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Dal convegno di Sant'Apollonia a Firenze, il grido di allarme dei professionisti: invertire la rotta sul lavoro autonomo e apertura dei fondi europei agli studi professionali.
Firenze - «Gli studi professionali stanno vivendo un periodo di recessione senza precedenti. Da un lato, la crisi economico finanziaria che ha investito i mercati, l’economia in genere, le attività produttive e i consumi, non sembra voler allentare la presa; dall'altro lato, la politica non ha dato risposte concrete, anzi ha voltato le spalle ai professionisti e al lavoro autonomo intellettuale». Dal convegno di Sant'Apollonia a Firenze, organizzato dalla Regione Toscana “Commissione regionale dei soggetti professionali”, il presidente nazionale di Confprofessioni, Gaetano Stella, lancia l'allarme sullo stato di crisi di liberi professionisti, penalizzati pesantemente dalle ultime misure del Governo. «Le nuove regole sul regime dei minimi e l'aumento della contribuzione Inps penalizza i giovani professionisti con Partita Iva – accusa Stella – stiamo subendo un innalzamento della doppia tassazione sui rendimenti delle casse previdenziali private; siamo stati esclusi senza alcuna ragione dalla cassa integrazione in deroga e assistiamo a un incremento esponenziale degli adempimenti richiesti ai liberi professionisti nell'esercizio della loro attività e dal Governo italiano non abbiamo ricevuto alcun segnale sulle raccomandazioni della commissione europea in merito al diritto dei professionisti di accedere ai fondi strutturali europei».
Davanti al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e all'assessore alle Attività produttive, Credito e Lavoro Gianfranco Simoncini, il presidente Stella sottolinea ancora come nel ciclo di programmazione 2014 - 2020 l’Unione investirà poco meno di mille miliardi di euro (la quota di risorse destinata all'Italia si aggira intorno ai 100 miliardi di euro). «È un importo notevole – afferma il numero uno di Confprofessioni – è una leva rilevante per generare altri investimenti con importanti moltiplicatori; è una occasione unica, forse l’ultima, per dare una scossa al Paese. Il mancato o ritardato riconoscimento dei professionisti all'accesso ai fondi UE, che noi riteniamo essere un diritto non negoziabile, oltre a produrre una lesione economica e sociale inaccettabile, indebolirebbe la spinta che il Governo italiano intende dare per l’utilizzo, o meglio, per il buon utilizzo delle risorse comunitarie da parte dell’Italia».
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