costi elevati ne hanno limitato l’adozione. Sarà necessario rafforzare la base scientifica delle applicazioni dentali basate sui dati e dimostrare il loro impatto sul miglioramento della salute generale.
La terza azione riguarda la formazione del personale odontoiatrico. Gli autori affermano: «Educare la forza lavoro odontoiatrica e dare priorità all'alfabetizzazione dei dati nei futuri programmi di studi odontoiatrici, oltre a sostenere una più stretta cooperazione tra professionisti del settore odontoiatrico e informatico per colmare le lacune interprofessionali affronterà una serie di ostacoli all'attuazione descritti» Sarà necessario potenziare l’infrastruttura e i processi per lo scambio e l’uso interdisciplinare dei dati.
Nel complesso, gli autori hanno concluso che ci sono molti punti da affrontare per utilizzare con successo la “data dentistry”. Ma se eseguita correttamente e tempestivamente, questa pratica può portare a cure più precise, personalizzate, predittive e preventive.
Lo studio, intitolato «Data dentistry: How data are changing clinical care and research», è stato pubblicato online l’8 luglio 2021 sul Journal of Dental Research, prima di essere pubblicato in un numero.
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