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Restauri diretti complessi in composito Ormocer nella regione posteriore. Caso clinico

I denti sono stati micro abrasi con aria con ossido di alluminio da 27 micron. È stata poi eseguita una mordenzatura selettiva dello smalto con Futurabond U. Le cuspidi linguali sono state realizzate con un composito a base di pura ceramica Ormocer per tecnica bulk-fill (Admira Fusion X-tra, tinta U, VOCO).
C. Tam

C. Tam

mer. 11 gennaio 2017

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Per motivi economici, i pazienti e i dentisti spesso si trovano obbligati a usare materiali da restauro per il trattamento di ampi difetti estetici funzionali e strutturali. Questo caso clinico dimostra come un innovativo composito ceramico, organicamente modificato, con uno stress da contrazione e una contrazione del volume particolarmente bassi, possa essere utilizzato per restaurare i denti, preservando la sostanza dentale. La funzionalità occlusale è fondamentale per la longevità del restauro.

Una paziente donna di 71 anni si è presentata in studio richiedendo la sostituzione dei restauri in composito incongrui e di dimensione eccessiva del primo e del secondo molare inferiori di destra (46 e 47). La corona naturale presentava ancora una piccola quantità di struttura residua e la paziente non desiderava rimuovere ulteriore struttura dentale. Per motivi economici, la paziente non desiderava alcun trattamento protesico, come restauri in ceramica. Alla paziente è stato consigliato un complesso onlay diretto in resina che necessitava di una riduzione della cuspide funzionale e non funzionale. Con questo approccio non convenzionale era importante che il design occlusale tenesse in considerazione i punti di forza e quelli di debolezza sia del materiale da restauro sia della struttura dentale residua.
Alla paziente è stata somministrata anestesia locale con una tubofiala di articaina al 4% con adrenalina 1:100.000, i denti sono stati isolati con una diga di gomma prima della rimozione dei restauri esistenti. Al fine di assicurare una base di dentina dura, esente da carie, sono stati eseguiti tre controlli consecutivi con un rilevatore di carie (Caries Marker, VOCO). È stato misurato lo spessore delle cuspidi residue ed è risultato essere di 3 mm alla base. I margini sono stati fortemente bisellati per massimizzare la quantità del materiale da restauro pianificata con una riduzione minimale nella regione delle cuspidi, ottenendo così un’ampia superficie di contatto. Per le aree della cavità da trattare, non sono stati pianificati contatti in centrica o altri contatti funzionali estesi.

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