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Odontoiatria e suoi rapporti con le medicine non convenzionali

R. Pische

R. Pische

ven. 23 giugno 2017

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Medicina alternativa, complementare, integrata, non convenzionale, naturale... Da alcuni lustri a questa parte ci si è sbizzarriti nel cercare aggettivi che potessero rappresentare una differenziazione rispetto alla Medicina ufficiale, tradizionale “chimica”, che a sua volta necessita di reclamare il proprio diritto all’ortodossia e all’esclusività nei meriti diagnostici e terapeutici.

Per chi riesce ad estraniarsi da tali infantili capricci, appare davvero paradossale e contraddittoria la difesa di inesistenti confini, soprattutto quando fra contendenti ci sono di mezzo la salute e la vita delle persone. È però sintomatico che dopo oltre mezzo secolo di incontrastato dominio della farmaceutica, sia emersa la necessità da parte dei pazienti (oltre dieci milioni in Italia) e di tanti medici, di ricercare verità di cure che non fossero esclusivamente quelle provenienti da canali “ufficiali”, ormai indiscutibilmente legati a interessi economico-industriali che dominano il panorama della salute e che condizionano la libertà di cura e di scelta di ogni cittadino, medici compresi.

La consapevolezza che, così come è di enorme e insostituibile efficacia l’approccio chimico-farmacologico nelle patologie acute, altrettanto sono evidenti i limiti di tale concettualità nelle malattie croniche. Il grande rischio in questo dualismo dissociativo è che si affermino figure improvvisate di operatori “sanitari” che colmano esigenze dei pazienti verosimilmente sfiduciati nei confronti forse più dell’atteggiamento che della professionalità della classe medica.

Da queste valutazioni emerge la necessità di alzare il profilo anche nei campi cosiddetti “non convenzionali” della Medicina e l'Odontoiatria non si sottrae a tale obbligo. Nell'impostazione “biologica”, cioè di rispetto della Vita, e “Olistica” (intesa come valutazione globale dell’uomo senza limitarsi al suo apparato buccale), abbiamo voluto identificare una metodologia in Odontoiatria che consenta una visione allargata dei propri orizzonti, più strettamente legati alla Medicina. In tale impostazione concettuale risulta entusiasmante l’integrazione nella pratica clinica di discipline appunto “non convenzionali” di indubbia efficacia e validità.

Nella concettualità metodologica dell'Odontoiatria biologica vi sono esempi di indispensabili competenze professionali nell’ambito dell’agopuntura, omotossicologia, neuralterpia, osteopatia e della kinesiologia applicata. Ambiti che per “dignità di conoscenze” e riflessi odontoiatrici meritano ognuno un approfondimento specifico.

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