Amsterdam. All’EuroPerio9 è stato annunciato un nuovo sistema per la classificazione dello stato di salute del parodonto (malattie e sue condizioni) oltre alle patologie perimplantari. Risultato di un lavoro congiunto condotto a Chicago nel 2017 dalla EFP e dalla American Academy of Periodontology (AAP), questo aggiornato sistema arriva circa due decenni dopo l’ultima classificazione ad ampio raggio delle patologie fornendo un significativo numero di nuovi dati e di nozioni raggiunte in questo periodo.
Presieduta da Maurizio Tonetti e da Kenneth Kornman dinanzi ad un folto pubblico, la ricerca “News from the world workshop on classification: critical factors in periodontology” ha fornito ai partecipanti uno sguardo approfondito sulle scoperte provenienti da questo workshop e sue implicazioni cliniche. Il workshop raccoglieva più di 100 esperti da Europa, America, Australia e Asia che hanno rivisitato la letteratura esistente per creare una generale uniformità consentendo così delle cure standardizzate per pazienti di tutto il mondo. Elogiando il lavoro compiuto dagli esperti come un «processo approfondito, onnicomprensivo ed aperto», Tonetti ha enfatizzato il fatto che grazie alla loro obiettività, le scoperte erano da intendersi come le più credibili possibile, nella speranza di «fornire una visione che impronterà le future terapie parodontali»,
Kornman ha sottolineato come il nuovo sistema di classificazione può contribuire a dare direttive sulla formazione riguardante il parodontale ed i curricula universitari, così come può aiutare a riconoscere e smascherare alcuni luoghi comuni su come la parodontite si sviluppi. «Noi ora sappiamo che la sua gravità non è solo una semplice conseguenza di quanta placca e da quanto tempo sia sui denti. Inoltre che non tutti sono ugualmente esposti a questo tipo di patologia» dichiara Kornman.
La classificazione globale, basata sulle evidenze attuali, comprende un sistema di parodontite a vari livelli, ne indica gravità ed estensione, essendo una malattia che può durare una vita e prendendo in considerazione lo stato di salute generale del paziente. Nella classificazione viene definita per la prima volta la salute clinica e la parodontite ripartita in quattro livelli, partendo dal meno a quello più grave. Sul rischio e sul suo tasso di sviluppo sono stati individuati tre gradi, dal più basso al più elevato, prendendo in considerazione fattori di rischio come fumo e patologie concomitanti come il diabete.
La completa revisione e le condivisioni scientifiche su questo tema sono stati pubblicate in simultanea sul EFP’s Journal of Clinical Periodontology e sul AAP’s Journal of Periodontology.«L’AAP e l’EFP vanno fieri di questo risultato globale scaturito dalla collaborazione» dichiara il Presidente AAP, Steven R. Daniel. «Il risultato epocale di questo workshop è una classificazione ridisegnata della patologia, dalla quale scaturisce una pianificazione terapeutico globale con un approccio personalizzato alla cura. Procedure che avranno un impatto incancellabile sull’avanzamento scientifico della terapia e della pratica parodontale».
«È stato un impegno enorme, di vitale importanza, che ha portato all’avvio di un linguaggio internazionale di cura, ricerca e formazione, parificando, in oltre 20 anni la classificazione del 1999 con i veloci progressi nella conoscenza scientifica» dice Iain Chapple, Segretario Generale EFP e co-presidente del Gruppo 1 del workshop. «La nuova classificazione dovrebbe fornire un approccio globalmente coerente alla diagnosi e alla gestione e migliorare i risultati per i pazienti» dichiara Chapple.
«I prossimi passaggi includono una buona formazione del team odontoiatrico, facendo in modo che la semplicità di classificazione, che a prima vista può apparire complessa, venga riconosciuta. Tale classificazione ha un carattere pragmatico, per favorire un reale ed efficace approccio al suo perfezionamento».
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