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La Regione Lazio chiude un “ospedale privato”

Aio

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mar. 18 dicembre 2012

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Aio Lazio negli scorsi mesi ha fatto ricorso al Consiglio di Stato e al TAR contro i Decreti Regionali 38 e 43, che ci impongono di inviare di nuovo alla Regione documenti che la Regione stessa ha già chiesto e ottenuto cinque anni fa. Tutto questo per ottenere la conferma di un'Autorizzazione all'esercizio che non ci è mai arrivata. In altre Regioni Italiane basta un atto di notorietà!

 Abbiamo scritto varie lettere denunciando l'assurdità della cosa, sia all'estensore dei decreti, il precedente Commissario ad Acta Renata Polverini, che all'attuale Enrico Bondi; abbiamo partecipato, unica sigla sindacale di categoria, a vari incontri in Regione e fatte molte proposte, che potete leggere sul sito www.aioroma.it . Purtroppo nulla finora abbiamo potuto contro la "sordità" e la presunzione dei burocrati.
Adesso, in prossimità della scadenza per l'inserimento dei documenti in piattaforma SAASS, il prossimo 31 Dicembre, e soprattutto per i molti Colleghi che non si sono pre-registrati entro la data del I Ottobre, come Presidente Regionale e insieme a tutti i direttivi AIO del Lazio abbiamo organizzato, per oggi 18 dicembre dalle ore 10 alle ore 12, una manifestazione di protesta davanti alla Regione Lazio (piazza Oderico Da Pordenone).
Manifestiamo perché sono a rischio più di 100 studi e ambulatori privati il che equivale a lasciare senza lavoro almeno 400 cittadini/professionisti. E’ come chiudere un ospedale privato per ordine della Regione Lazio, da cui però non dipende in nessuna maniera, perché non prendiamo nessun contributo, ma anzi paga regolarmente i contributi imposti (IRAP, IMU, etc).

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