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Quando la mini invasività migliora l’estetica: il trattamento di una MIH, dalla microabrasione all’infiltrazione, passando attraverso la remineralizzazione

Fig. 3

Descrizione
Un giovane paziente di anni 25 presenta due localizzazioni discromiche di MIH, e richiede un trattamento a fini estetici sull’elemento 1.1 e 2.1. La superficie dello smalto appare liscia ed integra.

L’elemento 1.1 risulta necrotico e con canale calcificato a seguito di una caduta, come confermato dall’endodontista. Le localizzazioni discromiche erano già presenti prima del trauma (Figg. 1, 2). Al fine di definire la tipologia idonea di trattamento, si procede con la transilluminazione da palatale, la quale evidenzia che le aree ipomineralizzate interessano lo spessore interno dello smalto (Fig. 3).

Materiali e metodi

Si procede dunque con una fase prolungata di remineralizzazione domiciliare con mascherine termostampate e mousse biosmalto remineralizzante a base di F-ACP complex (Fig. 4). Successivamente si effettua uno sbiancamento professionale con Opalescence Boost al 40% PF in 2 sedute da 45 min ciascuna. La remineralizzazione tenderà a stabilizzare i difetti dello smalto e lo sbiancamento contribuirà alla riduzione degli stessi. Il risultato ha soddisfatto il paziente, passando da A3, A2 (su inc. inferiori) a un A1, B1.

Il trattamento è stato performante anche per l’elemento 1.1, ma le fasi di remineralizzazione e sbiancamento non state sufficienti alla riduzione delle lesioni bianche dello smalto (Figg. 5, 6). Le lesioni bianche appaiono più accentuate, pertanto optiamo per l’infiltrazione con Icon (Fig. 7). Quindi si procede con l’infiltrazione mediante resina, informando il paziente che nel caso in cui il trattamento non soddisfacesse completamente le sue aspettative è possibile procedere con una successiva macroabrasione ad opera dell’odontoiatra (Figg. 8-14).

Conclusioni
L’esito positivo del trattamento ha consentito di sbiancare con soddisfazione da parte del paziente l’elemento 1.1 (necrotico con canale calcificato) grazie al 40% Pf di Opalescence Boost, il quale è performante anche in questi casi. È comunque fondamentale informare il paziente sin dall’inizio che il trattamento sbiancante su elemento 1.1 può andare incontro più facilmente a recidiva (Figg. 15, 16).

 

Bibliografia

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