I pazienti chiedono consiglio al proprio dentista sull’igiene e la cura della propria protesi? E il dentista offre loro supporto e indicazioni adeguate? Esiste una prassi di informazione-educazione efficace nei confronti dei pazienti rispetto alla gestione quotidiana delle protesi dentali? I dati di un’indagine internazionale ‒ oggetto dell’analisi di GSK, azienda che commercializza il marchio Polident ‒ evidenziano come le raccomandazioni del dentista possono avere un impatto chiave sull’utilizzo di pulitori specifici per le protesi dentali, ma anche come non esistano raccomandazioni chiare e condivise dai professionisti del settore Oral Care sulla pulizia delle protesi.
Negli Stati Uniti, il 35% delle indicazioni dei dentisti identifica il dentifricio come il prodotto più corretto e adeguato per la pulizia delle protesi anche se alcune evidenze scientifiche hanno dimostrato che il normale dentifricio non è in grado di eliminare alcuni batteri, causa di stomatiti da protesi; inoltre, l’uso di un comune dentifricio così come l’uso di alcuni collutori può causare graffi o danneggiare il materiale delle protesi.
Risulta quindi evidente il valore di una corretta informazione ed educazione all’utilizzo e manutenzione delle protesi ‒ siano esse totali o parziali ‒ quali aspetti rilevanti che possono influire significativamente sulla qualità della vita dei portatori di protesi. «Più dell’80% dei pazienti utilizza il normale dentifricio per pulire la protesi, nonostante essa sia 10 volte più delicata dello smalto dentale. Questo indica che resta ancora molto da fare nell’ambito dell’educazione a una corretta igiene orale, specie in presenza di protesi dentali» commenta Lilia Bortolotti, odontoiatra. «È fondamentale che tutti gli esperti del settore agiscano in modo mirato per formare, non solo informare, i pazienti sulle buone abitudini di igiene e pulizia delle protesi dentali. Si può cominciare raccomandando l’utilizzo di prodotti specifici, come le compresse: sono antimicrobiche, efficaci nel rimuovere macchie e placca e nel ridurre le alterazioni della superficie delle protesi».
Il ruolo dei dentisti e degli esperti assume quindi una rilevanza ancora più significativa: il loro sforzo e il loro impegno deve essere focalizzato nell’educazione alla continuità, all’adozione di buone e sane abitudini di igiene orale e di pulizia della propria protesi come momento fondamentale di tutela della salute.
A questo bisogna aggiungere che nonostante il parere di un professionista sia fondamentale nella scelta di un pulitore per la protesi, l’88% dei pazienti preferisce utilizzare 8 o 9 diversi metodi di pulizia, contrariamente a quanto espressamente indicato dal dentista. Dalla ricerca emerge infatti che molti pazienti adottano proprie routine di pulizia, spesso utilizzando soluzioni pulenti combinate con altre sostanze inclusi dentifricio, aceto, collutorio e sapone. Una cura inadeguata delle protesi potrebbe generare rischi non trascurabili non solo per la salute della bocca, ma anche per il benessere generale del paziente contribuendo a:
- un aumento del rischio di stomatiti, dovute al proliferare di funghi e batteri a causa dello scarso controllo microbico
- un aumento del danno alle protesi, maggiormente esposte alla possibilità di abrasioni, ossidazione, corrosioni e danni chimici
- generare nel complesso un’esperienza negativa, spesso fonte di disagio per i portatori di protesi, a causa della formazione di cattivi odori e macchie persistenti che impattano sulla vita personale e sociale dei pazienti.
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