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L’approccio programmatico di Filippo Graziani al problema parodontologia

Filippo Graziani, neo eletto presidente dell’European Federation of Periodontology.
m.boc

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mer. 5 aprile 2017

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Nel marzo 2016 il Prof. Filippo Graziani è stato eletto all’interno del comitato esecutivo della European Federation of Periodontology (www.efp.org), Federazione di tutte le società scientifiche di parodontologia europee. Raccoglie 29 società e 14000 iscritti. Grazie a questa elezione, ne sarà presidente nel 2019-2020.

Il suo mandato è una questione di avvicendamento “politico”, come capita talvolta? È un ulteriore indiretto riconoscimento dei livelli raggiunti dall'Odontoiatria nostrana? È un riconoscimento ad personam per i meriti e competenze professionali? Oppure è tutto l’insieme?
Ritengo che sia prima di tutto una vittoria di squadra. In particolare, di squadra italiana: la SIdP mi ha fatto il grande onore di proporre il mio nome e di supportare la candidatura. Come può ben immaginare la considerazione della Parodontologia italiana nel mondo è grande. A questo si è aggiunto un intenso lavoro nei mesi precedenti in cui abbiamo cercato di capire le esigenze di ogni singola società e quindi di poterle supportare e rappresentare. Questo ci ha permesso di raccogliere ampi consensi. Una grande gioia e motivo di orgoglio per me poter rappresentare la comunità parodontale e accademica italiana in questo consesso.

Da quanto tempo non c'era un italiano alla guida?
In questi 20 anni della Federazione, due grandissimi della parodontologia italiana hanno ricoperto questo ruolo: Gianfranco Carnevale e Pierpaolo “Sandro” Cortellini.

Quando inizia il mandato?
Dura 5 anni e io sono già operativo. Il quarto anno (ndr. aprile 2019-aprile 2020) ricoprirò il ruolo di Presidente. Ha un ruolo politico ma il comitato esecutivo è l’organo che prende decisioni ratificate in ultimo (o meno) nell’assemblea generale che si ritrova una volta l’anno dove sono presenti tutti i 29 presidenti delle Società europee insieme ad i loro delegati.

Quali obiettivi principali intende perseguire nello svolgimento del suo incarico?
EFP ha dei piani strategici quinquennali che sono pubblici (vedi l’ultimo che si conclude quest’anno sul sito della federazione). Il Prossimo piano quinquennale sarà votato la prossima settimana all’assemblea generale a Santiago di Compostela. Il piano strategico è suddiviso in alcune aree: istituzioni, ricerca, comunicazione, ecc. Io, nella fattispecie, dovrò coordinare per i prossimi 5 anni l’area della “Communication & Awareness”: quindi tutto ciò che a che vedere con la capacità di comunicare gli scopi della Federazione sia verso il mondo che al suo interno. È un’area eccitante e complessa allo stesso tempo. Siamo, infatti, capaci di parlare ai colleghi il più delle volte, qualche volta ai nostri pazienti ma al pubblico ed alla massa stiamo giusto iniziando ora. I primi tentativi sono senz’altro positivi e credo che si sia notato quanta devozione in questo senso sia posta, ad esempio, dall’attuale consiglio direttivo della SIdP.

Tra di essi ve n'è uno in particolare cui tiene più degli altri?
Due sono gli obiettivi di questo momento che hanno l’attenzione massima: il workshop EFP/IDF (Federazione internazionale di diabetologia), tenutosi a Madrid a Febbraio e il prossimo 12 maggio: giornata europea delle gengive sane. Il 12 maggio, il Perioday, è un’iniziativa EFP volta a sensibilizzare il grande pubblico sulla salute gengivale. Al quarto anno consecutivo raccoglie un consenso via via crescente. Quest’anno come coordinatore europeo, è mio compito diffondere il materiale di comunicazione alle varie società tipo brochure, immagini per Facebook, linee guida per conferenze stampa, press release ecc. Ovviamente non è un lavoro che svolgo da solo: non ne avrei le competenze. Sono affiancato dal Comunication Committee della Federazione composto sia da parodontologia sia da giornalisti e comunicatori. Per rendere l’idea calcoliamo l’anno scorso di aver raggiunto qualche milione di persone in Europa fra televisione, stampa e social media. Quest’anno ovviamente l’obiettivo è ancora più ambizioso ed è molto importante riconoscere l’attenzione di tutte le società scientifiche che partecipano all’iniziativa. L’Italia è come sempre in prima linea. Come detto all’ultimo congresso dal Presidente Claudio Gatti vi saranno iniziative di screening della malattia parodontale nelle maggiori città italiane. Questa iniziativa insieme all’adeguata copertura del vostro mondo è cruciale per aumentare la consapevolezza nella popolazione europea di questa epidemia silenziosa che è la parodontite.

Ci parli del grande evento diabete/parodontologia che avete annunciato durante il Congresso SIdP
La EFP e la IDF (ndr, organizzazione che raccoglie tutte le società di diabetologia mondiali) hanno tenuto un workshop comune che ha prodotto 4 documenti importanti pubblicati su riviste parodontali e diabetologiche. In primis il documento di consenso del workshop con Linee guida per clinici, medici, odontoiatri, pazienti, media ed istituzioni sui rapporti fra diabete e parodontite. Inoltre saranno pubblicati i tre documenti sui rapporti epidemiologici fra diabete e parodontite, il possibile nesso biologico e gli effetti del trattamento della parodontite sul controllo glicemico. Nella parte epidemiologica abbiamo potuto dimostrare che un soggetto sistemicamente sano ma affetto da parodontite ha in media un peggiore controllo glicemico (0,29% di emoglobina glicata in più) e una maggiore probabilità di sviluppare diabete di tipo 2 negli anni (circa il 30% in più) rispetto a chi non ce l’ha. Inoltre, se un soggetto ha il diabete e la parodontite presenterà un numero maggiore di complicanze diabetiche (oculari, renali ecc.) rispetto a chi ha solo il diabete ma una buona condizione orale. Infine abbiamo evidenziato il ruolo importante del trattamento parodontale per migliorare il controllo glicemico del paziente diabetico. È importante che tutto ciò sia stato avvallato e fatto proprio anche da IDF. Infine, è doveroso ricordare un altro motivo di orgoglio italiano: queste Linee guida sono state l’evoluzione e costruite dal documento congiunto che la SIdP, insieme alle società di diabetologia italiana, stese nel 2014 su mandato del precedente Consiglio direttivo.

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