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La fitoterapia se utilizzata in modo appropriato è Medicina, ma non un'alternativa ad antibiotici, chemioterapici e vaccini

F. Firenzuoli

F. Firenzuoli

gio. 20 luglio 2017

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Importante e doverosa è la divulgazione ai pazienti delle attuali conoscenze relative alle cosiddette medicine complementari, ivi compresa la fitoterapia e l’uso tradizionale delle erbe medicinali.

Lo prevede del resto l’OMS in uno documento ad hoc, per non parlare di un programma importante della RAI, come Porta a Porta che ha dedicato all’argomento un’intera trasmissione, prendendo spunto dal drammatico fatto di cronaca, che ha visto la morte di un bambino, curato da un omeopata ma senza antibiotici, pur in presenza di una grave otite.

L’occasione è stata propizia per puntualizzare in quella trasmissione i fondamentali della fitoterapia, di fronte a interlocutori come Silvio Garattini, Direttore dell’Ist. Mario Negri di Milano, e Raffaele Landolfi, Direttore della Medicina Interna al Policlinico Gemelli di Roma: la fitoterapia non è un’alternativa agli antibiotici, non ai chemioterapici, non ai vaccini, la cui unica alternativa naturale rimane purtroppo solo la malattia. E se utilizzata in modo appropriato, è medicina. Punto.

Nella trasmissione sono stati ascoltati (dopo l’anteprima politica) anche gli interventi dei presenti, esperti in naturopatia, veterinaria e farmacia. Tra questi, nello specifico, di Antonella Ronchi, medico omeopata, Presidente della Federazione Italiana Associazioni Medici omeopati, in un dibattito articolato, vivace, con toni anche accesi, con posizioni anche apparentemente inavvicinabili.

In realtà, se la Scienza non è democratica (?), democratica è invece la Medicina, che guarda necessariamente al bene del paziente, con le sue esigenze, storia, malattie e, nel caso specifico delle medicine complementari, quando utili, anche con interventi naturali di tipo tradizionale, come previsto del resto da alcune direttive europee.

Importante ovviamente valutarne i risultati clinici, anche dal punto di vista economico per il Servizio Sanitario Regionale/Nazionale e per i pazienti stessi.

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