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Reinventare la professione senza pensare al futuro come a "un passato già vissuto"

R. Longhin

R. Longhin

mar. 13 dicembre 2016

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La fotografia dell’odontoiatria che cambia è un’immagine nitidissima a tutti i dentisti. Se la si confronta con quella di soli 20 anni fa ci si rende immediatamente conto del radicarsi di nuove forme di esercizio professionale che lentamente stanno prendendo il sopravvento grazie al pesante ingresso del capitale nel mercato delle cure dei denti.

I grandi gruppi che gestiscono il mercato privato della salute hanno conquistato anche questo terreno come dimostrano le iniziative capitalistiche dei centri low cost, il sistema delle cure prefinanziate, la pubblicità dilagante, con cui il professionista tradizionale non sa competere. Sono terreni a lui sconosciuti, sono modelli operativi nuovi, difficili anche solo da capire per una categoria ancorata a schemi obsoleti e ad ottiche individualistiche, come ho avuto modo di commentare sul numero di novembre di Dental Tribune.

Qualche tentativo di affrancarsi da questa vecchia mentalità, per il vero, si riscontra tra gli ortodontisti. I più giovani si sono reinventati freelance, cercando nel loro piccolo di fare rete mantenendo una propria identità, ottimizzando l’organizzazione e abbattendo i costi per poter continuare a vivere di professione. La loro piccola metamorfosi è però poca cosa per contrastare le nuove idee del mercato. Un noto marchio ha iniziato a vendere direttamente al cliente le conosciutissime mascherine invisibili per raddrizzare i denti con metodo fai da te.

L’iniziativa può apparire una provocazione destinata al fallimento se non fosse che sono stati proprio i dentisti a preparare questo mercato. Essi da tempo hanno sposato questa tecnica di cura, accettando il ridimensionamento del loro ruolo professionale a quello di promotori commerciali, di controllori indiretti, di strumenti della grande industria dei dispositivi invisibili. Sicuramente una grande novità, indiscutibilmente una nuova moda, ma soprattutto un piccolo business per quanti hanno lucrato marginalmente per qualche anno sull’opera dell’industria.

La grande industria, però, preparato e conquistato grazie a loro uno spazio sul mercato sta elegantemente congedando i professionisti, suoi intermediari, e sdoganando il sorriso sicuro “fai da te”. Una proposta commerciale accattivante, ma tutt’altro che improvvisata. Raddrizzare i denti con allineatori trasparenti su misura che si adattano facilmente e sotto la cura di un dentista invisibile che prescrive e supervisiona il trattamento virtuale. Basta ordinare via mail un kit, acquistabile per pochi dollari, rilevare le impronte e tutto il resto giungerà al domicilio per consentire a chiunque di ottenere una bocca perfetta. Il tutto ad un prezzo impossibile da praticare in un qualsiasi studio italiano. Questo già oggi.

Il prossimo futuro non è difficile da immaginare se si pone attenzione agli scanner intraorali prossimamente accessibili con un semplice computer, alla disponibilità di diagnosi on line, alla sovrabbondanza di professionisti di altri continenti le cui prestazioni costano infinitamente meno di quelle di casa nostra.

È la dura legge del mercato. Il commercio globale ha conquistato un nuovo settore che si affianca a quello dei tutori ortopedici, degli occhiali e a tutti quei dispositivi medici da tempo presenti sul mercato.

Era il 1993 quando gli ortodontisti faticavano a capire l’importanza della direttiva 93/42/CEE, poi recepita nel decreto legislativo 46/97 nel quale il legislatore italiano ha fissato le regole per il commerciante, per il fabbricante, per la messa in commercio dei dispositivi medici. Sono passati solo 20 anni e il mercato globale, dove anche la salute è ormai considerata alla stregua di una merce, ha aggiunto una nuova tessera nel mosaico della professione odontoiatrica.

Gli odontoiatri stentano a capire l’immagine di questo mosaico che non colgono appieno, ma le sue sfumature sono però chiarissime: il mercato non ha infatti ideato la vendita del sorriso fai da te, ma ha sdoganato il trattamento ortodontico a distanza ovvero le cure on line.

Ho sentito i dentisti scandalizzarsi e dichiarare di voler combattere il fenomeno. A costoro non posso che ripetere che per questa strada subiranno un declino sempre più incombente, almeno fino a quando non sapranno reinventare la loro professione senza però pensare al futuro dell’odontoiatria come un passato già vissuto.

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