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Intervista alla dott.ssa Giulia Cortazza, consulente Lessicom per gli studi odontoiatrici nell’area organizzazione e comunicazione, formatrice professionale del team, autrice di corsi e workshop per il team odontoiatrico.
Quali sono le maggiori criticità nel momento in cui i preventivi non vengono accettati o rimangono in sospeso?
Le maggiori criticità quando rimangono in sospeso riguardano la capacità di far tornare il paziente in studio per riparlare del piano di trattamento ed eventualmente arrivare ad una sua accettazione. Quello che noi consulenti Lessicom consigliamo sempre è di non fare uscire il paziente dallo studio senza un appuntamento, anche solo di controllo. La maggior parte delle obiezioni dei pazienti sull’incertezza di accettazione immediata di un preventivo sono legate al bisogno di prendere tempo e parlarne a casa. Perché non consigliare loro di prendersi questo tempo in studio e riparlarne con segretaria e odontoiatrica dopo qualche giorno?
Quali sono le obiezioni più frequenti da parte del paziente? Sono di natura economica?
Le obiezioni principali sono appunto quelle sopra citate e riguardano il bisogno di confrontarsi in famiglia. Non sempre di natura economica, no. Molto spesso sono legate alla paura e al non sentirsi sufficientemente ascoltato e non aver veramente capito cosa gli è stato comunicato durante la prima visita.
Paura di cosa?
Proprio la paura della terapia in sé insieme anche al timore della spesa. È fondamentale far capire loro che ci sono diverse modalità di pagamento per affrontare l’aspetto economico e insieme si troverà la soluzione più adatta al singolo caso.
Secondo lei il paziente che lascia in sospeso un preventivo deve essere richiamato con insistenza?
No, assolutamente no, non siamo degli stalker. Siamo al servizio del paziente per offrire le cure a lui necessarie. Consigliamo una chiamata ma senza insistenza per proporre l’appuntamento di controllo e di chiarimento sul piano di trattamento proposto.
Dal suo punto di vista si potrebbe pensare di fare più corsi di formazione sulla comunicazione a chi poi dovrà presentare i preventivi ai pazienti?
Sarebbero fondamentali, perché utilizzare l’adeguata terminologia e riuscire a capire quali siano i reali bisogni dei pazienti imparando anche a leggere e interpretare la comunicazione non verbale di chi abbiamo di fronte sono delle capacità imprescindibili e che fanno la differenza.
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