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Studio comparativo morfostrutturale e funzionale oftalmologico-ortodontico in paziente in età pediatrica

C.L. Debernardi, F. Costa, L. Costa, A.P. Deregibus, S. Volanti

C.L. Debernardi, F. Costa, L. Costa, A.P. Deregibus, S. Volanti

mer. 15 aprile 2015

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È stato condotto uno studio osservazionale al fine di esaminare l’esistenza di correlazioni fra parametri relativi al sistema visivo e parametri interessanti il sistema stomatognatico, in un campione di soggetti in età evolutiva. I meccanismi di sviluppo del sistema cranio-facciale devono condurre a un’armonica crescita ossea, dentale, muscolare, fasciale e del sistema oculare, inteso come motilità oculo-estrinseca, sistema fasciale orbitario, sviluppo orbitario, difetti refrattivi fisiologici e visione binoculare. Lo sviluppo disarmonico di uno di questi sistemi potrebbe influenzare negativamente la morfologia e la funzione di elementi dell’altro sistema. Dall’analisi della letteratura emergono alcuni lavori che si sono interessati dell’interazione tra sistema visivo e sistema stomatognatico, prevalentemente condotti su soggetti adulti.

Cuccia e Caradonna1 riportano come in soggetti adulti, affetti da dislocazione del disco articolare della articolazione temporo-mandibolare (TMJ), siano presenti alterazioni della visione binoculare, inclusa una riduzione nella convergenza (p < 0,023) e una convergenza fusiva positiva (break-point p < 0,046 e recovery-point p < 0,045), se paragonati con soggetti di un campione sano.
Monaco, Streni e Marci2 confrontano un campione di 48 soggetti tutti affetti da temporo-mandibular diseases (TMD) con dolore e disfunzione a livello dell’apparato stomatognatico, con un campione di controllo di soggetti accoppiati per sesso ed età: nel gruppo test la convergenza oculare nel 48% era > 7 diottrie prismatiche, mentre nel gruppo di controllo la convergenza oculare risultava per lo più normale (p < 0,001) mentre la convergenza fusiva nel 28% dei casi era insufficiente contro il 6% dei casi nel gruppo di controllo (p < 0,001).
Silvestrini, Biavati e collaboratori3 valutano un campione di 605 bambini iscritti al terzo, quarto e quinto anno di scuole primarie di Genova (8-9-10 anni): ogni soggetto è stato sottoposto a esame dentale-occlusale, ortottico e posturale. I dati occlusali comprendevano la presenza di cross-bite, deviazione della linea mediana con una posizione mandibolare deviata, abitudini orali viziate (deglutizione atipica, cioè un’anomala interposizione della lingua tra le arcate dentarie durante la deglutizione, succhiamento del pollice, di matite ecc.) e la presenza di deep o open-bite.
I dati ortottici includevano quelli pertinenti alla dominanza oculare, un cover test, la convergenza e il Brock-string test4. Le conclusioni furono che circa il 13% dei bambini mostrava un’occlusione patologica, e tra di essi erano prevalenti anomalie verticali dell’occlusione
(deep-bite e open-bite) rispetto ad altri difetti occlusali. La dimensione verticale di occlusione rivelò una lieve correlazione con l’occhio dominante. Le variabili posturali ortottiche, osteopatiche e occlusali erano spesso clinicamente associate e, per ciò, tali anomalie sembrano richiedere un approccio medico multidisciplinare per il loro trattamento.

 

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