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Roberto Rosso della Key-Stone ha affermato in un’intervista che nel nostro Paese la protesi di “origine digitale” copre circa la metà dei prodotti protesici, sviluppo andato soprattutto affermandosi nei tre anni passati «anche se – osserva – gran parte di tali elementi vengono realizzati ancora attraverso il “full outsourcing”, con l’invio delle impronte o modelli ai centri di fresaggio». Di fatto, lo scanner è disponibile oggi, solamente in un laboratorio su 4 mentre meno del 15% possiede un fresatore.
Alla domanda quali siano In un prossimo futuro i possibili sviluppi e prospettive del Cad/Cam in Italia e all’estero, Rosso si richiama all’ultima ricerca internazionale fatta da Key-Stone in cinque Paesi “significativi dell’Europa (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna) traendo le seguenti conclusioni: «Mentre i tre Paesi “mediterranei” sono abbastanza allineati nel processo di digitalizzazione – osserva – il Regno Unito sembra ancora molto indietro, con basso interesse degli operatori e un certo approccio “conservatore”».
Grazie alla sua statistica Rosso considera matura la Germania, paese più avanzato nella protesica da flusso digitale, intendendo con tale termine che «si trova in una fase in cui una buona parte del mercato di scanner e fresatori è già di tipo “sostitutivo”. Che significa? Che più che nuovi utenti si comincia ad incontrare utenti che già rinnovano le proprie tecnologie, soprattutto nei laboratori».
E in Italia? «La situazione è diversa – osserva –. Dall’ultima inchiesta OmniVision in corso e rifacendoci a quanto dichiarano tecnici e medici, si prevede un’accentuazione della digitalizzazione in laboratorio». È improbabile infatti che la produzione protesica del prossimo futuro possa non contemplare l’uso del Cad/Cam diretto o indiretto che sia.
Anche la situazione degli studi odontoiatrici viene definita interessante. «Poco meno dell’80% degli studi – dice Rosso – propone ai propri pazienti protesi proveniente da flusso digitale». Ancora più interessante fa notare perché tale percentuale era del 57% nel 2016 e del 36% nel 2015. La percentuale di studi in possesso oggi di uno scanner intraorale ammonta oggi a circa il 10%. Percentuale più significativo ancora se si osserva che l’acquisto di tali tecnologie (oltre un terzo) è avvenuto nell’ultimo anno. Interessantissimo infine e tuttavia, che «almeno il 30% dei non possessori è certo di investire in tecnologie Cad/Cam entro due anni».
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