Preoccupazioni per la disinformazione e la credibilità delle fonti

Commentando i risultati di uno studio in cui è stata coinvolta sull’interesse dei consumatori per i cosmeceutici, la dottoressa Stephanie R. Jackson Cullison ha dichiarato che i risultati evidenziano il ruolo crescente dei media digitali nel plasmare le percezioni e le aspettative dei pazienti riguardo alla cura della pelle (Immagine: Dr Stephanie R. Jackson Cullison).
Lo studio evidenzia il crescente divario tra la fiducia dei consumatori nelle fonti e la loro credibilità. Sebbene un recente studio abbia evidenziato come molti adulti cercano consigli per la cura della pelle sui social media, i dati mostrano che la maggior parte dei contenuti relativi alla dermatologia è generata da non dermatologi o da influencer a pagamento, sollevando dubbi sull’affidabilità delle informazioni. La dott.ssa Correia ha commentato: «Le piattaforme dei social media sono diventate le fonti primarie di informazioni sulla salute e sulla cura della pelle per milioni di persone, ma purtroppo molti dei contenuti che circolano online sono spesso guidati da influencer che possono mancare di competenze formali».
I risultati dello studio supportano l’idea che il monitoraggio continuo delle tendenze dermatologiche sui social media possa aiutare a identificare le lacune educative e a sviluppare contenuti accurati e incentrati sul paziente. Secondo i ricercatori, la dermatologia continua a essere la specialità medica più ricercata su Google e un numero crescente di pazienti si rivolge a Internet dopo essere stato esposto ai messaggi dei social media.
Il ruolo dei dermatologi nel coinvolgimento digitale
Sebbene i ricercatori sostengano che i dermatologi non debbano creare attivamente contenuti per i social media, ritengono che sia utile per loro essere consapevoli delle tendenze e delle narrazioni che influenzano le percezioni e le decisioni di acquisto dei pazienti. L’autrice principale, la dottoressa Stephanie R. Jackson Cullison, professore assistente di dermatologia e direttore del reparto di chirurgia laser e dermatologia estetica della Thomas Jefferson University, ha dichiarato al DTI: «Essendo consapevoli dei prodotti, degli ingredienti e delle tendenze che si affermano online, i dermatologi possono impegnarsi in discussioni più informate e significative con i pazienti. Questa consapevolezza consente loro di guidare i pazienti nella valutazione critica dei cosmeceutici più diffusi, distinguendo tra i benefici basati sull’evidenza scientifica e il clamore del marketing, e di fare scelte in linea con le esigenze individuali di salute della pelle».
La dott.ssa Correia ha aggiunto: «I dermatologi che si impegnano su queste piattaforme possono creare fiducia, promuovere l’alfabetizzazione sulla salute della pelle e aiutare i consumatori a prendere decisioni consapevoli. Inoltre, possono sfatare miti, chiarire i benefici e i limiti dei cosmeceutici e incoraggiare una consultazione appropriata quando necessario».
La dottoressa Jackson sottolinea che, poiché la disinformazione e le tendenze virali possono influenzare in modo significativo le scelte dei consumatori, lo studio offre spunti utili per promuovere una comunicazione più trasparente e responsabile nel settore. In un’intervista rilasciata a DTI, ha dichiarato: «Invitiamo i dermatologi a rimanere aggiornati sulle tendenze della pelle per contrastare la disinformazione e diffondere informazioni corrette. Conoscere quali cosmeceutici stanno attirando l’attenzione online permette ai professionisti di rispondere in modo proattivo alle richieste dei pazienti, correggere i falsi miti e fornire indicazioni basate su evidenze scientifiche, in linea con gli interessi attuali dei consumatori».
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