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Le malattie non trasmissibili (Ncds) sono un ostacolo allo sviluppo socio-economico

mar. 2 ottobre 2012

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L’FDI, la World Dental Federation, si è battuta per anni per un obiettivo prioritario: inserire le malattie orali tra quelle non trasmissibili dell’Onu e dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità).

 L’elenco attuale comprende il cancro, il diabete, le malattie delle vie respiratorie e cardio-vascolari. Quella orale - dice la Federazione - dovrebbe essere inclusa, in quanto ha in comune fattori di rischio propri delle Ncds (malattie non trasmissibili). Quel che segue è il commento di un relatore congressuale dell’FDI, Martin Gillis, Facoltà di odontoiatria dell’Università di Dalhousie (Halifax, Canada).
Nel settembre 2011 si è tenuto a New York City un incontro di alto livello dell’Onu sulle malattie non trasmissibili (Ncds), che ha costituito uno spartiacque nella lotta globale contro tali malattie, in quanto dagli Stati membro delle NU è stata fatta propria una dichiarazione politica che le riguarda. Ossia: tutte le nazioni devono agire contro quest’epidemia globale. Le quattro principali Ncds (malattie cardiovascolari, cancro, diabete e malattie respiratorie) sono responsabili per il 60% dei decessi a livello mondiale e dell’80% delle morti in Paesi a basso e medio reddito nel 2005. L’Oms stima che i decessi causati dalle Ncds aumenterà nel complesso del 17% entro il 2015.
Ci sono quattro principali fattori di rischio che alimentano l’incidenza crescente di tali malattie: l’uso del tabacco, l’abuso di alcol, la cattiva alimentazione e l’inattività fisica. Per invertire la tendenza all’aumento, per prevenirle e tenerle sotto controllo è fondamentale ridurre al minimo la possibilità di esposizione. Se ciò non avviene, questo tipo di malattia continuerà a costituire un grosso freno allo sviluppo socio-economico, un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda Post-2015 delle Nazioni Unite riguardante lo sviluppo.
Le malattie orali ossia le Ncds più comuni e più costose da trattare, costituiscono un problema per la salute pubblica globale. La dichiarazione politica di cui sopra osserva che malattie orali “hanno fattori di rischio comuni e possono beneficiare di risposte comuni”. Pertanto gli interventi e le strategie per migliorare l’alimentazione dovrebbero avere un impatto positivo su tutte le Ncds, tra cui la prevenzione e il controllo delle malattie orali. L’Onu sa come trattarle, perchè si tratta di agire rendendo operativi piani già esistenti come la strategia globale Oms sulla dieta, sull’attività fisica e la salute, utilizzando processi e strutture come l’Oms per affrontare cure innovative e la cronicità (Innovative Care for Chronic Conditions Framework). L’Oms sarà la principale agenzia ad attuare misure di prevenzione e controllo per le malattie non trasmissibili. Tuttavia, per conseguire progressi occorre un approccio multiplo in vari ambiti. Per quanto riguarda l’alimentazione è necessaria un’azione coordinata con altre Agenzie Onu e sue controllate come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) e la Commissione del Codex Alimentarius, la collaborazione con altri Enti tra cui le Ong internazionali come FDI e l’International Diabetes Federation.
Si sa che una dieta comprendente cibi conservati con alto contenuto di grassi, sale e zucchero è cosa abbastanza comune nella odierna società. Migliorare l’alimentazione imporrà ai governi l’adozione di leggi e di regolamentazioni con pesanti riflessi sulle politiche riguardanti la salute. È necessaria una diversa filosofia in ambito agroalimentare per fornire cibi sani a prezzi accessibili; Enti di assistenza sanitaria che educhino e facilitino cambiamenti nel comportamento del pubblico per raggiungere un sano stile di vita. Per futuri successi nella lotta alle Ncds anche alcune partnership sono fondamentali. Molte Ong e organizzazioni della società civile si sono già unite nell’“Alleanza Ncds” e in quella “mondiale dei professioni della salute” per condividere competenze e coordinare sforzi nel promuovere il cambiamento. L’FDI e l’International Diabetes Federation (IDF) riconoscono l’importanza di tali partnership. Lo testimonia tra l’altro, la diffusione al Congresso Mondiale Dentale del 2007 di Dubai, di un “Invito all’azione per la gestione dei casi integrati del paziente diabetico” che ha spinto l’IDF a destinare risorse per la salvaguardia della salute orale per chi fornisce cure ai diabetici, promuovendo in tal modo una maggior consapevolezza dell’importanza del benessere della bocca nella gestione della malattia diabetica. Oggi è nostro compito sottolineare la dichiarazione politica avente per oggetto le Ncda, facendo fronte a questioni complesse come può esserlo la cattiva alimentazione. Attenuare questo specifico fattore di rischio renderà più facile prevenire e controllare le malattie orali e il diabete di tipo 2.


Martin Gillis è Assistant professor e membro del Consultative Section on Diabetes Education dell’IDF. Si occupa inoltre della salute orale per conto dell’IDF. È autore di una relazione dal titolo “Cattiva alimentazione, fattore di rischio in testa all'epidemia delle malattie non trasmissibili” facente parte del programma scientifico del Congresso mondiale dentale FDI 2012 nella stanza S221 del HKCEC.


 

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