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La sostenibilità delle prestazioni odontoiatriche passerà anche attraverso le regole che saranno stabilite e promosse per i Fondi integrativi regionali-nazionali o aziendali che potranno garantire un’ampia accessibilità alle cure odontoiatriche da parte della popolazione. Pubblichiamo al proposito alcune significative osservazioni di Luigi Paglia
Come fare per attuare un’alleanza virtuosa tra professionisti, pazienti e gestori del fondo (che sembra di capire potranno essere “profit” oppure “non profit” a seconda dei casi). Per raggiungere quest’obiettivo, credo debbano sussistere alcuni prerequisiti fondamentali che attualmente non riscontro e che rendono difficoltosa la sostenibilità del sistema:
- a contrattazione con i professionisti o le strutture dovrebbe avvenire sulla base della qualità della prestazione, non solo della tariffa;
- i professionisti dovranno discutere, accettare e mettere in pratica norme fortemente penalizzanti per chi, fra loro, violasse le regole che determinano le modalità di rimborso delle prestazioni eseguite. (“le prestazioni fantasma” sono il flagello di tutte le convenzioni);
- la qualità della prestazione dovrà essere individuabile e controllabile (la categoria è pronta?);
- i professionisti dovranno impegnarsi a contenere i costi per poter offrire i servizi al più vasto numero di cittadini;
- detraibilità fiscale completa dei premi versati ai Fondi e una decisamente più significativa delle cure odontoiatriche (uniche prestazioni sanitarie peraltro non garantite dallo Stato).
Dovremo poi avere la possibilità di controllare anche l’efficienza dei fondi dal punto di vista amministrativo-gestionale. Per non creare ulteriori costi occorre infatti tenere sotto controllo la proliferazione di personale amministrativo che gestisce le pratiche di rimborso e i relativi quattrini dei cittadini (impiegati, manager, avvocati) che poco hanno a che vedere con la salute del cittadino ma che immancabilmente compaiono numerosi e premurosi a tutelarla in queste strutture. In poco tempo possono diventare un concentrato micidiale di “burocrazia” improduttiva da fare impallidire quella che già attualmente abbiamo in “carico” come liberi professionisti.
Insomma il dibattito sui Fondi va, a mio avviso, aperto al più presto. Creare le condizioni per un dibattito pacato, lontano da ogni possibile strumentazione, utile a tutta la categoria è il compito che spetta ai dirigenti delle nostre Associazioni e ai Sindacati di categoria.
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