DT News - Italy - Finanziaria 2017: tra Equitalia e revisione degli studi di settore, spunta la rottamazione delle cartelle. Torna la stagione dei condoni?

Search Dental Tribune

Finanziaria 2017: tra Equitalia e revisione degli studi di settore, spunta la rottamazione delle cartelle. Torna la stagione dei condoni?

© shutterstock.com
A. Piccaluga

A. Piccaluga

mar. 18 ottobre 2016

salvare

Condoni. Ossia un colpo di spugna sulle sofferenze aperte con l’Erario. Sono anni che se ne parla, ed ora l’eventualità sembra definitivamente materializzarsi con la legge di Stabilità 2017. Il perché da tanti anni, silenziosamente ma costantemente, si proclami l’esigenza di uno strumento tanto detestato quanto il condono, è chiaro in realtà solo agli addetti ai lavori.

E la loro risposta è in genere univoca: la situazione di estremo disagio in cui vertono professionisti ed imprese sin dall’inizio della crisi sembrava non lasciare alternative. Imprese in crisi significa meno utili, che portano meno imposte: Meno imposte non sono altro che minori entrate per l’erario, quelle che hanno spinto l’erario ad un atteggiamento ai limiti del vessatorio pur di recuperare risorse. Così facendo però si è tagliato l’albero anziché il ramo e si è uccisa la mucca anziché berne il latte. Si è insomma ucciso il futuro (le imprese) inseguendo irrazionalmente un risultato immediato (le entrate tributarie annue). È mancata cioè la c.d. “intelligenza del contadino”.

A questa pessima pianificazione tributaria ha fatto seguito anche un grave errore organizzativo della procedura di riscossione, che si è rivelata e si rivela tutt’ora piuttosto iniqua. L’erario infatti non fa distinzione tra errore o evasione, tra contribuenti svaniti o incompetenti e soggetti fraudolenti abituati a vivere di espedienti. Tutti vengono egualmente perseguiti e colpiti con forza senza pari. È finita da anni l’Italia dei furbetti e dell’impunità. Oggi la polizia tributaria ha strumenti, mezzi, competenze e risorse quasi illimitate. Quello che ancora le manca però è la capacità di analisi, di non generalizzare. E a causa di tale mancanza sono “caduti” in modo rovinoso molti contribuenti.

Lo abbiamo visto. Quando la situazione di disagio ha iniziato a colpire la massa e non più singoli soggetti, l’eco dei suoi effetti è arrivata finanche all’onore delle cronache. Giovani imprenditori suicidatisi davanti ad Equitalia, aggressioni alle Agenzia delle Entrate, anziani vistisi ipotecare la casa per poche centinaia di euro, etc. Un contesto oramai surreale. Interessi, aggi per la riscossione, diritti di notifica, sanzioni maggiorate sino al 270%... fanno infatti lievitare i debiti in misura abnorme nel giro di pochi mesi rendendo spesso impossibile onorare il proprio debito erariale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Or bene è impensabile cercare di ricostituire il rapporto Stato - cittadino ipotizzando una nuova forma di criterio per i prelievi, senza prima sanare il regresso. L’unica soluzione per ricucire lo strappo sta nel rottamare quindi le situazioni in sofferenza e che non potrebbero mai essere recuperate se non sulla carta. Un condono insomma.

C’è da dire che la tradizione delle sanatorie in Italia è antica e radicata. I soli condoni fiscali - per tacere di quelli edilizi, previdenziali o valutari - si sono alternati periodicamente sin dagli anni settanta. Ne abbiamo avuti nel 1973 su iniziativa di Emilio Colombo, nel 1982 e nel 1991 con Rino Formica, nel 1995 con Augusto Fantozzi, nel 2003 e 2009 con Giulio Tremonti. Ma la maggior parte delle sanatorie (perché di questo si tratta) sono state proposte dal legislatore in sordina, senza particolare clamore. Affinché i soli “addetti ai lavori” ne avessero il sentore ed operassero di conseguenza.
Si parla appunto di mini condoni. L’ultimo caso particolarmente noto lo si è avuto con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29/12/2012 della Legge n.228 del 24/12/2012 (la c.d. Legge di stabilità 2013). Si trattava di un colpo di coda del Governo Monti che nella sostanza mirava all’annullamento automatico delle “mini” cartelle esattoriali. Nello specifico, di tutte le cartelle esattoriali il cui ammontare non superava euro 2.000 e che derivavano da ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre 1999. Ma per questioni di rilevanza degli importi e di obsolescenza dei ruoli, la notizia non destò particolare clamore.

Di portata analoga, ma più significativa negli effetti, è stata la Legge di Stabilità 2015, ove all’articolo 2 comma 52 si leggeva che “le quote inesigibili di valore inferiore o pari a 300 euro non sono assoggettate al controllo”. La dizione non si richiamava in alcun modo alla stagione dei condoni, ma va da se che il mancato assoggettamento a controlli comportava un’impunità di fatto. E’ vero che la cifra sanata era in sé esigua, ma è altrettanto vero che parliamo del 70% delle posizioni ancora aperte nella riscossione locale. Una rivoluzione epocale. Resta oggi una fetta residua di posizioni debitorie, per lo più inesigibili. Debiti così vecchi o così insensatamente lievitati da rappresentare una scarsissima possibilità di incasso per l’erario. È così che il 17 marzo 2016, i senatori Anna Maria Bernini ed Emilio Floris hanno presentato al Parlamento il c.d. “Ddl di rottamazione ruoli”. Un vero e proprio disegno di legge il cui obiettivo era permettere, se approvato, la definizione di tutte le partite sospese.

Secondo quanto proposto i contribuenti avrebbero pagato il 75% delle imposte dovute, l’intero debito iva e la totalità dei contributi. Ma sanzioni ed interessi - ossia la cifra maggiore lievitata in misura abnorme negli anni - sarebbero stati azzerati. Dopo mesi di silenzio ed attesa su questo pur interessante disegno, è finalmente pervenuta la legge di Stabilità 2017 che lo ripropone seppure in una veste meno interessante.
Niente sconti sulle imposte, che andranno pagate integralmente, ma l'esecutivo ha pensato di azzerare interessi e sanzioni e sostituirli con un aggio forfettario del 3%. La manovra come l’ha definito lo stesso Ministro Zanetti è «una rottamazione delle cartelle esattoriali che prevede il pagamento intero dell’imposta. […] In presenza di sanzioni e interessi di mora assolutamente sproporzionati, che spesso portano queste cartelle al doppio o al triplo, queste vengono dafalcate.»
Ma l’iter legislativo è ancora tutto da definire, sono probabili correzioni ed integrazioni, e sulla sua reale portata così come sui suoi esiti... staremo a vedere.

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement