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Tommaso Weinstein si è laureato a pieni voti in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università degli Studi di Milano nel 2008; ha conseguito il Dottorato di Ricerca (PhD) in Scienze Fisiopatologiche, Neuropsicobiologiche e Assistenziali del Ciclo della Vita presso la stessa Università nel 2012; Think Adhesive Member dal 2021. Consegue nel 2022 il Post Graduate Diploma in Clear Aligner Therapy alla City of London Dental School. È membro dello staff di Humanitas Dental Center, Humanitas Research Hospital, Rozzano (Milano) e Adjunct Professor alla MEDTEC School, Humanitas University, Pieve Emanuele (MI).
Nella sua relazione all’11 Congresso dell’Istituto Stomatologico Toscano dal titolo “La transizione digitale: L’impatto della rivoluzione digitale sulle differenti professionalità dello studio odontoiatrico” ha trattato l’argomento della digitalizzazione del paziente e cosa comporti tutto ciò all’interno della clinica.
Buon giorno dott. Weinstein, lei ha parlato del paziente virtuale. Di cosa si tratta?
Si tratta della possibilità che abbiamo oggi di acquisire in maniera diversa i dati che ci servono per curare i pazienti. Grazie agli scanner intraorali possiamo prendere un’immediata impronta delle arcate dentarie del paziente che ci permette di visualizzare la sua situazione su un grande schermo, utilizzare software che ci danno un immediato riscontro per esempio sui rapporti occlusali e la presenza di carie, e in alcuni casi pre-visualizzare un possibile esito della riabilitazione proposta. Il tutto integrandolo con, quando necessario, fotografie del volto e CBCT per un piano di cura realmente multidisciplinare.
La transizione digitale dello studio odontoiatrico ha portato grandi cambiamenti anche nel modo di comunicare all’interno dello studio stesso e con il paziente. Come è cambiata l’organizzazione all’interno dello studio?
La transizione digitale per essere efficace deve forzatamente coinvolgere tutto il team dello studio. Questo permette di velocizzare i flussi di lavoro, l’archiviazione e la condivisione dei dati lasciando così all’odontoiatra più tempo per stare coi suoi pazienti.
In questo scenario, che ruolo gioca l’ASO?
Gioca un ruolo molto importante come coordinatrice delle varie aree dello studio. È la figura di riferimento e raccordo tra la segreteria, l’odontoiatra e il paziente. Negli studi di grandi dimensioni, inoltre, molto spesso lavorano specialisti diversi che purtroppo non sono sempre presenti nello stesso momento, rendendo difficile la comunicazione. Grazie all’archiviazione dei dati in digitale e a dedicati software, l’ASO può fungere da facilitatore permettendo agli specialisti di accedere alle informazioni in tempi e modi diversi, secondo i principi della comunicazione asincrona.
Quali sono a suo avviso le innovazioni tecnologiche cliniche che hanno comportato un cambio comunicativo all’interno del team odontoiatrico e con il paziente?
Credo la più grande innovazione sia la possibilità di utilizzare software per la pre-visualizzazione del risultato finale grazie alla digitalizzazione del paziente. Questi software hanno due grandi vantaggi: in primis ci permettono di studiare meglio il nostro caso, in team, mettendoci a disposizione strumenti utili a comprenderne le problematiche e a trovare la soluzione più adeguata. Il secondo vantaggio concerne la possibilità di mostrare quanto progettato al paziente, partendo dalla situazione attuale per poi mostrare la situazione finale che si intende raggiungere. È importante specificare che si tratta di una simulazione con tutte le variabili del caso, ma credo che questo modo di comunicare permetta di fare un salto qualitativo importante nella reale comprensione della terapia da parte dei nostri pazienti.
Secondo la sua esperienza, quali evoluzioni potranno svilupparsi nei prossimi anni?
Credo che per certi versi siamo ancora all’inizio dell’era digitale. Abbiamo una tecnologia che funziona ma di cui abbiamo solo iniziato a comprendere le potenzialità. Mi aspetto anche qualche sorpresa: i produttori di telefoni cellulari per anni hanno fatto a gara a costruire il più piccolo telefono possibile. Poi sono arrivati gli smartphone e hanno rivoluzionato il mercato.
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