DT News - Italy - I bifosfonati possono aumentare il numero di fallimenti implantari

Search Dental Tribune

I bifosfonati possono aumentare il numero di fallimenti implantari

Il dottor Sebastian G. Ciancio.

gio. 20 maggio 2010

salvare

La cura della parodontite e delle perimplantiti comporta l’eliminazione degli agenti patogeni parodontali. Studi microbiologici hanno dimostrato che una microflora complessa, tra cui gli agenti patogeni parodontali, si stabilisce subgengivalmente intorno agli impianti entro una settimana dal posizionamento dell’abutment e continua a persistere per lungo tempo. Dental Tribune Online ha parlato di tale processo con il dottor Sebastian G. Ciancio (Usa) durante IDEM Singapore e di ciò che i dentisti possono fare per ridurre i rischi di mucosite perimplantare.

Il fallimento dell’impianto è, nella maggioranza dei casi, legato alla perdita di tessuto duro (osso) che circonda l’impianto. Perché i medici dovrebbero esaminare anche quelli molli?
Le ragioni per cui gli impianti falliscono sono molti. Secondo le ultime ricerche, entrano in gioco la qualità dell’osso, lo scarso controllo della placca, il fumo, le condizioni d’insieme, i traumi chirurgici, farmaci, sovraccarico o parodontiti. Anche la genetica è stata considerata responsabile in alcuni casi, del mancato successo degli impianti. In considerazione di ciò, quando si verifica un caso di perimplantite, si deve prendere in considerazione quanto si è appena detto. La placca in eccesso può comunque causare mucosite perimplantare, la quale, se non viene trattata, ha il potere di diffondersi apicalmente e infettare l’osso sottostante con conseguente perimplantite. Dal momento che gli impianti non hanno legamenti parodontali che li circondano, i meccanismi di difesa antibatterica non sono presenti. Pertanto si accresce la possibilità di diffusione dell’infezione apicale dal tessuto molle.

Come contribuiscono gli agenti patogeni, associati a parodontite, al fallimento implantare?
Gli stessi agenti patogeni che sono associati a parodontite lo sono anche alla perimplantite. Tra questi: P. gingivalis, A. Actinobacillus, T. forsynthesis e, in misura minore, P. intermedius e T. Denticola. Inoltre, gli stessi meccanismi connessi all’avvio e al progredire della parodontite sono collegati all’inizio e al progredire della parodontite.

Le moderne superfici implantari influenzano forse i microbi collegati alla mucosite perimplantare?
Il tipo di superficie non sembra incidere sui microbi presenti intorno agli impianti visto che la pellicola della saliva attacca tutti le superfici. Il biofilm batterico si sviluppa quindi sulla superficie di tale pellicola.

Quali tipologie di trattamento sono disponibili al momento per la mucosite perimplantare e qual è la loro percentuale di successo?
I concetti principali per il trattamento di gengiviti sono applicabili al trattamento di mucosite perimplantare - controllo placca con ausili meccanici e agenti chemioterapici e la rimozione periodica dei depositi attorno agli impianti.

È noto che alcuni farmaci possono contribuire a far sorgere la mucosite perimplantare. Quali gruppi sono stati identificati finora? Ci sono alternative?
I calcioantagonisti possono causare l’allargamento gengivale intorno agli impianti con conseguente formazione di pseudotasche. Per controllare la pressione sanguigna e la funzione cardiaca, sono a disposizione farmaci alternativi. I bisfosfonati possono aumentare i fallimenti degli impianti, in particolare quando somministratati per via endovenosa ai pazienti. Ci può essere anche un rischio di fallimento maggiore nei pazienti che assumono bifosfonati per via orale. Le alternative ai bifosfonati non sono così buone, ma comprendono un maggiore apporto di calcio e vitamina D. I pazienti che assumono farmaci che causano xerostomia, possono essere a maggiore rischio di fallimento implantare, dato che accumulano più placca rispetto a quelli con normale flusso salivare e, in molti casi, agenti patogeni più virulenti. I pazienti che assumono sedativi e/o tranquillanti hanno bisogno di frequenti solleciti riguardo al controllo della placca, in quanto creano un “atteggiamento di noncuranza”. Per loro devono essere previsti, pertanto, richiami a controlli più frequenti. Infine, i pazienti affetti da asma che fanno uso di steroidi inalatori sono a maggior rischio di candidiasi orale, che si può presentare con sintomi simili a quelli della mucosite perimplantare.
 

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement