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Studi: in 500 a Roma sulle autorizzazioni della regione Lazio e gli studi polispecialistici

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Veronica Langella, ufficio stampa ANDI Roma

Veronica Langella, ufficio stampa ANDI Roma

gio. 17 settembre 2015

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Circa 500 professionisti all’NH Hotel Leonardo da Vinci per la riunione sindacale ANDI Roma il 14 Settembre indetta dopo l'approvazione della Delibera della Giunta Regionale (9 settembre 2015), per le nuove procedure autorizzative per gli studi medici e odontoiatrici nella Regione. Un tema, quello relativo agli scenari aperti dalla nuova delibera, che interessa moltissimi professionisti. Di qui la decisione della dirigenza ANDI Roma di aprire la riunione ai colleghi, anche non soci, per illustrare la nuova normativa e rispondere con propri consulenti e collaboratori, ai quesiti.

In un clima di grande dialogo, ANDI Roma ha ripercorso le tappe e le iniziative messe in atto da tempo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Attraverso delle slides riassuntive, il Presidente Sabrina Santaniello, coadiuvata dai consulenti dell’ANDI ha spiegato nel dettaglio la delibera regionale che introduce la distinzione per tutte le specialità mediche e odontoiatriche, tra le prestazioni a minore invasività e quindi non soggette al regime autorizzativo, ma solo a comunicazione alla ASL, mentre per le più invasive continuerà ad essere richiesta la procedura autorizzativa alla Regione.

A partire da questo presupposto il professionista, da adesso, potrà scegliere se seguire l’iter che prevede l’autorizzazione oppure optare per una tipologia di prestazione a minore invasività che non necessita di autorizzazione, ma solo di comunicazione alla ASL. In quest’ultima categoria rientra una novità della delibera. Ovvero la nascita degli Studi polimedici: più professionisti, odontoiatri e medici, che espletano l’attività nella stessa unità immobiliare, anche in discipline specialistiche diverse, in maniera autonoma e indipendente pur condividendo gli spazi comuni (sala d'attesa, accettazione, servizi igienici etc.), ma non la segreteria.

Sono stati illustrati quindi i vantaggi per chi ha già un’autorizzazione all’esercizio, ovvero la possibilità di erogare qualsiasi tipo di prestazione nell’ambito dell’attività autorizzata senza distinzione tra attività invasiva e non, il mantenimento delle “deroghe” acquisite e la “cedibilità” del titolo autorizzativo con la possibilità di trasformazione da studio ad ambulatorio. «Questa normativa – ha dichiarato il Presidente di ANDI Roma Sabrina Santaniello – mantiene di fatto l’iter autorizzativo invariato per le grandi strutture, impedendo un eventuale invasione incontrollata del franchising del dentale e agevola, al contempo, i giovani nell’apertura o nell’ingresso in nuovi studi medici e odontoiatrici. Non si tratta di un traguardo finale, ma dell’inizio di un percorso: il primo passo, attraverso un dialogo condiviso instaurato con le istituzioni, per raggiungere nuovi obiettivi. Su tutti l’uniformità e l’equità dei controlli ASL in tutto il territorio, a tutela dei professionisti in regola, in quanto da sempre schierati contro ogni forma di abusivismo».

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