DT News - Italy - Il Sindacato degli Ortodontisti Italiani (SUSO) festeggia a Modena i suoi primi 40 anni con la “Cittadella, Storia dell’Ortognatodonzia italiana”

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Il Sindacato degli Ortodontisti Italiani (SUSO) festeggia a Modena i suoi primi 40 anni con la “Cittadella, Storia dell’Ortognatodonzia italiana”

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ven. 8 aprile 2016

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Ricco attualmente di un migliaio di iscritti, il SUSO (Sindacato Unitario Specialisti in Ortodonzia) fondato a Torino nel 1976, celebra domani (sabato 9 aprile) il suo quarantennale all’Una Hotel di Modena con la presentazione di un libro di cui sono Autori Damaso Caprioglio e Pietro Di Michele.

Padre nobile dell’Odontoiatria italiana, il primo non ha bisogno di presentazioni, essendo non solo storico dell’Ortodonzia, bensì lui stesso “storia dell’Ortodonzia” (nonché di Medicina). Pietro Di Michele, attuale presidente del SUSO, promotore del volume, edito da Martina di Bologna, è anche il presidente della Società Italiana di Odontoiatria Forense (Siof).

Nel corso di una Tavola Rotonda che ha inizio alle 9, i due Autori ripercorrono attraverso una quarantina di capitoli e decine di foto anche d’epoca, i personaggi e gli eventi che costellano la storia dell’Ortognatodonzia italiana, trascorrendo, con abbondanza di particolari e immagini, da un passato fine ‘800, quando la disciplina era ancora “ortopedia facciale”, ai tempi più recenti. Teste qualificato del “come eravamo ortodontico”, Caprioglio non mancherà tuttavia di sottolineare l’imprescindibile legame della disciplina con i Maestri del Rinascimento, che studiando già allora l’estetica e la crescita cranio-facciale, aprirono la strada all’odierna ricerca.
Quasi un romanzo, la “Cittadella (nome simbolico) Storia dell’Ortodonzia italiana)”! Riproporrà quindi per la prima volta le passioni, i sacrifici, le perigliose traversate oltreoceano di professionisti di alto profilo alla conquista di una cultura ortodontica allora carente nel nostro Paese. Quegli stessi che una volta tornati in Italia, seppero trasmettere, attraverso le loro Scuole, le conoscenze acquisite, in ossequio alla raccomandazione del grande Edward Angle “Pass it over” ossia “Tramandate quanto avete appreso”.

La “Storia” di Caprioglio e Di Michele tuttavia non è solamente lo specchio del “come eravamo”, ma espressione del preciso dovere di ricordare. «Perché non si costruisce un futuro senza coscienza della propria storia collettiva – ricorda Caprioglio – Il passato è un evento dalla collocazione precisa, una realtà ancor presente con una sua efficacia, uno stimolo al sapere per affacciarsi nel futuro». Anche perché «la società che dimentica le sue radici – ammonisce – perde il suo volto e non alimenta il cuore col ricordo».

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