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Congressi e convegno dedicati all’OSAS (disturbi ostruttivi del sonno) si stanno moltiplicando. L’ultimo è quello indetto il 1 luglio al Centro Congressi SGR di Rimini da Sonnair Dextra intitolato “Il Respiro del sonno”. L’interdisciplinarietà e la complessità del tema ha dato lo spunto a Bruno Davide Pugliese, dentista a San Patrignano, per alcune considerazioni.
Si sta evidenziando un focus sociale nuovo, quello dei disturbi del sonno. Da sempre delegato ad altre specialità mediche, viene oggi affrontato anche dalle competenze odontoiatriche. Se ne parla spesso a seguito di recenti disposizioni ministeriali allertati da nuovi provvedimenti di sicurezza stradale. A monte c’è un riposo notturno non efficace che provoca una minor lucidità di guida. In tutto questo cosa c’entra l’Odontoiatria? È indubbio che una diagnosi in questa problematica mette in primo piano l’aspetto obbiettivo respiratorio, la valutazione dei parametri di saturazione di O2 e il livello di rischio di apnea, condizionato a sua volta dal bilancio ponderale e dalla pervietà delle alte vie respiratorie.
Però è deduttivamente noto come l’atteggiamento della mandibola a causa della sua dinamica posturale o dei rapporti dentali, possa condizionare la fisiologia dell’ipofaringe. Di qui competenze che diventano anche orali. Del resto l’armonia del massiccio cranio-facciale, dal rapporto delle basi ossee alle relazioni occlusali, se rappresenta un equilibrio morfo-funzionale, definisce e completa anche l’efficienza del contributo oro-antrale nell’attività respiratoria. Si è quindi definito un logico concerto di competenze, pneumologiche, metaboliche, otorinolaringoiatriche, maxillo-facciali e odontoiatriche, che se supportate da un politica sanitaria dedicata, possono impegnarsi sinergicamente sul paziente con patologia del sonno.
Nell’ostruzione delle vie respiratorie in cui si associano apnee, le così dette OSAS (Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno) presentano componenti neuro-vascolari che favoriscono complicanze di ordine neurologico e cardiologico. In casi severi, la risposta terapeutica diventa un trattamento ventilatorio con dispositivi meccanici (CPAP: continuous positive airway pressure), o addirittura interventi chirurgici a livello della funzionalità compromessa, per ridurre l’ostruzione.
Attualmente sono ricorrenti gli incontri dedicati a queste temi in cui si confermano esperienze cliniche, dove viene integrata la multidisciplinarietà medico odontoiatrica, creando nuovi profili sulle competenze della salute orale. Sempre più diverse specialità mediche trovano nella bocca, il focus diagnostico o un contributo nel pattern terapeutico, riqualificando la logica biunivocità tra salute orale e sistemica a beneficio di una maggiore efficienza nelle cure e di un ampliamento dell’odontoiatria su problematiche ad ampia trasversalità.
Patologie del sonno, dai vari livelli di roncopatia all’OSAS, trovano infatti linkate tutte le dimensioni sanitarie, da quella ospedaliera per le diagnosi e gli accertamenti clinico-anamnestici, a quella ambulatoriale specialistica a definizione delle precedenti, tra cui l’odontoiatra, la cui prescrizione al laboratorio odontotecnico, realizza dispositivo orale. Atenei e Società scientifiche dedicate estendono una matrice culturale orientata in questa direzione, in vista di ampliare figure specialistiche in grado di dare risposte a queste patologie; la progressione del loro monitoraggio e degli studi, probabilmente arriverà ad una stima maggiore a quanto ad oggi riscontriamo. Debitamente concertato, potrà definire un modello di integrazione medica e di operatività dedicate alle allerte sociali.
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