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Fiorile (AIO): «Defiscalizzare per evitare viaggi della speranza e modificare la legge Bersani»

m.boc

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dom. 22 gennaio 2017

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In merito all'articolo “Da Cuneo alla Croazia con i pendolari dei denti” apparso su La Stampa di Torino, il 29 dicembre 2016, che ha sollevato un vespaio di critiche e polemiche sulla correttezza della procedura utilizzata dal giornalista nel raccontare la cronaca dei “viaggi” verso la Croazia, il neo Presidente AIO, Fausto Fiorile, ha fatto in un comunicato alcune riflessioni mettendo a fuoco alcune soluzioni. Ne riportiamo i passaggi salienti.

«Il problema non è tanto il giornalista che sulla carta stampata, sul web o in tv finisce per fare da megafono a un fenomeno noto – osserva – ma quand’anche in qualità di associazioni odontoiatriche ottenessimo sempre di essere sentiti come “altra campana” il fenomeno continuerebbe perché si è di fronte a una delle tante manifestazioni del turismo odontoiatrico e del conseguente business”».

Fiorile si sofferma su due aspetti: «Il primo e più importante, riguarda i pazienti. I moltissimi che oggi stanno ricevendo cure incongrue, in futuro saranno motivo d’interventi a complessità crescente e costi sempre più alti, mentre le cliniche dell’Est oggi offrono in molti casi terapie complesse (implantoprotesi) senza che siano stati nemmeno visitati. Tra i pazienti che si recano all’estero è ormai diffusissimo l’overtreatment con le gravi implicazioni mediche associate”.

Il secondo aspetto è quello economico: «Guadagnano i dentisti dell’Est (e talora colleghi italiani operanti oltre confine), guadagnano gli autisti con i loro bus, i procacciatori di pazienti, gli alberghi, i ristoranti locali. Enormi masse di denaro stanno migrando senza controllo verso l’estero, con ripercussioni negative su tutto il comparto del dentale».

«Nell’interrogarsi sulle ragioni “a monte” del fenomeno “molti pazienti – dice Fiorile – hanno bisogno di cure importanti anche perché è mancata la prevenzione. In passato colleghi inclini a trattare troppo, o peggio figure non abilitate all’esercizio, “coperte” da medici con pochi scrupoli, sono talvolta intervenuti con terapie estrattive eccessive ed anche invalidanti. Il fatto che in Italia la politica non abbia mai affrontato la prevenzione delle patologie del cavo orale – osserva – è il principale motivo per cui oggi quasi tutta la popolazione è affetta da carie e parodontopatie». Con tutte le complicanze del caso.

La conseguenza più evidente è che i cittadini si recano dal dentista solo al momento del dolore anziché con periodiche visite di controllo, trascurano la salute della bocca, con la necessità, nel tempo, di cure più complesse e costose. Di qui i viaggi in Paesi dove i dentisti lavorano con aliquote fiscali bassissime, il costo del lavoro è un quinto di quello italiano e la vita in generale costa, più o meno, un terzo. L’accenno quasi obbligato di Fiorile è anche alla deregulation sulla pubblicità sanitaria, ai messaggi ingannevoli, all’informazione distorta, «dove ad es. impianti e ceramiche appaiono come la soluzione migliore a qualsiasi problema della bocca».

Per superare il turismo odontoiatrico con le sue distorsioni il presidente AIO a questo punto prospetta alcune soluzioni. «Per rendere economicamente più sostenibili le cure, l'unico modo è intervenire prima che i problemi diventino troppo importanti e le soluzioni complesse. Da tempo – dice – chiediamo incentivi fiscali per favorire le cure odontoiatriche». E rispondendo all’obiezione scontata (“un’operazione di questo tipo non è sostenibile dal bilancio dello Stato”) afferma senza mezzi termini trattarsi di una bugia «perché – osserva – come è sostenibile la norma sugli incentivi per le ristrutturazioni edilizie così potrebbe essere quella sulle spese odontoiatriche».

Oltre che operazione etica e doverosa per lo Stato, il rendere detraibili quelle non coperte dall’SSN provocherebbe un risparmio per i cittadini, che si recherebbero più spesso dall’odontoiatra di fiducia, farebbe emergere le prestazioni “in nero”, contrasterebbe l’esercizio abusivo e incentiverebbe il turismo odontoiatrico, recuperando le ingenti risorse economiche oggi dirette all’estero.

«La norma sulla detraibilità fiscale va accompagnata da un piano sanitario odontoiatrico fondato su un progetto di prevenzione da perseguire negli anni come in alcuni Paesi del Nordeuropa – dice – da sviluppare col coinvolgimento dei 44.000 studi odontoiatrici sul territorio e una campagna di comunicazione inserita con efficacia in un contesto ambientale in cui primeggiano messaggi distorti. Occorre una modifica della legge Bersani – conclude il presidente AIO – per regolare la pubblicità in ambito sanitario a tutela di un bene a noi tutti il più caro».

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