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Restauri diretti in composito con le nuove matrici V4-Ring Micerium

Fig. 3 - Primo accesso alla lesione cariosa sul 24 distale e protezione del 25 con una matrice e un cuneo.
F. Simoni & L. Vanini

F. Simoni & L. Vanini

mer. 28 maggio 2014

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In conservativa, come in tutta l’odontoiatria, per eseguire una corretta diagnosi è indispensabile un esame radiografico dettagliato (bite wings o status radiografico) e l’utilizzo di sistemi di ingrandimento1. Una volta effettuata una corretta diagnosi, il primo passaggio è quello di eliminare l’infiammazione gengivale istruendo il paziente sulle metodiche di igiene orale ed effettuando una semplice igiene o una preparazione parodontale non chirurgica2.

Successivamente si può procedere con l’eliminazione della lesione cariosa. Questo articolo descrive i passaggi più importanti per realizzare correttamente un’otturazione di II classe utilizzando le nuove matrici V4-Ring Micerium.

Caso clinico
Valutata clinicamente e radiograficamente la lesione cariosa distale al secondo premolare superiore di sinistra (Figg. 1, 2), viene eseguita un’anestesia plessica con articaina 1:100.000.
Prima di procedere con la rimozione della lesione cariosa è bene proteggere il dente adiacente con una matrice e un cuneo (Fig. 3). Una volta verificata l’efficacia dell’anestesia, viene eseguito l’accesso alla cavità e si procede al montaggio della diga di gomma. Isolato il campo operatorio la carie viene rimossa utilizzando prima una fresa troncoconica a granulometria media montata su contrangolo ad anello rosso (Fig. 4), poi una fresa a rosetta montata su contrangolo ad anello blu (Fig. 5) e infine si procede alla rifinitura con una fresa a granulometria fine montata su contrangolo ad anello rosso (Fig. 6) e con un gommino rosso montato su contrangolo ad anello blu (Fig. 7).

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Per ottimizzare la preparazione della cavità al livello marginale si utilizzano strisce metalliche prima (Fig. 8) e di carta poi (Fig. 9). Ogni passaggio è di fondamentale importanza, dalla rimozione della lesione cariosa alle fasi di rifinitura della cavità. Ogni approssimazione può compromettere il risultato a lungo termine e la resa estetica dei restauri3. Terminata la preparazione si procede al montaggio delle matrici V4-Ring Micerium (Figg. 10, 11) utilizzando la pinzetta specifica, che posizionata nell’apposito foro presente sulle matrici facilita notevolmente il loro inserimento (Fig. 11). Verificato il corretto montaggio viene inserito il cuneo e l’anello delle V4-Ring interamente trasparenti (Figg. 12-15) che consentono il passaggio della luce permettendo una polimerizzazione a 360°. Dopo il montaggio della matrice si iniziano le fasi adesive mordenzando per 30 secondi con ENAetch Micerium (Fig. 16). Viene utilizzato un brush per distribuire omogeneamente l’acido (Fig. 17), si lava con acqua per 30 secondi e con clorexidina digluconata allo 0,2%4 (Fig. 18), si applica ENAbond Micerium per 60 secondi (Fig. 19), si polimerizza per 40 secondi5 (Fig. 20) e infine si utilizza ENAseal Micerium per 30 secondi7 (Figg. 21, 22).

Infine si polimerizza nuovamente per 40 secondi6 (Fig. 23). Rispettare il protocollo adesivo è indispensabile per eliminare la sensibilità post-operatoria e per garantire una buona durata dei restauri senza incorrere in carie secondarie8. Eseguite le fasi adesive viene ricostruita la parete interprossimale9 con ENAMEL Plus Function 2 Micerium (Fig. 24) e successivamente, grazie alle nuove matrici V4-Ring Micerium è possibile polimerizzare vestibolarmente, palatalmente e occlusalmente.

Una volta terminata la ricostruzione con la dentina ENAMEL Plus UD3 Micerium e lo smalto ENAMEL Plus Function 2 Micerium, viene caratterizzato il solco con Stain Brown 2 Micerium e la cresta marginale con Intensiv White Micerium10,11. Conclusa la modellazione, la ricostruzione viene rifinita a livello interprossimale con una striscia di carta. Viene effettuato un controllo dell’occlusione (Fig. 25), e una radiografia (Fig. 26), per poi terminare il restauro lucidando con cura. Un restauro ben lucidato è infatti meno attaccabile dalla placca batterica, è più rispettoso dei tessuti parodontali ed ha un miglior comportamento estetico nel tempo3-12 (Fig. 27).

Bibliografia
1. Ricci G. Quintessenza 2012, Capitolo 1 Diagnosi dal testo “Diagnosi e Terapia Parodontale”.
2. Ricci G. Quintessenza 2012, Capitolo 2 Terapia Parodontale non chirurgica dal testo “Diagnosi e Terapia Parodontale”.
3. Vanini L. ACME 2003, Capitolo 5.5 La forma in odontoiatria ricostruttiva: la rifinitura, lucidatura e brillantatura dei restauri in composito dal testo “Il restauro conservativo dei denti anteriori”.
4. Breschi L., Cammelli F., Visintini E., Mazzoni A., Vita F., Carrilho M., Influence of chlorhexidine concentration on the durability of etch and rinse dentin bonds: a 12-month in vitro study, J. Adhes. Dent. 2008.
5. Vanini L. ACME 2003, Capitolo 3.8 Compositi e adesione: la polimerizzazione dal testo “Il restauro conservativo dei denti anteriori”.
6. Van Meerbeek B., De Munk J., Yoshida Y., Inoue S., Vargas M., Vijay P. et al. Buonocore memorial lecture, Adhesion to enamel and dentin: current status and future challenges. Oper Dent 2003; 28: 215-235.
7. D’Arcangelo C,, Vanini L, et al. The clinical influence of adhesive thickness on the microtensile bond strength of three adhesive systems, J. Adhes. Dent. 2009 Apr; 11 (2): 109-15.
8. Drummond J.L. Degradation, fatigue, and failure of resin dental composite materials, J. Dent. Res. 2008 Aug; 87 (8): 710-719.
9. Magne P., Dietschi D., Holz J. Esthetic restorations for posterior teeth: pratical and clinical considerations, Int. J. Periodontics Restorative Dent. 1996; 2: 105-119.
10. Vanini L. ACME 2003 dal testo “Il restauro conservativo dei denti anteriori”, Capitolo 4.9 La tecnica di stratificazione: costruzione degli “intensivi”.
11. Vanini L. ACME 2003 dal testo “Il restauro conservativo dei denti anteriori” Capitolo 4.11 La tecnica di stratificazione: costruzione delle “caratterizzazioni”.
12. Vanini L. ACME 2003 dal testo “Il restauro conservativo dei denti anteriori” Capitolo 7.3 Estetica e architettura gengivale: contorno gengivale e restauri adesivi.1. Ricci G. Quintessenza 2012, Capitolo 1 Diagnosi dal testo “Diagnosi e Terapia Parodontale”.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 2 di Cosmetic Dentistry Italy 2014

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