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Dal workshop Andi di Cernobbio una fotografia piuttosto “mossa” del rapporto dentista paziente

Massimo Boccaletti

Massimo Boccaletti

mer. 16 maggio 2012

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Nell’ambito del IV Workshop di Economia e Odontoiatria, organizzato da Andi, si sono confrontati sabato 12 maggio a Cernobbio, nell’incantevole cornice del Grand Hotel Villa d’Este, dentisti, economisti e sociologi su un tema piuttosto impegnativo: “Dai nuovi bisogni del paziente alla rimodulazione della professione: sei dentro o fuori del tuo tempo?”.

L’incontro che prende le mosse, come ha detto in apertura il presidente Andi, Gianfranco Prada, dall’interrogativo su quale professione e quali sfide ipotizzare dinanzi al cambiamento dei tempi. Premesso che anche il paziente è cambiato, che va quindi intercettato e fidelizzato, occorre chiedersi quali ne siano le aspettative, ma soprattutto quale percezione abbia del curante. Ma anche viceversa. Dopo i saluti di rito (Unidi, Promunidi, Fondazione Andi, Ancad, Ordine dei Medici e Prefettura di Como), il workshp ha sciorinato una lunga carrellata di cifre, alcune assai significative, legate al rapporto e commentate dal primo degli illustri intervenuti, Renato Mannheimer, docente all’Università degli Studi Milano Bicocca e presidente Ispo.
Presentato da Franco Di Mare, noto giornalista Rai e abile moderatore, ha analizzato da vicino i dati del sondaggio sulla “Percezione del dentista da parte della popolazione e suoi nuovi bisogni emergenti” rilevando un dato fondamentale, tra gli altri: che assai elevata (9 su 10) la percentuale dei clienti (pardon, pazienti, come lo ha garbatamente corretto il past president Roberto Callioni) aventi fiducia nel dentista. Sentimento prezioso quanto raro, grazie al quale la categoria odontoiatrica viene assimilata ad altre (vigili del fuoco, carabinieri) nl cui è ancora elevato l’indice di gradimento della popolazione. Fiducia sì, ma l’indagine rivela che è anche cospicuo il numero dei “potenziali adulteri” (come Mannheim li definisce), ossia 14 milioni, il 24%. Pazienti che pur fidelizzati, sono propensi a “tradire”, ossia a considerare la possibilità di cambiare dentista. Altra cifra significativa è il cosiddetto “mercato potenziale”: se l’83% giura che non andrà mai all’estero per farsi curare, risulta tuttavia un 9% da intercettare (ossia 5 milioni) che invece ci andrebbe.
La conclusione di Mannheimer è che il quadro che emerge dall’indagine probabilmente è assai più positivo di quel che la categoria si aspettasse e che a conti fatti, esiste un notevole mercato di sviluppo potenziale (dal 15 al 20%), essendo tuttavia i dati rilevati a marzo e avendo la crisi nel frattempo continuato a mordere, l’opinione diffusa è che il quadro sia destinato ad aggravarsi, anzi si sia già aggravato. Enrico Gherlone, presidente eletto del Collegio Docenti e Membro del Consiglio superiore di Sanità, ha infatti ammonito che dai dati in suo possesso ben il 57% degli italiani non è mai andato dal dentista e che è in corso una spersonalizzazione del rapporto, gran brutto campanello di allarme per tutti (altro che fidelizzazione!) e pur ammettendo, assieme ad altri, che talvolta non sono le cifre negative in sé, ma è la conflittualità interna della categoria che le fa apparire più tali. Sul come tuttavia mantenere quel “tesoretto” di fiducia che indubbiamente esiste, l’Esecutivo Andi si riserva di riflettere nell’“incontro politico” in programma a Torino nel fine settimana successivo al workshop (18 maggio).
Esaurito il breve intervento a carattere eminentemente autobiografico di Paolo Gualandi, rappresentante legale della Coswell, ha finalmente preso la parola l’ospite in tutti i sensi più atteso del meeting (è arrivato in grande ritardo), Vittorio Sgarbi. Il quale, non senza aver provocatoriamente definito “idiota” lo slogan che ispirava il workshop, ha parlato a braccio, con consumata eloquenza e vasti richiami storico artistici (ma anche con un’ampia digressione sul termine “stronzo”) intrattenendo i presenti in una lectio magistralis basata sulle caratteristiche pittorico-emotive, scontate e non, di sorrisi famosi e meno famosi, in un excursus che ha preso le mosse dal celebre Apollo di Vejo, fino al celeberrimo accenno di sorriso della Gioconda e ad altri esempi pittorici cronologicamente più recenti.
Il workshop si è concluso nel pomeriggio, con due articolati interventi di Aldo Piperno, sociologo dei fenomeni economici e del lavoro all’Università di Napoli, sui “Vantaggi e svantaggi dell’evoluzione dal modello di studio monoprofessionale a quello societario” e di Alessandra Mazzei, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese allo Iulm di Milano, che disquisendo sul “Come ottimizzare il rapporto e gestire le percezioni del paziente nello studio odontoiatrico” ha sottolineato il vasto gap esistente tra le risposte-percezione dei pazienti e quelle di parte odontoiatrica. “Il dentista tradizionalmente è un individualista – ha commentato in chiusura di convegno la docente – ma deve anche imparare a valorizzare la cd. “economia della connettività”, curando comportamenti, reti di relazione, comunicazione”.

 

Disponibile sul sito www.andi.it la registrazione video dell'evento.
 

L'articolo è stato pubblicato sul Today Amici di Brugg di maggio 2012.

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