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Dott. Mancini: Gli odontoiatri possono e devono fare da “intercettatori” anche di altre patologie

Dott. Evangelista Giovanni Mancini, Presidente della Fondazione ANDI Onlus.
Patrizia Biancucci

Patrizia Biancucci

mar. 21 luglio 2020

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Il dr. Evangelista Giovanni Mancini, detto Ivan, medico con doppia specializzazione in Odontostomatologia e Ortognatodonzia, è conosciuto nel mondo odontoiatrico come il Presidente della Fondazione ANDI Onlus. Famosa a sua volta per i “gazebo” allestiti annualmente nelle maggiori piazze italiane in occasione dell’Oral Cancer Day, la Fondazione offre visite gratuite per la prevenzione del cancro orale eseguite da dentisti volontari ANDI. Ma oltre alla Prevenzione, la mission ha anche obiettivi di Solidarietà, assistendo persone in condizioni di disagio fisico, economico e sociale, con particolare attenzione ai bisogni odontoiatrici e della salute in generale. L’impegno e la dedizione dei volontari, a cominciare dal presidente Mancini, non hanno avuto cedimenti dal lontano 2005, anno di nascita della Onlus, nel contribuire fattivamente a migliorare la qualità della vita per coloro che soffrono delle più gravi patologie orali, con l’obiettivo che la salute della bocca sia un diritto per tutti.

Dr. Mancini, l’Oral Cancer Day è il fiore all’occhiello di Fondazione Andi. Non potendo scendere nelle piazze in tempo di Covid, come vi siete organizzati per l’edizione 2020?
Questa è stata davvero una bella sfida. In pochissimo tempo, abbiamo pensato e realizzato la trasformazione di una manifestazione storica che quest’anno avrebbe festeggiato la sua 14° edizione. In un battibaleno abbiamo pianificato una campagna sui social per informare i cittadini della possibilità di esporre i propri dubbi su eventuali sintomi del tumore del cavo orale, dando poi loro l’opportunità di scegliere se ricevere una risposta telefonica o via email entro 48 ore. Abbiamo trasformato il sito www.oralcancerday.it nella nostra piazza virtuale dove, oltre alle solite informazioni su stili di vita e prevenzione, i cittadini hanno trovato il form per la richiesta di consulto. Abbiamo prodotto dei decaloghi, di cui uno con una semplice ma efficace animazione, per illustrare i principali campanelli d’allarme utili a riconoscere i possibili sintomi del tumore del cavo orale e li abbiamo veicolati attraverso i social e i siti OCD, Fondazione e ANDI. Abbiamo cambiato il copy di uno spot televisivo e di un comunicato radio in chiave Oral Cancer Day digitale e avuto come sempre l’appoggio di tante concessionarie pubblicitarie che ci hanno regalato spazi media gratuiti per informare più persone possibili sull’iniziativa. Ma, soprattutto, abbiamo avuto il sostegno di ben 54 sezioni provinciali ANDI che hanno aderito a questa edizione “digitale” 2020, reclutando tanti colleghi disponibili a rispondere ai quesiti dei cittadini e a diffondere sui propri siti e pagine Facebook la nostra campagna. Con noi, anche quest’anno, sono scesi in campo l’Associazione Italiana Otorinolaringoiatri Libero Professionisti AIOLP, l’Ordine dei Medici - Commissione Albo Odontoiatri, la Società Italiana Chirurgia Maxillo-Facciale, la Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale e la SIPMO (Società Italiana di Patologia e Medicina Orale) che si sono uniti a noi per un fronte comune, quello della sensibilizzazione e prevenzione del tumore del cavo orale. Il risultato sono state più di 400 richieste di consulto a cui i colleghi volontari hanno dato una risposta, una quantità incredibile di visualizzazioni dei nostri post e migliaia di download del materiale informativo messo a disposizione di tutti.

Piazza virtuale vs piazza reale: trova che alla facilità della comunicazione e divulgazione sui Social corrisponda un’efficacia in termini di prevenzione reale e di informazione sui pazienti?
Personalmente ho trovato il tutto molto stimolante, tanto che non escludo per l’anno prossimo di affiancare all’auspicato ritorno dei gazebo informativi e delle visite di screening in piazza, anche una parte di consulti online. Noi di Fondazione e di ANDI parliamo e facciamo prevenzione tutto l’anno, attraverso i nostri canali informativi e negli studi dei colleghi soci, e questo credo sia l’unico modo per diffondere efficacemente una reale cultura della prevenzione e della salute orale.

Dr. Mancini, nel 2018, in occasione dell’Expodental avete presentato il progetto di Medicina Odontoiatrica: “L’Odontoiatria nei soggetti fragili e nei pazienti con patologie sistemiche”. In che cosa consiste e quali i risultati finora?
Il tema della fragilità in ambito odontoiatrico è un tema molto vasto e complesso. Il numero dei cittadini italiani in condizioni di fragilità socio-sanitaria è in crescente aumento soprattutto nelle grandi città. I più coinvolti sono gli anziani, spesso soli, con patologie sistemiche anche gravi, che hanno enormi difficoltà per accedere all’assistenza sanitaria in generale e in modo ancora più drammatico per accedere all’assistenza odontoiatrica. Inoltre si verifica un effetto paradosso del miglioramento delle condizioni odontoiatriche che si è comunque realizzato in questi ultimi 20 anni, ovvero sono meno presenti le edentulie totali e molto più frequenti le edentulie parziali. È così che il maggior numero di denti residui comporta la necessità di maggiore attenzione alla prevenzione e alle procedure per cure parodontali nel soggetto ultrasettantenne. In mancanza di queste cure si instaurano condizioni predisponenti alle patologie infettive, non solo del cavo orale e con ampie ricadute sullo stato di salute generale. Ciò che abbiamo iniziato a fare e vogliamo portare avanti è il programma di formazione e aggiornamento del personale sanitario coinvolto nell’assistenza agli anziani istituzionalizzati, vale a dire i residenti nelle RSA. Spesso accade che queste figure professionali non abbiano le competenze o le informazioni adeguate per fare prevenzione e istruzione negli individui più in là con gli anni. Siamo attivi in alcune regioni e intendiamo far crescere questo progetto con l’intervento dei volontari soci ANDI.

Ritiene che una onlus come Fondazione Andi sia anche un richiamo culturale per i soci Andi che, per varie ragioni, sono sempre più “dentisti” settorializzati negli aspetti tecnici della professione odontoiatrica, concentrati sulle malattie dei denti, ma poco sull’intero organismo con eventuali patologie sistemiche associate?
Il termine “dentisti sentinella” è stato coniato molto tempo fa proprio a dimostrazione di come gli odontoiatri possano e debbano fare da “intercettatori” anche di altre patologie. E noi di Fondazione ANDI stimoliamo continuamente questa posizione, producendo materiale divulgativo che parla di stili di vita corretti, buona alimentazione, correlazione con altre malattie, traducendo e divulgando in Italia il know-how di FDI, in cui siamo entrati lo scorso anno, organizzando convegni multidisciplinari come quello che faremo a settembre in tema di Patologie del Sonno dal titolo “L’Odontoiatra e i Disturbi Respiratori in Sonno. Un modello multidisciplinare dalla diagnosi alla terapia” dove ci confronteremo con colleghi pneumologi, otorinolaringoiatri, cardiologi, pediatri. L’idea che una bocca sana sia lo specchio di un benessere più generale del corpo non è solo uno slogan, ma l’affermazione che nulla è avulso da un quadro più complesso di cui un professionista del dentale deve tenere conto. Quindi mi piace pensare che la Fondazione, oltre a essere un ponte tra professione odontoiatrica e cittadini, possa essere considerata anche un punto di riferimento culturale e di confronto per i colleghi. La recente pandemia ha posto in luce con maggior evidenza come l’odontoiatra dovrà confrontarsi sempre di più con le patologie sistemiche, facendosi carico insieme ad altri specialisti dello stato di salute dei propri pazienti. Naturalmente, se avessimo maggiori risorse economiche potremmo fare molto di più ed è per questo che approfitto dell’occasione per ricordare a tutti che Fondazione è un bene comune e che, per esempio, l’Oral Cancer Day è solo uno dei tanti progetti dall’alto valore sociale a cui si può contribuire con la donazione del proprio 5x1000. Farlo non costa nulla, è una quota d’imposta comunque dovuta che, nel caso di mancata scelta, resta allo Stato. Per destinarlo a Fondazione ANDI onlus basta poco: la firma e il codice fiscale 08571151003.

Dr. Mancini, nonostante il grande contributo di molte associazioni no profit alla salute orale, quando il cittadino ha problemi di denti pensa subito al dentista privato e al difficile accesso alle cure per motivi economici. Pensa che lo Stato e il Servizio sanitario nazionale potrebbero fare di più in termini di assistenza odontoiatrica e di prevenzione di patologie sistemiche, con forte sgravio della spesa sanitaria?
Lo stato e la collettività tramite il Servizio Sanitario Nazionale in ambito odontoiatrico dovrebbero farsi carico prevalentemente della prevenzione ad ampio raggio. I conti generali della nostra economia ci obbligano a fare delle scelte, ma la prevenzione in tutti gli ambiti, dalla parodontologia alla oncologia e alle dismorfie congenite (ortodonzia in fase di crescita), consentirebbe sostanziosi risparmi. Le attività di assistenza e cura no profit dedicate a specifici ambiti possono essere attuate con il supporto di organismi erogatori privati, come ad esempio fondazioni bancarie, ma va detto che in caso di programmi estesi e continuativi i volontari odontoiatri devono essere pagati. Non è possibile pensare a un reclutamento esteso di personale qualificato senza riconoscere alcun tipo di rimborso economico per l’impegno richiesto.

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