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Mintrone: «Il futuro non può che andare nella direzione del digitale, termine vasto, di ampie potenzialità»

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F. Mintrone

F. Mintrone

lun. 9 maggio 2016

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In informatica ed elettronica, con “digitale” ci si riferisce a tutto ciò che viene rappresentato con numeri o che opera manipolando numeri. Il termine deriva dall’inglese digit, che significa “cifra”; in questo caso si tratta del codice binario, ovvero un sistema numerico che contiene solo i numeri 0 e 1. Come si può bene immaginare dalla definizione è un campo abbastanza ampio e di conseguenza, con tale termine, in ambito odontoiatrico possono essere considerate tutte le innovazioni che, per un motivo o per l’altro, includono l’utilizzo di una componente digitale.

Esistono diverse innovazioni digitali bidimensionali interessanti (app), che possono guidare il clinico attraverso il processo diagnostico e decisionale in campo protesico e chirurgico, sulle quali – con altri colleghi – stiamo lavorando al fine di trasmettere il know-how acquisito in anni di esperienza.
Negli ultimi anni, però, il grosso passo in campo medico-digitale è stato fatto dall’imaging, o imaging biomedico, o diagnostica per immagini 3D, che si riferisce al generico processo attraverso il quale è possibile osservare un’area di un organismo non visibile dall’esterno. Questa branca ha permesso di migliorare nettamente le possibilità diagnostiche e terapeutiche, ovviamente anche in campo odontoiatrico, attraverso la ricostruzione tridimensionale delle strutture ossee e la successiva pianificazione del trattamento.

La vera rivoluzione digitale in campo odontoiatrico si può attribuire però alla possibilità, attraverso nuove generazioni di scanner biomedici, di acquisire a livello tridimensionale le superfici intraorali (impronta digitale), la morfologia facciale (scanner facciali) e di allineare questi dati con i dati derivanti dalla diagnostica per immagini come TC (Computerized Tomography) e CBCT (Cone Beam Computerized Tomography). In questo modo è possibile avere una completa digitalizzazione del paziente con infiniti vantaggi di progettazione chirurgico-protesica e di realizzazione di manufatti protesici finalizzati, valutando in modo fine le strutture anatomiche e i rapporti fra le stesse.

L’Italia, come altri Paesi in Europa e nel mondo, può vantare una buona penetrazione di tutta la progettazione e realizzazione di restauri protesici CAD/CAM (computer-assisted-design/computer-assisted-manufacturing) all’interno dei laboratori odontotecnici; a differenza di quello che riguarda la penetrazione di tale tecnologia negli studi dentistici, si deve dire che l’introduzione di scanner intraorali e di software di progettazione 3D è ancora piuttosto bassa, legata, nell’ambito di uno studio dentistico, a un insieme di fattori: dalla difficoltà di abbandonare la vecchia strada routinaria e ben conosciuta, alla necessità di investire denaro e tempo per potersi aggiornare in campo digitale.

Fino a qualche tempo fa, inoltre, il circuito digitale completo – acquisizione dell’impronta digitale delle arcate dentarie, posizionamento delle arcate nello spazio per una progettazione guidata dall’analisi facciale, valutazioni estetiche individuali, progettazione e realizzazione protesica – non riusciva a trovare una reale affidabilità, con conseguente incertezza del clinico nell’intraprendere questa nuova strada.
I laboratori odontotecnici, invece, hanno iniziato la loro conversione già diversi anni orsono, per sfruttare in qualche modo i vantaggi legati al tempo di realizzazione e all’utilizzazione di materiali di nuova generazione con risultati estetici sempre più soddisfacenti.

Quindi, dopo l’approccio tradizionale del clinico, nella presa dell’impronta e dell’arco facciale, il laboratorio esegue una scansione dei modelli ottenuti per poi trasferire la superficie acquisita all’interno di software di progettazione e proseguire con il processo CAD/CAM, che permette di ottenere il restauro nella sua totalità (approccio monolitico), oppure come struttura sulla quale intervenire successivamente con la stratificazione della parte visibile del restauro con ceramiche tradizionali.
I vantaggi di questa tecnologia per la progettazione chirurgica e protesica sono indiscutibili, in quanto permettono al chirurgo, ad esempio, attraverso tecniche di imaging e diagnosi 3D, di avere una perfetta idea anatomica ancor prima di iniziare la fase chirurgica, oppure di intervenire con una chirurgia completamente guidata attraverso la realizzazione di dime chirurgiche CAM attraverso stereolitografia o fresatura, con cui è possibile evitare di aprire lembi chirurgici, con conseguenti vantaggi per il paziente. L’approccio monolitico CAD/CAM dei restauri posteriori garantisce inoltre numerosi vantaggi.
L’industria Italiana, attraverso alcune aziende in particolare, si mette in evidenza per lo sviluppo di software e hardware in grado di fare un preciso overlapping delle diverse informazioni acquisite dal clinico (digitalizzazione completa del paziente) per poi eseguire una progettazione ottimale del restauro. Successivamente, attraverso specifici fresatori, di realizzare restauri con materiali di qualità controllata evitando il margine di errore legato al processo artigianale tradizionale.
Interessante risulta anche la valutazione dei vantaggi del digitale in campo ortodontico dove è possibile fare “setup safe bone”, progettazione e realizzazione di allineatori e progettazione di bracket e loro costruzione con nuove tecnologie.

È ovvio che la vastità del termine “digitale” rende difficile una completa analisi e descrizione delle sue potenzialità, ma credo che il futuro non possa che andare in questa direzione. Di conseguenza, in questo momento è una grossa opportunità per chi ha voglia di migliorare le conoscenze e iniziare una branca completamente nuova della medicina anche in campo odontoiatrico.

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