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Rottamazione cartelle Equitalia: ufficio complicazioni affari semplici

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A. Piccaluga

A. Piccaluga

ven. 10 marzo 2017

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Entro il 31 marzo, come noto, è possibile la definizione agevolata delle somme da pagare a Equitalia. In sostanza una riduzione dei propri debiti erariali. Eppure a distanza di tre settimane dalla scadenza di legge perdurano i problemi operativi, un vero rebus per molti cittadini e imprese. Come di consueto il problema non è legato alla norma in sé, che per quanto farraginosa, era ben chiara nelle finalità, ma nei successivi ripensamenti e correttivi.

Inizialmente, per ragioni misteriose, la definizione agevolata era stata studiata per ricomprendere solo le cartelle pervenute entro il 2015. La successiva estensione del periodo di applicazione della norma, mirata a ricomprendere anche il 2016, ha costretto molti contribuenti a ripresentare nuovamente la richiesta di adesione per il periodo residuo. Con naturale aggravio di costi per coloro che si sono affidati a un consulente, quanto mai opportuno, visto che Equitalia non mette a disposizione i conteggi relativi allo sgravio di somme che godono di riduzioni e trattamenti diversi a seconda della natura del tributo. Per cui, senza un’analisi preventiva, l’ammontare del debito cui si aderirà… resta aleatorio.E neppure può dirsi mistero di poco conto.

Entro il 2018, infatti, deve essere saldato l’intero debito residuo, scelta anch’essa piuttosto discutibile. Per molti contribuenti potrebbe rivelarsi più sensato proseguire nelle proprie rateazioni pluriennali qualora lo sgravio delle somme si rivelasse insufficiente a giustificare un pagamento immediato e non preventivato.

Successivamente, è stato fatto notare al legislatore che la rottamazione stabilita per decreto riguarda solo le cartelle inoltrate da Equitalia, creando così una macroscopica disparità di trattamento ai danni dei cittadini. Molti enti istituzionali, infatti, Comuni in primis, provvedono al recupero del credito erariale in prima persona o tramite agenti della riscossione diversi da Equitalia. Ne è quindi seguita un’aggiunta al testo originario che ha costretto i Comuni a prendere posizione, a meno di due mesi dalla scadenza, con un folto novero di quelli che hanno fatto duro ostruzionismo, rifiutando di aderire, generando in tal modo, in due comuni limitrofi, due diritti tributari differenti, in barba all’oramai vilipeso “Statuto del Contribuente”.

Poi è stata la volta di artigiani e commercianti. Come noto, per poter lavorare, queste categorie sono sovente tenute a disporre del c.d. DURC, documento che ne attesti la regolarità contributiva. Coloro che abbandonano le rateazioni in corso, per aderire alla rottamazione cartelle relative ai contributi previdenziali, risulteranno avere un DURC irregolare fin quando non sarà pagata la prima rata prevista dal piano messo a punto con Equitalia, la quale tuttavia non metterà a punto alcun piano rateale sino a fine maggio, mentre la scadenza del primo pagamento non sarà che a luglio. Insomma, un congelamento di gare e appalti per effetto di un banale disallineamento normativo.

Nel frattempo sono finiti in panne gli studi di consulenza. Per poter disporre dei dati dei propri assistiti, i consulenti debbono infatti essere delegati attraverso un’apposita funzione messa a disposizione dal sito di Equitalia e nominata evocativamente “Delega un professionista”. Orbene, la pagina in questione, pur ricchissima di informazioni utili, non ha ancora attivato il sistema di delega. A tutt’oggi un laconico messaggio che promette l’incombente attivazione del servizio fa bella mostra di sé in una pagina internet sostanzialmente inservibile.

Oltre al danno le beffe. La maggior parte dei software messi a disposizione dalle software-house, e quindi comprati e pagati dai consulenti, sono stati concepiti per essere utilizzabile solo in presenza di delega.
Tante e tali le difficoltà emerse che si profila una proroga. Come di consueto. In tal senso si è, infatti, già espresso il viceministro dell'Economia, Luigi Casero.

Resta da sperare che non si replichi quanto recentemente accaduto con le dichiarazioni Iva, il cui differimento del termine di presentazione senza sanzioni, più volte annunciato, è stato concesso solo il giorno primo marzo, ossia quello successivo alla scadenza. E per soli due giorni. Portando così il nuovo termine ultimo al giorno 3 marzo. Una comunicazione di proroga, insomma, arrivata dopo la scadenza. Ossia come indire una gara podistica per sole donne e poi chiarire che potevano partecipare anche gli uomini, quando la gara ormai c'è stata.

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