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No alla pubblicità selvaggia: gli Odontoiatri chiedono la revisione della Legge Bersani

Gli Odontoiatri chiedono la revisione della Legge Bersani.
Ufficio Stampa Fnomceo

Ufficio Stampa Fnomceo

mer. 30 novembre 2016

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«Sino a quando la politica abuserà della nostra pazienza? Da una parte i rappresentanti delle istituzioni si dicono indignati e scandalizzati, oltre che preoccupati, per l’uso distorto delle informazioni in Sanità, per la deriva commerciale che ha portato, solo per rimanere alla cronaca di questi giorni, a svendere cure odontoiatriche dal tabacchino, a impiantare denti a un malato psichiatrico (con quale consenso?), a sbiancare sorrisi in un centro estetico. Dall’altra, qual è l’origine di questa situazione devastante e devastata? Una e una sola: la liberalizzazione della pubblicità in sanità, dettata dalla “Legge Bersani”. Per porre fine a questa situazione, ho inviato una lettera a tutti i Presidenti delle Commissioni Albo Odontoiatri d’Italia: tutti insieme, chiederemo la revisione della Bersani».

È quasi una catilinaria quella che il Presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri, esasperato dalle ultime notizie, tra le quali quella, riportata da Odontoiatria33, della possibilità di acquisto nelle tabaccherie di un voucher per usufruire di cure odontoiatriche presso strutture convenzionate, rivolge a tutti i Presidenti CAO e, indirettamente, alla Politica. «Si vuole porre rimedio alla deriva, bene – si legge infatti nella lettera inviata ai Presidenti – : si cancellasse questa norma che di liberale non ha nulla e, invece, pone il cittadino nelle mani di praticoni/mestieranti e commercianti della salute e investitori di capitali».

A seguire, un corollario di affermazioni e di richieste:

  • fornire agli Ordini gli strumenti per tutelare il diritto dei cittadini alla salute,
  • la possibilità di operare preventivamente sulla correttezza del messaggio informativo, senza il timore di subire sanzioni dall'Antitrust,
  • il ribadire che la salute non è una merce e non può sottostare alle stesse regole del commercio e della concorrenza,
  • l’inutilità della concorrenza tra i professionisti al fine dell’abbattimento delle “tariffe”,
  • la denuncia che “il sistema pubblico è assente e i LEA non garantiscono nulla”,
  • l’auspicio di un rafforzamento dei Sistemi sanitari, “che possono veramente fare da volano ad un sistema garantito di domanda - offerta qualificata e sicura”.

«La CAO nazionale chiede al Governo e alla Politica parlamentare di prendere atto che la liberalizzazione delle pubblicità in sanità è devastante per i cittadini e chiede la revisione della Legge Bersani» sintetizza Renzo, commentando la lettera. «La salute è un bene primario – conclude – e non può essere trattata al pari di scatolette e detersivi!».

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