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Workshop Andi a Cernobbio: come sarà la professione nel futuribile socio economico?

Gianfranco Prada al workshop Andi di Cernobbio.

lun. 12 maggio 2014

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Il titolo del V workshop indetto dall’Andi, sabato 9 maggio, nell’incantevole cornice di Villa d’Este a Cernobbio, è stato più che di ampio respiro: “In quale evoluzione socio economica troverà risorse la professione odontoiatrica del futuro?”. Ma si può ipotizzare il quadro socio economico in cui si evolverà la professione senza necessariamente allargare lo sguardo al futuro che incornicerà non solo vita ed attività dei dentisti, ma delle loro famiglie e più in generale, di tutta la società?

No, non si può. Ed infatti gli interventi di sociologi ed economista, moderati da Franco Di Mare della Rai, si è allargato “sui massimi sistemi socio economici” alla luce della crisi e dell’attuale rivoluzione industriale, la terza, dopo la classica (dickensiana) del secondo Ottocento e quella del dopoguerra, quando (1952) un tornio venne comandato per la prima volta da un computer.

Di Mare ha esordito con un’osservazione che non può non aver fatto piacere ai vertici Andi e ai presidenti provinciali accorsi in buon numero a Cernobbio: ossia l’attenzione che la maggior Associazione italiana dei dentisti dà ai problemi più generali della società (cosa che pochi altri sindacati medici fanno) grazie “anche” al workshop voluto una decina di anni fa dal past president Roberto Callioni.
Ricollegandosi etimologicamente al significato della parola “crisi”, Di Mare ha dato ampio spazio attraverso un’intervista TV registrata a Domenico De Masi, sociologo celebre ed arguto secondo cui «c’è un fantasma che gira per l’Europa ed è il modello di sviluppo». In realtà sia De Masi che Maura Franchi, sociologa a Parma e Stefano Micelli della Ca’ Foscari, relatori della mattinata, sono d’accordo che occorra una diversa distribuzione mondiale di ricchezza.

Se le nuove tecnologie sono spietate “job killer”, istruttrici di posti di lavoro, del resto storicamente anche nelle altre rivoluzioni industriali hanno sempre “ucciso” parte dell’occupazione. Il vero problema è “quale direzione percorrere?” Perché, parafrasando Seneca, “nessun vento è favorevole, se il marinaio non sa dove volgere le vele”. Alcune indicazioni provengono dai consumi che “parlano di noi (e non solo del mercato)”come si evince dalla modifica del paniere, espressione di un cambiamento non solo di abitudini consumistiche, ma di valori.

Micelli ha ipotizzato l’avvio di una manifattura definitiva “additiva” non sottrattiva, come in passato: in parole più semplici, grazie alle tecnologia in 3D un prodotto futuro sarà molto più espressione della creatività individuale che non di una produzione massificata. Naturalmente data la circostanza non si potevano non applicare questi interrogativi-base alla medicina, definita «in prima linea nella terza rivoluzione industriale». Per stare più in ambito odontoiatrico: le protesi future saranno fortemente personalizzate, con denti stampati in resina nel giro di pochi minuti. Sui temi più specificatamente odontoiatrici si sono intrattenuti anche i relatori del pomeriggio: Dario Rghetti, della Deloitte, Società specializzata in revisione bilanci, Aldo Piperno dell’Università di Napoli che ha parlato della attualità della professione odontoiatrica nel nostro Paese e Francesco Maietta (Censis) di sanità integrativa per un’odontoiatria di qualità, ma sostenibile per tutti.

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