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Il Tar dà ragione all’Associazione Italiana Odontoiatri e ai ricorsi sostenuti dalla sede di Roma contro gli obblighi autorizzativi.
Con la sentenza 7784 del 21 luglio – afferma un comunicato AIO – il Tar Lazio ha chiarito che solo gli studi odontoiatrici che svolgano procedure chirurgiche di particolare complessità e pericolosità per il paziente o che vogliano accreditarsi devono chiedere l’autorizzazione all’esercizio. «Diventa così una necessità per la Regione, oltre che un diritto per gli odontoiatri, adottare la delibera proposta da AIO che identifica tali procedure e norma tutto ciò che deve essere interessato all’autorizzazione» spiega il presidente dell’Associazione romana Giovanni Migliano. Per Migliano, «i contenuti della sentenza vanno ben oltre i chiarimenti recentemente espressi e le variazioni di regolamento regionale in cantiere. Come stabilito dalla sentenza Bacalini (Cassazione Civile II n. 10207 del 30 aprile 2013) illustrata da AIO Roma nella giornata pubblica del 25 gennaio scorso, la normativa che sottoporrebbe ad autorizzazione all’autorità preposta l’apertura di qualsiasi struttura odontoiatrica “non trova conferma nelle disposizioni di legge statale e regionale le quali prevedono l’autorizzazione solo in presenza di ulteriori condizioni di fatto rappresentate in particolare dalla previsione che l’attività medica comporti un rischio per la sicurezza del paziente”. Si precisa inoltre che non sono pericolose le prestazioni correntemente effettuate dal dentista quali endodonzia e implantologia, mentre per la chirurgia va valutato il grado di complessità».
«Tutti coloro che hanno sostenuto per anni il sistema autorizzativo, la sua presunta semplicità e utilità, dovrebbero trarre le debite conclusioni, dopo aver sconsigliato pubblicamente i ricorsi, perché inutili a fronte di “tre o quattro fogli” da inserire in piattaforma. In questa sentenza – conclude Migliano – AIO vede appoggiare in pieno la posizione portata avanti per anni e con coerenza in tutte le sedi».
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