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Fondi UE: Bruxelles apre la porta ai professionisti

Foto: Parlamento europeo Bruxelles (freeimages.com)

gio. 15 maggio 2014

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La Commissione europea ha varato il Piano d'azione per sostenere le libere professioni, con possibilità di accedere ai finanziamenti europei. Per Gaetano Stella (presidente Confprofessioni): «Una svolta epocale per i professionisti italiani ed europei».

Formazione all’imprenditorialità, accesso ai mercati, riduzione dell’onere amministrativo, accesso al credito, partecipazione ai programmi e progetti europei. Si muove lungo 5 direttrici il “Piano d’azione per sostenere le attività delle libere professioni” lanciato il 9 aprile a Bruxelles da Antonio Tajani. L’iniziativa prende le mosse dal “Piano d’azione imprenditorialità 2020”, presentato ad inizio 2013 dalla Commissione per rilanciare in Europa lo spirito imprenditoriale. «Per i professionisti si apre una nuova stagione di crescita e sviluppo. Le linee d’azione per sostenere le loro attività segnano una svolta epocale rispetto alle politiche europee sulle professioni e riconoscono il valore e il ruolo imprenditoriale dei liberi professionisti che potranno così accedere ai benefici limitati finora alle PMI a cominciare dai fondi europei» commenta Stella, che ha partecipato al Gruppo di lavoro della Commissione UE. «Il nuovo atteggiamento dell’Europa verso le professioni potrà favorirne la crescita in termini di innovazione, internazionalizzazione e credito. Tocca ora all’Italia, in particolare alle Regioni, recepire il nuovo orientamento affinché le buone prassi si trasformino in buone opportunità per i professionisti».

Quasi 3,7 milioni di imprese operano nei servizi professionali, scientifici e tecnici, con 11 milioni di occupati ed un giro di oltre 560 miliardi di euro. Di qui i servizi professionali come “motore di un’economia basata sulla conoscenza e la natura ad intensità di conoscenza dei prodotti e servizi forniti”. In un quadro europeo disomogeneo per accesso e regolamentazione delle attività intellettuali, la chiave per aprire l’Europa ai liberi professionisti è l’assimilazione alle attività imprenditoriali, senza dimenticare che per le libere professioni è richiesta una formazione umanistica o scientifica. La Corte di giustizia le inquadra come “attività dal marcato carattere intellettuale, che richiedono qualifiche ad alto livello, solitamente soggette a una regolamentazione chiara e rigorosa. Nell’esercizio, l’elemento personale è importante ma comporta sempre un’ampia indipendenza”.

Il “Piano d’azione per sostenere le attività delle libere professioni” è l’ultimo atto di Bruxelles per modernizzare il quadro normativo europeo: un processo che abbraccia la direttiva servizi e il diritto comunitario sulla concorrenza, fino al riconoscimento delle qualifiche, direttiva/asso nella manica di Bruxelles e una delle dodici priorità del Single Market Act (Atto per il mercato unico). Entrata in vigore la Direttiva 2013/55/UE del 17 gennaio 2014 che modifica quella sulle qualifiche professionali, gli Stati membri hanno tempo fino a gennaio 2016 per recepire le nuove regole, tra cui la tessera professionale europea. Obiettivo dichiarato di Bruxelles è creare un clima imprenditoriale più favorevole alle libere professioni.

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