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Massimo Maculan a Lab Tribune, come valorizzare le competenze

Massimo Maculan durante la presentazione Antlo.
Patrizia Gatto

Patrizia Gatto

mar. 25 settembre 2012

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Alla vigilia del 29° Congresso Antlo, Lab Tribune ha intervistato il Presidente Antlo Massimo Maculan.

Tra qualche giorno si aprirà il vostro 29° Congresso tecnico-scientifico dal titolo “lo stato dell’arte”. Ma ci interessa il sottotitolo “insieme per crescere”. Quest’anno siete cresciuti e come?
Questo per la nostra associazione è stato un anno veramente importante. Insediati a fine 2011 abbiamo cercato di lavorare sulla struttura organizzativa, mettendo mano a ogni meccanismo che muoveva l’associazione, cercando di portare nuova energia, forza e innovazione nel rispetto del buon lavoro fatto dalla presidenza precedente.Abbiamo iniziato proprio dalla segreteria, anima centrale dell’organizzazione, cercando di standardizzare i passaggi, andando a colmare tutte le situazioni che potevamo riconoscere come insufficienti. Creando una rete vera e propria tra i soggetti chiamati ad operare.
Allo stesso tempo abbiamo iniziato a girare l’Italia per andare a sentire sul territorio le esigenze che i dirigenti locali manifestavano. Pensando proprio al fatto che, loro per primi, rappresentano la base odontotecnica a cui ci rivolgiamo.
È stato veramente interessante e istruttivo vedere come su alcuni temi l’Italia sia veramente l’insieme di realtà diametralmente opposte. Mentre ho incontrato in alcune consolidate realtà dei leit motiv che mi hanno accompagnato da nord a sud.
Ora ci incontriamo a Montesilvano per “crescere assieme” ancora con Antlo. Questa associazione è nata proprio per la cultura e la formazione. Ho ancora ben presente nella mente i motivi del mio avvicinamento a essa. Era il posto più autorevole dove attingere nozioni, esperienze... e crescere. E ne avevamo proprio bisogno di crescere. Credo che oggi in Italia anche grazie ad Antlo possiamo contare, veramente, sulla migliore odontotecnica internazionale.

Il Congresso 2012 a Montesilvano ha davvero dei relatori di alta qualità. Non vedo nel programma la classica Tavola Rotonda politico-sindacale, quanto piuttosto corsi e relazioni che affiancano alla pratica tecnico-clinica argomenti in risposta a interrogativi e problematiche legate alla gestione del laboratorio, anche nei suoi aspetti gestionali e normativi, ovvero i vantaggi o le scelte nell’utilizzo di tecnologie.
Nel documento programmatico presentato in occasione della mia elezione ho dichiarato già negli intenti di voler far tornare fondamentale la tradizione di formazione che ci ha sempre contraddistinto. Credo che la discussione politico/sindacale sia fondamentale e si svolga tutti i giorni, in quello che facciamo, attraverso coloro con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Sono fermamente convinto che con la conoscenza dobbiamo continuare a puntare sulla qualità del nostro operare perché sarà questo, a mio avviso, l’unico strumento a disposizione degli odontotecnici per pretendere dagli altri rispetto professionale e giusta considerazione. Mi chiedo chi, se non un relatore, davanti alla propria platea può inviare messaggi diretti anche sul piano gestionale e di scelte.
In questa “nostra” prima edizione ci sentiamo ovviamente un po’ “stretti”, il tempo sicuramente volerà. Non siamo riusciti a inserire le tante persone, relatori e argomenti che ci sarebbe piaciuto affrontare ma saremo tutti lì, ad aspettare i tanti colleghi che vorranno stare con noi, in questa due giorni odontotecnica.

 

A proposito di tecnologie mi ha già ribadito in altri colloqui e in precedenti interviste che non solo non devono fare paura ma al contrario possono essere uno strumento per incrementare il lavoro, evolversi e creare nuove opportunità anche in tempo di crisi. Ci spiega meglio la sua visione?
Le innovazioni tecnologiche sono costantemente sotto i nostri occhi, e ci danno una ovvia possibilità di uno sviluppo produttivo. Nel non investire nei momenti di crisi, rimanendo immobili, si rischia moltissimo, si sbaglia l’approccio. Per resistere bisogna saper investire, valorizzare le proprie competenze, e qui arriva l’uso delle nuove tecnologie ad aiutarci, quelle che modificano e migliorano il modo di produrre i dispositivi. Quindi attenzione all’innovazione, innovazione come opportunità, strumento, risorsa.
Le innovazioni tecnologiche ci possono dare una grande mano, rendendo più snello il lavoro, sostituendo nella produzione i passaggi tecnici manuali più volte a causa di una somma di errori.
E poi, in un momento di crisi come questo, non dobbiamo dimenticare i costi del personale. In Italia, dove nessuno sa ormai “far di conto” sui reali costi del personale dipendente e del computo dei tempi di produzione si inserirà un modo diverso di produrre. Un miglior utilizzo del personale con compiti maggiormente remunerativi.
“Governare i processi di innovazione tecnologica” significa quindi per Antlo consentire da un lato un accesso più largo non solo all’uso di queste nuove tecnologie da parte della categoria ma anche l’acquisizione della consapevolezza dei profondi mutamenti che tali innovazioni potranno comportare.
Saranno un valido ausilio alla nostra attività professionale, come già ho avuto modo di affermare l’innovazione al contrario di ciò che si potrebbe pensare nella crisi non rallenta, anzi, è uno strumento, una risorsa. Dobbiamo peró vigilare, controllarne ove possibile evoluzioni e normative a sostegno.

 

A proposito di CAD/CAM, come si possono rapportare un laboratorio e un odontotecnico? E cosa dire della famosa circolare ministeriale sulle competenze?
Credo che l’ingresso nei laboratori odontotecnici della tecnologia Cad sia la naturale evoluzione di quanto prima esposto. Lo step successivo, non obbligatorio, sono proprio nei livelli di Cam che il laboratorio decide quale sia la “propria fascia di livello” Cam. Essa può partire da una macchina occupante lo spazio di una fonditrice fino a salire e diventare una attrezzatura dove sono gli spazi che si adattano e dilatano. Arrivando al bisogno di considerare, per la parte fresante non progettuale, il coinvolgimento di un “cammista” più avvezzo alle strategie di fresaggio che non alla forma della cuspide.
È sul tema di confronto con il Ministero che, certamente, non può ritenersi esaurito con l’emanazione di certe ultime circolari in materia che di fatto ripropongono per l’odontotecnico la convinzione dell’appartenenza - senza alcun vittimismo - alla schiera dei “figli di un Dio minore”. La circolare ministeriale a suo modo identifica e legittima l’odontoiatra alla fabbricazione dei dispositivi medici su misura. Ma autorizza lui personalmente alla fabbricazione, non l’assistente o tutto lo studio. E lo dichiara ufficialmente la dott.ssa Marletta nei fatti, non chiamando più il DMM con questo nome ma, passandolo all’alveo delle prestazioni professionali eseguite dal clinico.
Come dire: se non sarà lui a eseguirlo personalmente sarà assolutamente paragonabile alla prestazione da parte di un soggetto abusivo di una prestazione clinica.

 

L’argomento del rapporto con lo studio odontoiatrico ci sollecita altri interrogativi; ovvero quali le vostre idee sulla prescrizione medica? Il vostro sito è ricchissimo di notizie, attente a normative, scadenze, eventi, ma anche commenti di testate nazionali. Brevemente può riassumere il commento relativo alla fatturazione separata?
Il nostro sito cerca in tutti i modi di essere la rapida interfaccia tra gli odontotecnici e la quotidianità che affrontano, possono trovare notizie di attualità, informazioni sulle innumerevoli attività dell’associazione. Arrivando in area protetta riservata agli utenti iscritti dove è possibile trovare ogni riferimento, risposta e supporto alle normative vigenti. Venendo alla prescrizione eseguita dal medico attraverso un modulo ministeriale ben definito per noi rappresenta l’atto fondamentale perché un DMM possa esistere. No prescrizione firmata dal clinico uguale no dispositivo.
Credo che dopo tanti anni dal recepimento della direttiva comunitaria non possano, e non debbano, esistere dubbi sulla questione.
L’altro punto, quello della precisazione sulla fatturazione separata, è nato da un equivoco che aleggiava in quei giorni a cui abbiamo provato a dare risposta.
In breve si chiedeva se la fattura del laboratorio è detraibile e se per esserlo dovesse essere accompagnata dalla prescrizione del medico.
Ora, parlando precedentemente della prescrizione spero di essere stato chiaro nell’affermare la necessità della sua esistenza, escluse alcune tipologie di prestazione in protesi mobile tipo le riparazioni dirette che non erano comunque oggetto della questione.
Va da sé la risoluzione e la risposta alla domanda. Per poter essere detraibile un DDM può, in alternativa al cumulo, quasi sempre utilizzato, essere corredato dalla ricevuta del clinico o della azienda sanitaria per le competenze di prestazione, e dalla fattura del laboratorio (se questa viene reputata la scelta gestionale liberamente preferita). In questo caso la fattura del laboratorio dovrà essere corredata da una copia della prescrizione di cui sopra. L’atto fondamentale di cui parlavamo prima.
Come dire, no prescrizione, no DDM, no detrazione. A parte i pochi casi, a cui accennavamo prima, credo che la questione sia chiara.

 

E riguardo le sue importanti osservazioni sulla tracciabilità dei manufatti protesici, materiali, componentistica, documenti relativi alle protesi…
Anche qui siamo in argomento direttiva comunitaria e suo recepimento.
I dispositivi medici su misura commissionati dal clinico e prodotti dall’odontotecnico devono osservare, a salvaguardia e tutela della salute del paziente, una con notevole mole di adempimenti e obbligazioni, i RESS (requisiti essenziali di sicurezza e salute), che hanno, tra gli elementi richiesti, la tracciabilità dei materiali, la specifica dei protocolli operativi e la dichiarazione di conformità. La mancanza di tale documentazione comporta la caduta di tali requisiti da parte del dispositivo unita alla possibilità sanzionatoria in caso di accertamento.
E da qui anche il motivo di lamentela da parte delle associazioni odontotecniche verso la prima circolare del ministero che non chiedeva nessun rispetto di tali requisiti essenziali di sicurezza al prodotto installato direttamente dal clinico e considerato “prestazione”.
Anche la seconda circolare, quella esplicativa, seppur indicando la necessità di tutelare il paziente servito, solo con prestazione, al pari dei portatori di dispositivi medici su misura non usciva dall’alveo dei consigli. Come dire sarebbe meglio che...
Basterà tutto questo a muovere la coscienza e lo spirito di Ippocrate?

 

Il profilo dell’odontotecnico. Dopo tanti incontri con vecchi e nuovi ministri, quali le conclusioni e le aspettative della categoria? Siete su questi argomenti in totale collaborazione con le altre associazioni di categoria?
il profilo è qualcosa di cui tutti parliamo e discutiamo, io sono convinto che la sua eventuale definizione e approvazione non cambierà nulla nella nostra quotidianità di odontotecnici. Ma questo potrebbe avere un risvolto anche in tema di rispetto e di dignità per chi da sempre, rispettando il proprio ruolo, merita il riconoscimento di un profilo che lo identifichi e non lo lasci legato ancora oggi alla vetustà di un Regio Decreto del 1928 come il n.1334.
Sicuramente dopo 84 anni darebbe un po’ di carica ed energia a una categoria stremata da anni di speranze, peripezie e promesse mai portate a positivo compimento.
Per gli odontotecnici si sono inanellate tutte le “sfortune”: dai cambiamenti del sistema di approvazione e di rapporto tra stato e regione alle cadute di governo. E alla caduta del governo gli interlocutori variavano inevitabilmente obbligandoci a ricominciare, con i nuovi referenti, gli iter già dati per compiuti.
Oggi siamo in presenza di un governo tecnico, il massimo rappresentante alla salute sul nostro conto, a precisa interrogazione dell’On. Molteni e del collega On. Marco Rondini, ha affermato di concordare con l’esigenza di individuazione di un adeguato profilo e che lo schema di individuazione della nuova figura sanitaria dovrà prevedere una maggiore responsabilità dell’odontotecnico, sia nella progettazione esecutiva del dispositivo medico su misura in campo odontoiatrico, sia per quanto riguarda la nostra collaborazione con il professionista.
Siamo tutti in fiduciosa attesa, ma non perderemo di vista, tra l’altro, il ruolo primario dell’associazione, cercando di raggiungere questo obiettivo nel più breve tempo possibile.

 

Le nostre testate appartengono a un circuito internazionale. Gli italiani e le imprese italiane creano il design e l’estetica migliore del mondo. Pensa che guardare anche a un mercato internazionale possa essere un’opportunità per i laboratori nostrani?
Sicuramente gli odontotecnici italiani riescono ad esprimere un concetto di estetica che non teme paragoni, essi riescono a mettere in risalto durante le relazioni, le conferenze e gli articoli, un livello di precisione e preparazione che non sono costantemente riscontrabili. I relatori che l’Italia mette a disposizione hanno veramente la famosa “marcia in più” nella ricerca dell’estetica, della forma, dell’effetto cromatico, dell’individualizzazione dell’elemento o gli elementi da integrare.
Nella storia di Antlo piú volte si è sentita la necessità di esportare la cultura e l’estetica italiana all’estero. Con il marchio produci italiano abbiamo anche varcato le frontiere internazionali andando a studiare proprio queste nuove possibilità di mercato, offerte in ambito internazionale. A propagandare appunto la cultura “del bello”, quella che in Italia sappiamo ben radicata e apprezzata. E questo, tutto il mondo ce lo riconosce.
Ecco perché, dopo un’analisi oggettiva dei dati delle esportazioni in nostro possesso, abbiamo scelto alcuni paesi su cui puntare. Decidemmo di recarci a Dubai per accompagnare un nostro relatore Antlo inserito nel programma congressuale, legandoci per questa esperienza a un gruppo di aziende italiane amiche presenti all’expo. Fu ovviamente un successo, per la simpatia del nostro discente e per l’interesse verso uno stand italiano di odontotecnici.
Sicuramente una casa editrice internazionale importante e radicata come la vostra può essere di grande stimolo per rendere costante quello che per alcuni nostri colleghi italiani già accade magari in forma individuale, se non legati a qualche azienda di riferimento. E chissà che, come già accade a qualche collega famoso, grazie alla lettura degli articoli pubblicati a testimonianza del bello, della nostra cura per l’estetica, non inizino ad arrivare ai colleghi italiani lavori da oltremanica o altro lido.

 

Grazie, sono ancore tantissime le domande che vorremmo proporre a questa Antlo che vuole cavalcare tante opportunità. Ci vediamo al Congresso abruzzese e auguri da parte di tutta la redazione.

 


 

29° Congresso Nazionale Antlo
28 e 29 settembre 2012

Palacongressi d’Abruzzo – Montesilvano (Pe)

Venerdì 28 settembre dalle ore 9:00 alle 13:00

Corso Precongressuale - “Professione odontotecnico: lo stato dell’arte tra diagnostica, progettualità e ingegnerizzazione dei DM su M alla luce delle leggi vigenti” - Relatori: Giancarlo Garotti – Luigi Scaiola – Carlo Borromeo
Corso a numero chiuso - gratuito per soci Antlo e non - iscrizioni obbligatorie entro il 15/09

Venerdì 28 settembre dalle ore 14:00 alle 19:30
29° Congresso Nazionale Antlo – “Lo stato dell’arte” insieme per crescere
Apertura congresso e sessione palcoscenico

Sabato 29 settembre dalle ore 09:00 alle 14:00
29° Congresso nazionale Antlo –“Lo stato dell’arte” insieme per crescere
Apertura congresso e sessione clinico-tecnica

 

Per informazioni e iscrizioni:
Segreteria Nazionale Antlo
TEL./FAX: 0825 610339-610685
E-mail: segreteria@antlo.it
www.antlo.it

 


 

L'articolo è stato pubblicato su Lab Tribune di settembre 2012. 

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