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Congresso ANTHEC: anche gli ortodontisti hanno bisogno di osso

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mer. 22 febbraio 2017

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In vista del Congresso ANTHEC su “La medicina rigenerativa multidisciplinare: focus on growth factors” in programma a Torino sabato 25 presso l’Ordine dei Medici (Villa Raby) trascriviamo questo dialogo/intervista svoltosi tra Patrizia Biancucci, specialista in Ortodonzia e Carmen Mortellaro, presidente dell’Associazione organizzatrice dell’evento.

Biancucci - Per anni ho visto il collega Gabriele Greco nello studio di Barge fare prelievi e riempire provette. “Serve a rigenerare l’osso autologo dallo stesso paziente” spiegava. Per essere sincera, come ortodontista io non mi sono mai interessata più di tanto pensando che l’operazione riguardasse solo chi fa impianti.
Mortellaro - Invece, non è proprio così. Nel titolo del congresso c’è quasi tutta la storia delle tecniche rigenerative. Definiamola intanto Medicina perché gli emocomponenti per uso non trasfusionale (growth factors) sono utilizzati in tutte le branche della medicina, in chirurgia, in odontoiatria e in medicina veterinaria. Dicesi medicina rigenerativa perché fornisce all’organismo gli elementi utili a una riparazione in vivo, attraverso la ricerca e il perfezionamento di sostituti e presìdi di estrazione autologa.

Con quale funzione?
Sono in grado di stimolarne le capacità a rigenerarsi e a guarire sfruttando le possibilità autoriparatrici di cui è dotato autonomamente.

Credevo che ANTHEC fosse l’ennesima società scientifica confinata all’odontoiatria. Invece…
Non è nella mia natura rimanere confinata in ambiti che rischiano di essere autoreferenziali e per certi aspetti troppo settorializzati. Da parecchio tempo mi interesso di quella che ritengo una nuova filosofia di approccio alla malattia: la rigenerazione biologica, da parte del corpo del paziente, del tessuto o dell'organo danneggiato, anziché la sua sostituzione con una protesi o un trapianto.

Perché tanto interesse?
Mi sono resa conto che questo nuovissimo settore delle biotecnologie rappresenta una rivoluzione e sta cambiando il volto alla Sanità. L’uso di molecole solubili come i fattori di crescita apre la strada a nuove possibilità di cura per i pazienti e ad una migliore qualità della loro vita.

E qui interviene l’ANTHEC
Per il suo carattere multidisciplinare l’Academy of Non Transfusional Hemo-Components (ANTHEC) rappresenta oggi un punto d’incontro per professionisti di diversa formazione culturale ed esperienza professionale, come biologi, medici, chirurghi, odontoiatri e veterinari…

Ma i growth factors non fanno venire in mente la Montalcini?
Mi fai riflettere, anche se non sei l’unica ad avere idee poco chiare sull’argomento. In realtà l'utilizzo topico delle piastrine, accompagnate o no da matrice fibrinica, quali fonte di fattori di crescita (growth factors per l’appunto) nacque e si sviluppò nel 1998 quando Robert E. Marx, chirurgo maxillofacciale americano, pubblicò i primi risultati sull'accelerazione della crescita dell'osso mandibolare, ottenuta con l'aggiunta locale di concentrati piastrinici all' innesto di osso spugnoso.

Noi ortodontisti che spostiamo i denti nell’osso avremmo dovuto effettivamente rapportarci con la medicina rigenerativa. Quante volte nelle riabilitazioni importanti il protesista ci chiede di portare un dente dove è funzionale al risultato e dove spesso il supporto osseo manca. Ricordo il nostro Maestro, prof. Bracco, che ai tempi della specialità, ci parlava più di osso che di denti…
Hai pienamente ragione. Nell’evento il settore ortodontico in effetti manca all’appello. Potrebbe essere l’occasione per sviluppare il binomio: meglio tardi che mai!

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